Untitled - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione Umbria
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acque a tutti i cittadini <strong>dell'<strong>Umbria</strong></strong>. Chiederò<br />
anche – anticipa Raffaele Nevi - che si utilizzi il<br />
fondo per risarcire i cittadini per l’inquinamento<br />
dei pozzi privati, recentemente istituito in sede di<br />
approvazione del bilancio, anche per gli abitanti<br />
di questa frazione che sono continuamente costretti<br />
a pagare di tasca propria i danni che questa<br />
acqua sporca arreca nelle loro case, con problemi<br />
di tutti i tipi anche agli impianti privati”. Il<br />
capogruppo Pdl a Palazzo Cesaroni dice di sapere<br />
che “il Comune di Orvieto, nella persona del vice<br />
sindaco Tardani, si sta già interessando e che<br />
anche il presidente del Sii, Puliti, è stato messo<br />
al corrente ed ha mostrato grande attenzione<br />
alla questione. Ma non vorrei che un problema<br />
così importante, che interessa circa 400 persone,<br />
fosse scaricato solo su Comune e Sii, che difficilmente<br />
da soli avranno i mezzi per risolverlo.<br />
Per parte mia – conclude - non smetterò un secondo<br />
di porre attenzione su questa questione fin<br />
quando non sarà risolta. I cittadini di Osarella di<br />
Orvieto hanno il diritto di poter usufruire del servizio<br />
idrico come tutti gli altri, visto che lo pagano<br />
come tutti gli altri”.<br />
UMBRA ACQUE: “RISPETTARE REFEREDUM E<br />
SENTENZA SU DEPOSITO CAUZIONALE. A-<br />
PRIRE CONFRONTO CON CONSUMATORI” -<br />
DOTTORINI (IDV): “L'AZIENDA DEVE RI-<br />
SPONDERE DEI CREDITI INSOLUTI, NON I<br />
CITTADINI”<br />
“Il deposito cauzionale è illegittimo e la società<br />
Umbra Acque farebbe bene a restituire quanto<br />
versato ingiustamente dai cittadini”: lo afferma il<br />
capogruppo dell'Italia dei Valori in <strong>Consiglio</strong> regionale,<br />
Oliviero Dottorini, il quale assicura anche<br />
l'impegno del suo partito affinché “la partecipata<br />
pubblica rispetti la volontà referendaria e<br />
il ricorso delle associazioni dei consumatori”.<br />
Perugia, 21 marzo 2012 - “Riteniamo urgente<br />
che Umbra Acque prenda atto della sentenza del<br />
tribunale e si adegui alle istanze che le associazioni<br />
dei consumatori e i cittadini stanno portando<br />
avanti da mesi. Il deposito cauzionale è illegittimo<br />
e la società farebbe bene a restituire<br />
quanto versato ingiustamente dai cittadini”. Con<br />
queste parole Oliviero Dottorini (IdV), commenta<br />
la sentenza sul deposito cauzionale di Umbra<br />
Acque che ha dato parere favorevole alle richieste<br />
delle associazioni dei consumatori. “Il presidente<br />
e il direttore dell'azienda – aggiunge il<br />
capogruppo Idv - devono mettere in atto tutte le<br />
procedure necessarie a sanare una situazione<br />
non più sostenibile. A seguito dell'esito referendario,<br />
con la sentenza della Corte costituzionale,<br />
la lettera scritta dall'assessore Rometti agli Ati e<br />
adesso la sentenza del tribunale che accoglie il<br />
ricorso della Federconsumatori, non è più rinviabile<br />
un tavolo di confronto tra l'azienda pubblica<br />
e gli enti locali, a cui chiediamo vengano invitate<br />
anche le associazioni dei consumatori e i comitati<br />
civici che da anni si battono per la ripubblicizza-<br />
ambiente<br />
zione di un bene primario come l'acqua”. “Se<br />
sono presenti crediti insoluti come dice l'azienda<br />
– conclude Dottorini – ne dovranno rispondere gli<br />
amministratori della stessa e non scaricare i costi<br />
di un risanamento sui cittadini che si trovano<br />
ogni giorno a dover affrontare una crisi economica<br />
senza precedenti che vede aumenti di tariffe<br />
al limite della sostenibilità. Come Italia dei Valori<br />
faremo tutto quanto necessario dentro e fuori le<br />
istituzioni perché la partecipata pubblica Umbra<br />
Acque rispetti la volontà referendaria e il ricorso<br />
delle associazioni dei consumatori”.<br />
RIFIUTI: “ADEGUARE L’UMBRIA ALLA NOR-<br />
MATIVA NAZIONALE PER L’UTILIZZO DI<br />
COMBUSTIBILE RINNOVABILE” - ZAFFINI<br />
(FD'I) “L'OPPOSIZIONE CHIEDE SUBITO UN<br />
CONSIGLIO STRAORDINARIO”<br />
Il capogruppo regionale di Fratelli d'Italia – Centrodestra<br />
nazionale, Franco Zaffini è primo firmatario<br />
della richiesta di un <strong>Consiglio</strong> regionale<br />
straordinario dove chiedere l'adeguamento <strong>dell'<strong>Umbria</strong></strong><br />
alla normativa nazionale (decreto ministeriale<br />
n. 22 del 14 febbraio 2013) per l'utilizzo<br />
di combustibile rinnovabile e quindi “avviare l’iter<br />
di predisposizione di un nuovo piano rifiuti, risultando,<br />
quello vigente, inapplicato e non più applicabile”.<br />
Zaffini spiega che “la nuova legislazione<br />
in materia di recupero energetico da fonti<br />
rinnovabili ha classificato il css come ‘non rifiuto’,<br />
rendendolo liberamente utilizzabile da tutti quegli<br />
impianti industriali, in possesso di una ‘semplice’<br />
autorizzazione integrata ambientale (Aia). Per il<br />
capogruppo di Fd'I si tratta di “una partita delicata<br />
sulla quale la presidente della <strong>Regione</strong>, Marini<br />
si gioca tutta la sua credibilità e il futuro della<br />
legislatura”.<br />
Perugia, 12 aprile 2013 - “A termini di legge,<br />
quello che ieri era rifiuto ‘lavorato’ (cdr), oggi è<br />
diventato combustibile solido secondario (css),<br />
per effetto del decreto ministeriale n. 22 del 14<br />
febbraio 2013. Una legge vigente su tutto il territorio<br />
nazionale, tranne che in <strong>Umbria</strong>, dove, a<br />
causa della miopia ideologica della sinistra, rischiamo<br />
di veder bruciare css reperito in altre<br />
regioni, mentre noi continuiamo a conferire i<br />
nostri rifiuti in discariche già colme”. Così il capogruppo<br />
regionale di Fratelli d'Italia - Centrodestra<br />
nazionale Franco Zaffini che spiega come,<br />
infatti, “la nuova legislazione in materia di recupero<br />
energetico da fonti rinnovabili ha classificato<br />
il css come ‘non rifiuto’, rendendolo liberamente<br />
utilizzabile da tutti quegli impianti industriali,<br />
in possesso di una ‘semplice’ autorizzazione<br />
integrata ambientale (Aia), i quali sono liberi<br />
di procurarselo in sostituzione di quelli attualmente<br />
utilizzati, ossia i fossili non rinnovabili<br />
(carbone, olio combustibile, olio nero etc etc). In<br />
<strong>Umbria</strong> – continua Zaffini -, sono molte le industrie,<br />
dotate di Aia, che per le loro produzioni<br />
‘pompano’ in atmosfera co2, impiegando combustibili<br />
fossili altamente inquinanti; la nuova nor-<br />
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