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Angelo Mai e altri racconti - Centro di Documentazione Pier Vittorio ...

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movimenti <strong>di</strong> cui potremo successivamente <strong>di</strong>scutere. Ciò che mi preme ora è far notare che il<br />

mistero che avvolge la trasmissione dell’informazione sensibile del naso al cervello, e ancor <strong>di</strong> più<br />

la successiva elaborazione <strong>di</strong> una volontà: il primo problema si chiama gnoseologico, il secondo<br />

psicologico, dando a “psiche” un significato che sta a metà tra “anima” (dal greco) e ciò che<br />

significa per noi gente comune che viviamo dopo l’avvento <strong>di</strong> Freud (1856-1939). A tutt’oggi<br />

questi processi sono dei misteri. Mentre per il primo si può rimandare per un’interessante teoria a<br />

La critica della ragion pura <strong>di</strong> Immanuel Kant (con tutto il suo 1724-1804; però! pensavo un po’<br />

prima), rispetto al quale non mi sento, razionalmente, <strong>di</strong> poter fare meglio; per il secondo annoso<br />

problema più <strong>di</strong>fficilmente si può trovare un esempio <strong>di</strong> tal fatta. Certo tutti (spero) sono d’accordo<br />

sul fatto che interagiscono in questa fase tre fattori: la percezione sensibile che si è appena ricevuti<br />

dall’esterno (nelle maniere sempre del ’24-’04); gli insegnamenti ricevuti dall’infanzia (quin<strong>di</strong><br />

compresi traumi, che non richiama il germanismo onirico) fino a un momento prima; l’indole,<br />

chiamata istinto dai più scettici empiristi. A ciò si possono aggiungere molti <strong>altri</strong> fattori: i cristiani<br />

ad esempio aggiungono l’intervento <strong>di</strong>vino (a loro volta i cattolici pensano a qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile<br />

definizione come la provvidenza, mentre i protestanti pensano a una predestinazione, forse non<br />

totale, non so), i pirandelliani una totale casualità (fattore che scoraggia totalmente lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

questo momento poiché creerebbe una modalità totalmente casuale, per non <strong>di</strong>re random, che non<br />

permetterebbe neanche lo stu<strong>di</strong>o dei primi tre fattori), o chi più ne ha, più ne metta. Posto il<br />

problema, ritiro la mano: il soggetto decise ciò. E quin<strong>di</strong> mosse i muscoli delle gambe per<br />

avvicinarsi al lavan<strong>di</strong>no della cucina, per poggiare i bicchieri, trasportati e poggiati dalle mani<br />

attaccate me<strong>di</strong>ante i polsi alle braccia, per cui una serie complicata <strong>di</strong> legamenti e ten<strong>di</strong>ni<br />

permettono degli abili movimenti, non impacciati come quelli degli animali, anche se<br />

probabilmente ogni animale ha sviluppato l’abilità funzionale al suo mondo, quin<strong>di</strong> neanche vorrei<br />

azzardare il paragone. Poggiati i bicchieri si crearono urti, attriti, rumori, spostamenti <strong>di</strong> materia,<br />

non che una piccola manifestazione del principio <strong>di</strong> Archimede (questo qui è ad<strong>di</strong>rittura del terzo<br />

secolo avanti cristo (Cristo è il tipo <strong>di</strong> prima quando abbiamo <strong>di</strong>scusso a proposito <strong>di</strong> Buddha),<br />

forte, e?) per un po’ d’acqua residua che sogliono avere i lavan<strong>di</strong>ni, poi dovette aprire la finestra: il<br />

braccio si staccò dal corpo e, grazie al pollice opponibile (oh! noi ti ringraziamo salto <strong>di</strong> qualità<br />

darwiniano, tu che scesi sui popoli per farci impugnare il e la preda, il e la spada (e poi<br />

personalmente ti ringrazio per aver prodotto un’evoluzione senza pari che ha portato a quella<br />

perfetta creatura che è la mia donna, per cui io ti loderò sempre e comunque in tutti i secoli dei<br />

secoli) (ma <strong>di</strong> questa parentesi parleremo meglio in altre opere)) aprì: una ventata d’aria nuova e<br />

rigenerativa, carica <strong>di</strong> ossigeno, azoto, vapor acqueo e anidride carbonica, non che una quantità <strong>di</strong><br />

materia micro corpuscolare invisibile al senso della vista, almeno in città dove si scorge ancora il<br />

sole, invase la stanza. Al contempo, per osmosi, molto fumo invase l’aria esterna, mischiandosi a<br />

quel miscuglio <strong>di</strong> gas in<strong>di</strong>stinguibili. Ma entrarono anche rumori, odori, protozoi e chissà quali<br />

insetti. A questo punto, dopo quegli attimi <strong>di</strong> silenzio cerebrale che ricordano la presenza della noia<br />

nel mondo, per necessità o per virtù, uno stimolo nel bassoventre mandò impulsi nervali al cervello,<br />

che elaborando capì <strong>di</strong> dover andare al bagno, eufemismo usato anche con se stessi. Quando ciò<br />

avviene subito si crea una proliferazione <strong>di</strong> intenti, interni e intestinali, e quelli esterni e sociali. La<br />

prima niente vietava <strong>di</strong> andare. La seconda consiste nel cercare <strong>di</strong> comprendere quale dei due<br />

elementi, per eccellenza del rifiuto bisogni espellere, se l’urina o le feci, o entrambe. Date anche qui<br />

le con<strong>di</strong>zioni esterne, è evidente esistono le con<strong>di</strong>zioni esterne, totalmente favorevoli, si ascoltò solo<br />

le con<strong>di</strong>zioni interne, che propendevano per un’espulsione generale. Bene: o che si faccia. Contratti<br />

i muscoli del corpo per questa nuova serie <strong>di</strong> movimenti che l’avrebbero portato a raggiungere il<br />

gabinetto, pensò subito a cosa avrebbe potuto leggere durante l’atto, poiché non gli piacevano<br />

innanzitutto le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> tempo, e inoltre quella particolare situazione che non ci permette <strong>di</strong><br />

pensare all’atto che si sta compiendo, un po’ per pudore anche verso se stessi, d’altronde<br />

giustificato oggettivamente dal fatto che si tratta comunque <strong>di</strong> un’operazione <strong>di</strong> rifiuto verso alcune<br />

sostanze in eccesso nel corpo, lo portavano a <strong>di</strong>strarre sempre la mente, che in ogni caso, o<br />

maledetto Freud, non poteva in ogni caso fare a meno <strong>di</strong> pensare anche all’atto. Vista anche la<br />

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