Untitled - Consiglio Regionale dell'Umbria - Regione Umbria
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ministrazione. Sostanzialmente verifica la regolarità<br />
finanziaria e l'economicità dell'attività. Ai<br />
consiglieri regionali, membri del Comitato, è stato<br />
consegnato il Bilancio di esercizio 2011 che<br />
rappresenta il primo vero bilancio dell'azienda<br />
unica, poiché quello del 2010 non era altro, come<br />
è stato rimarcato, che una somma algebrica<br />
dei bilanci delle società che hanno dato vita alla<br />
fusione. Molteplici le domande che i consiglieri<br />
regionali hanno posto ai tre sindaci revisori.<br />
L'audizione di oggi è comunque propedeutica a<br />
quella programmata per la prossima settimana<br />
con il Revisore legale di <strong>Umbria</strong> Tpl e Mobilità,<br />
Filippo Mangiapane.<br />
UMBRIA MOBILITÀ: “SI DELINEA UN QUA-<br />
DRO CHIARO E DESOLANTE<br />
DELL’'OPERAZIONE ROMANA' CHE DI FATTO<br />
HA DISSESTATO LE CASSE DELLA SOCIETÀ<br />
UMBRA” - NOTA DI CIRIGNONI (LEGA<br />
NORD)<br />
Secondo il capogruppo regionale della Lega Nord,<br />
Gianluca Cirignoni per <strong>Umbria</strong> Mobilità “si delinea<br />
un quadro chiaro e desolante dell’'operazione<br />
romana' che di fatto ha dissestato le casse della<br />
società umbra”. Cirignoni chiede che sull'intera<br />
vicenda <strong>Umbria</strong> mobilità sia fatta “totale chiarezza”<br />
e che il <strong>Consiglio</strong> regionale "sia messo in<br />
condizione di conoscere e valutare il quadro<br />
complessivo della situazione".<br />
Perugia, 12 aprile 2013 - “Dall’audizione del collegio<br />
sindacale di <strong>Umbria</strong> Mobilità al Comitato di<br />
monitoraggio e vigilanza si è delineato un quadro<br />
chiaro e desolante dell’'operazione romana' che,<br />
di fatto, ha dissestato le casse della società umbra”.<br />
Così il capogruppo regionale della Lega<br />
Nord, Gianluca Cirignoni, che spiega di aver appreso<br />
“che con questa fallimentare operazione la<br />
partecipata romana della società Umbra, ha acquistato,<br />
grazie a fidejussioni per oltre 100 milioni<br />
di euro prestate dalla stessa <strong>Umbria</strong> Mobilità,<br />
400 autobus nuovi per gestire un appalto di<br />
trasporto romano in essere fino al 2018”. A giudizio<br />
dell'esponente del Carroccio umbro “si delineerebbe<br />
una situazione per cui, nonostante i<br />
pagamenti delle prestazioni previste dall’appalto<br />
siano regolari e comprendano la remunerazione<br />
dell’acquisto degli autobus nuovi, Roma Tpl società<br />
con un capitale sociale da 200mila euro,<br />
naviga in cattive acque. E <strong>Umbria</strong> Mobilità pur<br />
sedendo nel consiglio di amministrazione sembra<br />
quasi essere stata tenuta all’oscuro dei bilanci e<br />
delle manovre societarie che di fatto l’hanno<br />
danneggiata e con lei i cittadini umbri e i suoi<br />
dipendenti, ad esclusione dei superpagati dirigenti.<br />
A poco vale sapere – aggiunge - che i crediti<br />
vantati da <strong>Umbria</strong> Mobilità nei confronti di<br />
Roma Tpl non sono stati saldati ma esigibili”.<br />
Secondo Cirignoni, infine, “nell’intreccio impressionante<br />
di partecipazioni e collegamenti societari,<br />
crediti e debiti incrociati in mezzo ai quali si fa<br />
fatica a districarsi e si rischia di perdere la bus-<br />
trasporti<br />
