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capitolo 5 LA - Archiviostorico.Net

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disgraziata sorte della sua famiglia. Attilio Leoncini ha vissuto tutta la<br />

sua vita con il rammarico di non aver potuto salvare il suo piccolo<br />

amico.<br />

Parliamo adesso della famiglia di Natale Secondino, che qui abitava<br />

con la moglie MARIA PAL<strong>LA</strong>DINO e il figlio STEFANINO. Natale,<br />

il giorno della diga, perse tutto: la famiglia, la casa, il lavoro. Rimase<br />

in tuta da lavoro e venne salvato dall'intervento energico di Amleto<br />

Ulzi, che lo trascinò via prima che la casa crollasse sotto l'impeto delle<br />

acque.<br />

Alcuni sopravvissuti ricordano ancora molto bene le invocazioni di<br />

aiuto di Maria e Pina, la moglie di Giglio, che, affacciate al balcone<br />

con un bambino in braccio, si rivolgevano al marito e ai soccorritori,<br />

impossibilitati a raggiungerle per il crollo delle scale.<br />

Questo appartamento era stato precedentemente abitato dalla famiglia<br />

di GIUSEPPE SECONDINO, fratello di Natale e padre di WAL-<br />

TER, l'autore di questo scritto, che qui nacque nell'anno 1928.<br />

Torniamo a piano terra per parlare dell'Agenzia di macchine da cucire<br />

SINGER della signora GIOVANNA GRILLO, detta la SUFRICIA.<br />

L'agenzia era stata aperta con lo scopo di insegnare il cucito e il ricamo<br />

alle ragazze del Borgo che ne facevano richiesta, con il successivo<br />

probabile acquisto della macchina. Quasi tutte le ragazze del Borgo<br />

impararono lì a cucire a macchina e a ricamare.<br />

Quindi c’era il negozio di commestibili di BATTISTA CANOBBIO,<br />

con la moglie MARGHERITA PASTORINO e i figli GIACOMO e<br />

OLGA.<br />

Subito a fianco stava la bottega di ciabattino di ROCCO MAR-<br />

CHELLI. Era aiutato dai figli SANTINO e GIACOMINO. La famiglia<br />

di Rocco abitava proprio sopra la bottega. La moglie di Rocco era<br />

MARIA OLIVIERI, detta MAININ. La bottega di Rocco era il ritrovo<br />

di tutti i ragazzi del Borgo, che andavano da lui per farsi fare le lenze<br />

per pescare. Rocco era molto buono e accondiscendeva volentieri ai<br />

desideri dei suoi amichetti che gli scorazzavano intorno al deschetto. I<br />

figli Santino e Giacomino furono due valenti giocatori di bocce: la<br />

società bocciofila di Ovada è intitolata ad uno di loro.<br />

A seguire troviamo l'Osteria del QUAIAN, gestita in un primo tempo<br />

dalla signora ERSILIA CARLOTTA BACCANIS vedova GIACCHE-<br />

RO, di 83 anni, una toscana molto decisa e sbrigativa con tutti gli<br />

avventori. Personaggio caratteristico, di lei si ricordano molti episodi<br />

divertenti. Al tempo della diga l'osteria era gestita dal falegname CIT-<br />

TERIO con la moglie e la figlia MARIUCCIA.<br />

Avevamo poi UMBERTO BERCA, un macellaio originario di<br />

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