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Eziologia, Diagnosi e Terapia della Sordita' Infantile Preverbale - AOOI

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EZIOLOGIA, DIAGNOSI, PREVENZIONE E TERAPIA DELLA...<br />

superiore a 3 mesi (approccio rimediativo di 1° livello). In questi casi è<br />

consigliabile rivedere con maggiore attenzione il percorso abilitativo<br />

monitorando le abilità risultate deficitarie e attuando sistematicamente<br />

una serie di verifiche routinarie del protocollo, quali il controllo del funzionamento<br />

dell’impianto o la valutazione delle modalità comunicative prevalenti<br />

nell’ambiente familiare. Per esempio, se un bambino del Gruppo<br />

2, dopo 12 mm di utilizzo dell’impianto, non riconosce ancora il proprio<br />

nome rispetto ad altri, occorre verificare che questa abilità sia richiesta<br />

nell’ambiente in cui vive.<br />

Se, d’altra parte, il ritardo nel raggiungimento degli obiettivi persiste oltre<br />

6 mesi di osservazione e coinvolge più settori, il livello di preoccupazione<br />

da parte dei terapisti aumenta poiché c’è rischio che nel bambino si<br />

possa evidenziare un disordine evolutivo più complesso. In questi casi la<br />

revisione del lavoro abilitativo non prevede solo un comune controllo<br />

<strong>della</strong> funzionalità del sussidio e <strong>della</strong> buona organicità del programma<br />

terapeutico, ma anche di verificare accuratamente se si sta evidenziando<br />

un disordine emergente, che probabilmente richiede un profondo adattamento<br />

nell’orientamento abilitativo (approccio rimediativo di 2° livello). In<br />

questi casi è necessario, in un certo senso, ricominciare tutto da capo, da<br />

una revisione del contratto terapeutico da condividere con i genitori del<br />

bambino, ad una approfondita riflessione su ogni aspetto del processo<br />

diagnostico e abilitativo: se necessario, si verifica l’opportunità e la validità<br />

di nuove strade di intervento, come per esempio una nuova regolazione<br />

<strong>della</strong> mappa dell’impianto, o un’integrazione plurisensoriale per<br />

rinforzare e ampliare le capacità comunicative del bambino. Allo stesso<br />

tempo si profila l’eventualità di dover ridiscutere anche la diagnosi sia<br />

eziologica che funzionale del paziente, richiedendo la valutazione collegiale<br />

di nuove figure professionali per completare il quadro clinico nell’ipotesi<br />

di dover identificare disabilità specifiche associate alla sordità.<br />

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