Eziologia, Diagnosi e Terapia della Sordita' Infantile Preverbale - AOOI
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EZIOLOGIA, DIAGNOSI, PREVENZIONE E TERAPIA DELLA...<br />
quindi le risorse che devono essere impiegate sono molto maggiori, considerando<br />
che lo screening su popolazione selezionata viene eseguito sul<br />
5-10% di tutti i neonati. La scelta quindi sembrerebbe basarsi sulle risorse<br />
di ciascuna realtà sanitaria, sapendo a priori che nel caso si adottino<br />
criteri restrittivi sulla popolazione da esaminare è verosimile attendersi<br />
che 1 neonato ipoacusico ogni 3000-3500 nuovi nati possa sfuggire allo<br />
screening (1 bambino ogni 3 anni ogni 100.000 abitanti in Italia).<br />
Adottando tali procedure di screening uditivo è necessario prevedere pertanto<br />
procedure di sensibilizzazione e di informazione dei Pediatri in<br />
modo da garantire una individuazione sufficientemente precoce dei casi<br />
che sfuggono allo screening.<br />
L’altro problema che ci si pone è se la percentuale di identificazione alla<br />
nascita dei casi di perdita uditiva giustifichi l’attuazione di una metodica<br />
di screening universale o sia invece maggiormente efficace effettuare<br />
una valutazione in epoca perinatale solo sui nati a rischio monitorando il<br />
resto <strong>della</strong> popolazione tramite i bilanci di salute effettuati dal Pediatra di<br />
base.<br />
L’orientamento da seguire è a nostro avviso in relazione alla correlazione<br />
tra perdita uditiva vista come patologia silente di difficile identificazione in<br />
epoca precoce e disabilità che ne consegue in termini di sviluppo del linguaggio<br />
come precedentemente detto.<br />
L’ipoacusia risulta invalidante in base alla sua entità ( le ipoacusie identificabili<br />
mediante screening sono quelle superiori a 40 dB), al fatto di<br />
essere una patologia permanente e pertanto non risolvibile a breve termine<br />
con terapia medica, alla bilateralità <strong>della</strong> lesione, cioè tale da limitare<br />
l’input acustico del soggetto. E’ stato visto, infatti che deficit sensoriali<br />
monolaterali non determinano alcun tipo di disabilità e uno sviluppo<br />
del linguaggio del tutto sovrapponibile a quello dei normoacusici. A tale<br />
proposito uno studio del 2002 condotto da Kiese-Himmel comparando<br />
due popolazioni di bambini con normacusia e con perdita uditiva monolaterale<br />
di grado severo evidenzia che l’unico ritardo riscontrabile nel<br />
secondo gruppo è solo relativo all’associazione di due parole nella prima<br />
strutturazione frasale (in media di 5 mesi circa). La stima, pertanto, dei<br />
neonati con perdita uditiva monolaterale assumerebbe un’importanza<br />
esclusivamente epidemiologica in termini di prevalenza ed incidenza<br />
<strong>della</strong> patologia in epoca neonatale piuttosto che delle connotazioni di tipo<br />
riabilitativo.<br />
In correlazione a quanto detto l’incidenza delle perdite uditive tali da<br />
richiedere un intervento in epoca precoce sarebbero pertanto di 1-<br />
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