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Angelo Mai e altri racconti - Centro di Documentazione Pier Vittorio ...

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RIDICULUS<br />

Il frigorifero che <strong>di</strong> tanto in tanto refrigerava; il basso continuo appena percettibile del computer<br />

acceso; l’ultimo click del cellulare che si richiudeva. Tutto dava un contemporaneo senso <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>fferenza degli oggetti alla serata ciondolante <strong>di</strong> Viktor.<br />

Dopo anni <strong>di</strong> riflessioni ho capito. Non è stata un’intuizione: ci sono arrivato dopo molti<br />

ragionamenti logici, sfoltendo le numerose proposizioni che sembravano descrivere in maniera<br />

verosimile, e a volte agghiacciatamente reale, la mia con<strong>di</strong>zione mentale, e quin<strong>di</strong> fisica. Ho<br />

scoperto ciò che ho e ciò che non ho. Anche se entrambe le conclusioni sembrano negative,<br />

considero la prima come una qualità, che si accosta all’onestà per indole <strong>di</strong> sentimento, ma se ne<br />

scosta perché l’onestà prevede che ci sia un rapporto sociale, un’interazione tra due enti. E invece<br />

io, dopo anni <strong>di</strong> elucubrazioni, sono giunto alla prima conclusione: non riesco a far finta <strong>di</strong> essere<br />

interessato.<br />

Il traffico a fatica entrava dalla finestra, quasi un ulteriore smacco al rifiuto <strong>di</strong> Viktor: tutto<br />

quello che esprimeva un rumore, una vita almeno virale, era impersonale, l’uomo non aveva a che<br />

farne. Le spora<strong>di</strong>che macchine che passavano non erano un’interruzione alla noia <strong>di</strong> quel giovedì <strong>di</strong><br />

settembre, ma la conferma che se mai fosse accaduto qualcosa, ciò si sarebbe sentito.<br />

Domani sera uscirò: venerdì. Stasera non aveva senso fare qualcosa. Sono i miei amici che<br />

credono <strong>di</strong> avere ancora vent’anni, che vogliono sentirsi ancora vent’anni, e per farlo trascinano il<br />

loro corpo in una squallida serata monotona. Anche se, forse, quelle nuove persono con cui usciamo<br />

da qualche giorno riescono a mettere del sale alle nostre giornate. Ma la maggior parte delle volte<br />

vorrei essere ovunque tranne che lì ad ascoltare le loro vite raccontate: a una certa età non ce la fai<br />

più a sentire i <strong>racconti</strong> altrui; ognuno ha sempre qualcosa <strong>di</strong> fantastico da <strong>di</strong>re, pensa che le sue<br />

esperienze siano originali, e quando si accorge della similarità al resto del mondo, allora scatta il<br />

meccanismo psicologico misterioso e affascinante: la cazzata. Chi non ha mai inventato una balla?<br />

Anch’io una volta; non so perché, ma probabilmente per il meccanismo appena descritto. Me ne<br />

sono pentito subito dopo. Ora non riesco più a <strong>di</strong>alogare con quella persona: ogni volta che ci parlo<br />

mi sento nauseantemente normale.<br />

Viktor passò in rassegna i film, anche quelli messi nel posto dei “film da vedere al più presto”.<br />

Ma niente lo attirava: uno sembrava troppo lungo, un altro un’hollywoodata, quell’altro appariva<br />

troppo problematico, e questo…<br />

Questo l’ho già visto: perché è qui? Niente. Non ho voglia <strong>di</strong> fare niente. Se avessi voluto fare<br />

qualcosa sarei certamente andato con i miei amici. Ma si stanno veramente <strong>di</strong>vertendo dentro <strong>di</strong> loro<br />

quelli che sono fuori in questo momento? O magari sarei uscito da solo. E per fare cosa? Una<br />

donna, ecco cosa mi ci vorrebbe. Ma trovarla in giro per la città, da solo, marpionemente<br />

i<strong>di</strong>ota…ecco il <strong>di</strong>fetto, l’altra caratteristica mia propria a cui sono arrivato semplificando gli<br />

elementi dell’operazione nell’equazione. Una cosa mi manca più <strong>di</strong> ogni altra: l’audacia. Essa è uno<br />

<strong>di</strong> quegli indumenti che hai o non hai nell’indole, nessuno te la può insegnare, nonostante fior fior<br />

<strong>di</strong> facoltà universitarie abbiano questa pretesa. Nessun trauma infantile te ne provoca la mancanza, e<br />

nessun’infanzia perfetta può farti nascere la sorgente <strong>di</strong> tal ruscello; al massimo l’esperienza<br />

infantile può favorirti o bloccarti in determinate situazioni, ma fondamentalmente…ora immaginare<br />

un uomo senza audacia che no riesce a far finta <strong>di</strong> essere interessato, eh! solo se veramente<br />

interessato a qualcosa o qualcuno riesce ad avere rapporti sociali. Avere rapporti sociali è<br />

probabilmente il presupposto della vita: una volta sod<strong>di</strong>sfatti i bisogni, tutto ciò che trasforma la<br />

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