Angelo Mai e altri racconti - Centro di Documentazione Pier Vittorio ...
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quando esiste un rapporto scabroso tra gli esseri umani che è ormai costume, non ci si rende conto<br />
<strong>di</strong> quando lo si attua, nonostante nel momento della realizzazione e del riconoscimento lo si<br />
condanni. Sembra quasi naturale per il funzionario <strong>di</strong> un ufficio, favorire, nelle file burocratiche e<br />
nelle file reali, gli amici, coloro che conoscono, i parenti. Perché quello stesso amico lavora in un<br />
bar, e quando andrò a prendere l’aperitivo, avrò uno sconto, anche se il bar non è suo, così come la<br />
fila non è mia. Bene: per quanto questa cosa possa sembrare normale e innocente, ingran<strong>di</strong>ta è ciò<br />
che accade a livello lavorativo, impren<strong>di</strong>toriale e politico. E ai potenti che conducono una vita da<br />
potenti, sembra innocente come l’aperitivo scontato e la fila saltata per noi, per questo essi hanno<br />
anche la faccia tosta quando vengono beccati a perpetrare abusi <strong>di</strong> potere. Non fingono: loro<br />
credono veramente <strong>di</strong> aver fatto una cosa innocente.<br />
Era impossibile per un uomo, seppure alato, entrare nel sistema lavorativo se non provenisse già<br />
da un ambiente lavorativo. Ciò che non sapeva fare Viktor era fingere. Questo il suo problema, tra<br />
gli <strong>altri</strong>, perché fingendo si sarebbe potuto inserire in un ambiente <strong>di</strong> cui non era pratico.<br />
«Eppure basta pensare a queste cose, non ce le faccio più. La vita è altro. Queste meccaniche<br />
non sono la vera. Anche se mi sento tagliato fuori da tutto. Abdù e Stephen sono i miei unici amici.<br />
Mi manca anche una donna. Dove troverò una donna alata? Sono un re, ma sono un re che è stato<br />
ghigliottinato dalla noia»<br />
Nonostante non fosse stato invitato Viktor si presentò alla festa <strong>di</strong> Mae alle <strong>di</strong>eci e<br />
quarantacinque.<br />
Il bene e il male sono solo una questione <strong>di</strong> squadre: a un certo punto ti trovi a tifare per una<br />
delle due e non sai neanche perché.<br />
Stephen andò incontro a Viktor abbracciandolo quasi commosso, e poi cambiò il suo volto<br />
totalmente quando vide lo sguardo infuocato dell’amico. Lui aveva un’aria da furbetto ultraumano,<br />
ed il suo corpo sembrava rigido mentre si muoveva. Le amiche <strong>di</strong> Mae attorniavano la festeggiata<br />
che scartava i regali in preda a quella sorta <strong>di</strong> felicità incosciente che aggre<strong>di</strong>sce le persone nelle<br />
scene <strong>di</strong> protagonismo incontaminato. Ma la contaminazione era lì presente, e ci ‘pensò un’amica a<br />
spezzarle l’incanto confabulandole all’orecchio la notizia del nuovo arrivato, che era fermo in pie<strong>di</strong>,<br />
a pochi metri da lei, fissandola, e recependo come da lontano le parole dell’amico che profanavano<br />
coraggio per le aquile. Lei ghiacciò. Poi si stampò sul volto il falso sorriso per l’avvento dei regali,<br />
ma lo schiamazzo delle amiche si calmò come il vento d’estate, d’improvviso, quando decide <strong>di</strong><br />
aver già troppo smosso la sabbia della spiaggia, e ti lascia in<strong>di</strong>feso <strong>di</strong> fronte al caldo.<br />
Finiti gli scarti, poggiò i regali e si mosse verso <strong>di</strong> lui, con un sorriso <strong>di</strong> ben accoglienza che si<br />
rivolge a un <strong>di</strong>sabile quando entra in una lezione <strong>di</strong> storia su Sparta.<br />
«Ciao Viktor. Mi fa piacere che tu sia venuto»<br />
«Non <strong>di</strong>re cazzate. Comunque sono qui, e questo è per te»<br />
«Ehm, non…grazie»<br />
L’imbarazzo della ragazza si mischiava allo stupore ancor più grande <strong>di</strong> sentire quelle parole<br />
scorbutiche da un uomo che era il ritratto della gentilezza, o almeno lo era stato. Quando poi scartò<br />
il regalo, un totale <strong>di</strong>sorientamento lo avvolse: era un giocattolo, un pupazzo <strong>di</strong> Batman.<br />
«Grazie, è, è bellissimo»<br />
«Lo so»<br />
E se ne andò verso Stephen che si era allontanato per permettere il <strong>di</strong>alogo senza compromessi.<br />
«An<strong>di</strong>amo a bere»<br />
«Come? Sì, certo, ma, senti: ti sembrava proprio il caso <strong>di</strong> regalarle un mammoccio con le ali?»<br />
IV<br />
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