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Angelo Mai e altri racconti - Centro di Documentazione Pier Vittorio ...

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«Va bene, senti: io non so chi cazzo sei e quanto hai bevuto, so solo che ieri sera per la prima<br />

volta in vita mia mi sono ubriacato e la colpa…e il merito è anche un po’ tuo. In questo momento<br />

ho molte cose da fare, e la prima è lasciare quest’albergo. Quella dopo è lasciare questa città. La<br />

prima la devo fare per forza con te, quin<strong>di</strong> alza quelle chiappe, vestiti e sparisci dalla mia vista!»<br />

Lei si alzò furiosa e continuando a biascicare monologhi anglofoni, <strong>di</strong> cui, dopo attente analisi<br />

retorico-stilistiche, dopo confronti comparati e intertestuali con letterature nordamericane, e dopo<br />

attenti stu<strong>di</strong> filologico-linguistici, si capì che la parola chiave era: “fuck”.<br />

Ma ciò che stava deprimendo Viktor non erano certo le parole <strong>di</strong> pseudoSonia, ma il modo in<br />

cui aveva parlato lui: mai nella sua vita aveva concepito frasi del genere, concetti del genere; la sua<br />

straor<strong>di</strong>naria pacatezza era morta definitivamente quella mattina; la vita nella macchina sociale<br />

stava prendendo il sopravvento su <strong>di</strong> lui.<br />

Si preparò e scese in fretta; pagò e si fece in<strong>di</strong>care la fermata più vicina <strong>di</strong> taxi. Poi guardò al <strong>di</strong><br />

là della porta ed emise un sospiro.<br />

Che i due descritti <strong>di</strong> sopra stessero ivi ad aspettar qualcheduno, era cosa troppo evidente; ma<br />

quel che più <strong>di</strong>spiacque a Viktor fu il dover accorgersi, per certi atti, che l’aspettato era lui.<br />

Domandò subito in fretta a sé stesso se ci fosse qualche uscita <strong>di</strong> strada, a destra o a sinistra; e gli<br />

sovvenne subito <strong>di</strong> no. Non potendo schivare il pericolo, vi corse incontro, perché i momenti <strong>di</strong><br />

quell’incertezza erano allora così penosi per lui, che non desiderava altro che <strong>di</strong> abbreviarli; quando<br />

si trovò a fronte dei due galantuomini, <strong>di</strong>sse mentalmente: ci siamo; e si fermò sui due pie<strong>di</strong>.<br />

«Lei è l’angelo?» <strong>di</strong>sse uno.<br />

«Così mi hanno detto»<br />

«È lei o no quello che ieri sera andava in giro con <strong>di</strong>eci metri <strong>di</strong> ali?»<br />

«Dieci metri è troppa grazia»<br />

«Senti,» interruppe l’altro «qui per lavorare bisogna prima parlare con la gente giusta, e tu non<br />

lo hai fatto» e qui una bestemmia «questo è un errore imperdonabile»<br />

«Ma lavorare dove?»<br />

«Non fare finta <strong>di</strong> non sapere come funzionano queste cose, se ti sei piantato quella <strong>di</strong>avoleria<br />

saprai, sarai stato già in qualche posto del mondo a fare spettacoli. Be’, qui non si fa spettacolo che<br />

il nostro capo non vuole»<br />

«Ma io…»<br />

«Hai ventiquattro ore per lasciare questa città» e su un’altra bestemmia.<br />

«Ma io sto già andando via»<br />

«Come?»<br />

«Sì, non c’è bisogno <strong>di</strong>,,, e?»<br />

«Oh, allora ci scusi», rispose l’altro. «Forse siamo stati inappropriati»<br />

«Ma si figurino, per così poco. Sto andando a prendere un taxi»<br />

«No no, questo non possiamo permetterlo. L’abbiamo <strong>di</strong>sturbata e ora le daremo un passaggio<br />

alla stazione»<br />

«Ma lor signori sono troppo gentili, non vorrei abusare <strong>di</strong> cotal cortesia»<br />

«Non vorremmo in ogni caso offenderla; ma se nel caso lei voglia accettare il nostro invito, non<br />

farà altro che onorare la nostra umanitade. Abbiamo la vettura non guari da qui»<br />

«Allora <strong>di</strong> buon grado accetto»<br />

E Viktor conobbe in una sola mattina la rabbia e la paura; entrambe inutilmente.<br />

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