sola, la politica deve avere ben in mente le linee<br />
guida da seguire in merito al futuro della società<br />
umbra della mobilità, e cioè: riduzione drastica<br />
del numero dei dirigenti e dei loro emolumenti;<br />
uscita dalla 'palude romana' creatasi con Roma<br />
Tpl abbandonando a se stessa questa 'collegata<br />
canaglia'; ritiro delle fidejussioni. Occorre poi<br />
mantenere il carattere pubblico di <strong>Umbria</strong> Mobilità,<br />
concentrando il suo operato in quel che deve<br />
essere il suo ambito operativo e cioè il trasporto<br />
pubblico locale umbro. Sull'intera vicenda – conclude<br />
Cirignoni – è necessario che sia fatta totale<br />
chiarezza e, pur nel doveroso rispetto dell'inchiesta<br />
giudiziaria in corso, è necessario che il <strong>Consiglio</strong><br />
regionale sia messo in condizione di conoscere<br />
e valutare il quadro complessivo. A questo<br />
scopo ho fatto formale richiesta alla presidente<br />
del Comitato di Vigilanza e controllo che siano<br />
richiesti i verbali del Collegio sindacale e del<br />
<strong>Consiglio</strong> di Amministrazione di <strong>Umbria</strong> mobilità”.<br />
UMBRIA MOBILITA': “L'AZIENDA PUÒ SAL-<br />
VARSI DA SOLA E IN OGNI CASO VA RISA-<br />
NATA PRIMA DI ESSERE, EVENTUALMENTE,<br />
VENDUTA” - BRUTTI (IDV): “ A CHI GIOVA<br />
LA DRAMMATIZZAZIONE?”<br />
Secondo il consigliere regionale Paolo Brutti<br />
(Idv), che stamani ha tenuto una conferenza<br />
stampa a Palazzo Cesaroni sulle vicende di <strong>Umbria</strong><br />
Mobilità, l'azienda umbra del trasporto pubblico<br />
ha tutte le condizioni per salvarsi da sola.<br />
In ogni caso deve essere prima risanata e poi<br />
eventualmente si può pensare di venderla. “Non<br />
ho niente contro l'ingresso di un socio, pubblico o<br />
privato che sia – ha detto Brutti – ma se si vuol<br />
vendere un asset non lo si svaluta con incauti<br />
pronunciamenti e non si sbandiera che si tratta<br />
di un'impresa decotta al collasso”.<br />
Perugia, 12 aprile 2013 - “<strong>Umbria</strong> Mobilità ha<br />
tutte le condizioni per salvarsi da sola. In ogni<br />
caso prima bisogna risanarla e poi eventualmente<br />
pensare a venderla, senza svendere e senza<br />
falsare la concorrenza, che è l'unico motivo per<br />
cui è accettabile la cessione di quote da parte dei<br />
soci pubblici umbri”: lo ha detto il consigliere<br />
regionale Paolo Brutti (Idv) nella conferenza<br />
stampa di stamani, a Palazzo Cesaroni, sulla<br />
vicenda riguardante l'azienda regionale del trasporto<br />
pubblico. Per Brutti la situazione di <strong>Umbria</strong><br />
Mobilità “è meno drammatica di come viene<br />
descritta, al punto da chiedersi a chi giova la<br />
drammatizzazione. Con lo sblocco dei crediti su<br />
Roma, anche dilazionato nel tempo, con una<br />
ristrutturazione leggera della rete, <strong>Umbria</strong> mobilità<br />
tornerebbe in equilibrio. Infatti, con una riduzione<br />
delle parti marginali della rete contenuta<br />
entro il 10 per cento si avrebbero entrate pari a<br />
5,5 milioni di euro, mentre un adeguamento del<br />
10 per cento dei corrispettivi chilometrici che i<br />
soci versano all'azienda apporterebbe altri 5,5<br />
milioni di euro, sufficienti a far ritornare l'equilibrio<br />
economico”. Da Brutti non arrivano sentenze<br />
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