stupi<strong>di</strong>na, ma…era la prima e bisognava sapersi accontentare. Ciao…eh ciao,…come ti chiami?…ah, bel nome e da dove…ecceteraecceteraeccetera. Lei mi <strong>di</strong>ce: an<strong>di</strong>amo a prendere qualcosa al bar! Be’, dottore, in quel momento pensai: allora non sono stupide, sono soltanto timide. Ok, ok. Al bar continuiamo a parlare…e dopo un po’, quando inizio a chiederle <strong>di</strong> rivederci lei mi <strong>di</strong>ce: veramente ho il ragazzo! Ma come? Mi hai invitato tu qui! Ma!?! Il giorno dopo ci provo con un’altra. Lei sembra starci all’inizio, poi…parliamo un po’ e <strong>di</strong>ce: io ho il ragazzo! Ma come?. E così accade ancora con un’altra, e con un’altra, e con altre ancora…si figuri una l’ho anche riaccompagnata a casa. Poi un giorno: era bellissima, dottore…un amore. Lei mi guarda, io la guardo, vado da lei, mi presento…lei mi <strong>di</strong>ce an<strong>di</strong>amo a fare una passeggiata, e appena ci allontaniamo un po’ dallo stabile lei mi salta addosso e mi bacia. E così continuiamo a baciarci, toccate, smaniate…lei mi capisce, dottore…poi arriviamo ad una panchina ci se<strong>di</strong>amo e parliamo, finalmente un po’. Dopo un po’: “io ho una storia con un tipo veramente, non so cosa mi sia successo, scusa. Forse non ho resistito alla…bù…voglia <strong>di</strong> trasgressività!” Voglia <strong>di</strong> trasgressività? Voglia Di Trasgressività? Ma che significa? Si rende conto dottore? Voglia <strong>di</strong> Trasgressività! Passano i giorni e le raga…come <strong>di</strong>ce?…Come che cosa raccontavo alle ragazze? Be’, le solite cose: le mie esperienze, quello che faccio <strong>di</strong> solito, niente <strong>di</strong> che. Parlo loro <strong>di</strong> cultura…che so? Di Bach, <strong>di</strong> Dante…incomincio a recitare qualche verso dell’Eneide…eh? Sì, in latino, oppure le descrivo quanto è meraviglioso leggere “L’Infinito”<strong>di</strong> Leopar<strong>di</strong> con gli occhi chiusi, semplicemente annusandolo e facendo sì che la poesia ti scorra nelle vene senza badare ai rumori della città. Racconto <strong>di</strong> quando corro nudo per i prati cantando i Led Zeppelin…sa? Qualche volta mi ha pure visto qualche conta<strong>di</strong>no…racconto <strong>di</strong> quando sussurro ai cani i versi <strong>di</strong> Montale oppure quando per una giornata intera guardo “2001 O<strong>di</strong>ssea nello spazio” a ripetizione, oppure quando ballo in equilibrio sulla ringhiera il walzer <strong>di</strong> Strauss, oppure quando sono solo a casa e recito da solo, facendo tutti i personaggi de “La Patente” <strong>di</strong> Pirandello; dovrebbe vedere come mi esce bene il Chiarchiaro!. Non so, parlo dei miei sogni, dei miei amori, della prima volta che mi sono masturbato con “L’Olympia” <strong>di</strong> Manet, quando abbraccio il monumento universitario <strong>di</strong> Cascella, <strong>di</strong> quando, sa? Eh! Ogni tanto, se ho qualche soldo in più, compro un libro della Tamarro e..., vabbè’, forse è volgare <strong>di</strong>rlo...non so, racconto <strong>di</strong> quando <strong>di</strong> notte ho spaccato la vetrina <strong>di</strong> Ferri e ho spaccato tutti i televisori che vendevano. Senza pietà proprio! Il giorno dopo ero anche sul giornale! Rac...come <strong>di</strong>ce?...no, no, sono riuscito a scappare, però il fatto era sul giornale. Che bello, eh?... Racconto, poi, quando <strong>di</strong> notte, spesso, vado umilmente in Via delle Caserme e, controllando bene che nessuno mi guar<strong>di</strong>...per non essere scambiato per un ladro...mi arrampico sulla casa <strong>di</strong> D’annunzio e mi siedo sul tetto, per sentirmi almeno per una volta più alto <strong>di</strong> lui. Be’, adesso che mi ci fa pensare, dottore, era poco dopo che raccontavo queste cose che loro <strong>di</strong>cevano <strong>di</strong> avere il ragazzo... Ma come si fa? Come si fa a resistere ad essere se stessi? A rinunciare <strong>di</strong> godere a pieno della vita?…e dell’arte poi? Che forse è qualcosa <strong>di</strong> più della vita? Come <strong>di</strong>ceva Michelangelo: “nell’arte dobbiamo rappresentare solamente il bello della vita”, be’, forse non <strong>di</strong>ceva proprio così, ma sono sicuro che lo pensava…e lo attuava poi! E io, mentre passeggio tra quelle puttane che parlano al cellulare <strong>di</strong> una loro amica che si è messa scarpe che costano meno <strong>di</strong> centomila lire, mi sento male e vorrei vomitare nei loro uteri. No, non mi contrad<strong>di</strong>co, dottore, donne che io amo ci sono al mondo, ci devono essere per forza. Se io vorre...se io volessi andare con ragazze che pensano solo alla mia bellezza e al sesso, avrei tante donne, ma poi che me ne farei <strong>di</strong> loro. A me ne basta Una! Una Sola! una sola... Continuai a cercare nei meandri dell’università, ma ormai: ormai avevo capito: era tutta una Congiura contro <strong>di</strong> me! Sì, dev’essere per forza così. Non sono troppo intelligente, ma troppo stupido, e per questa menomanza gli <strong>altri</strong> mi escludono. Per forza, per forza! Come sarebbe possibile che gli <strong>altri</strong> non fanno quello che piace fare anche a me? Lei è una persona intelligente, dottore, lo si vede, più intelligente degli <strong>altri</strong> e soprattutto non razzista come loro. Sì, razzisti, perchè se un ragazzo è più stupido lo si deve aiutare. Lei non è razzista perchè prima non si è scandalizzato ascoltando i miei <strong>racconti</strong>. Deve vedere quei luri<strong>di</strong>, quelle mezze cartucce, che faccia 58
che fanno e due sono le ipotesi: o sono troppo stupi<strong>di</strong> o sono troppo intelligenti,,,in ogni caso il problema non sono certo io quin<strong>di</strong>, dottore decisi la cosa più razionale e normale da fare. Quello che sono sicuro avrebbe fatto anche lei. Durante la lezione <strong>di</strong> letteratura, entrai, e con un mitra li uccisi tutti quanti, maschi e femmine, tutte quelle mezze cartucce. Poi...non ricordo...deve essere stato in quel momento che sono svenuto. A proposito: adesso mi sento meglio, posso andare a casa, dottore? 59
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Due delle rumene/polacche salirono
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