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<strong>capitolo</strong> 22<br />
NIAPPE<br />
Nella galleria dei personaggi caratteristici del Borgo fa spicco la<br />
figura di Nappe (Giuseppe). Era questi un contadinotto comicissimo,<br />
originario delle Cappellette, conosciuto e benvoluto ad Ovada dagli<br />
anni Trenta ai Cinquanta.<br />
Viveva con la sorella, che lo accudiva con energia. Gli ovadesi che<br />
l’hanno conosciuto ricorderanno la sua figura dinoccolata, l’andatura<br />
ciondolante con i grossi scarponi, il profilo cavallino con il cappello<br />
sulle ventitré, il balbettare con l’eterna cicca di tabacco in bocca. Di<br />
carattere bonario e un po’ filosofo, fu protagonista di avventure, disavventure<br />
e burle memorabili, che lui stesso raccontava con un po’ di<br />
esagerazione e tanto buonumore.<br />
Noi ragazzetti del Borgo, quando il sabato scendeva a Ovada per il<br />
mercato, lo fermavamo vicino alla fontana di piazza Nervi e ci facevamo<br />
raccontare le sue vicende. Come contadino vantava l’inimitabile<br />
dolcetto della sua vigna, come cacciatore la mira infallibile, come<br />
cercatore di tartufi il suo fiuto da segugio. Dei suoi ronzini magri da<br />
far pietà parlava come di autentici purosangue. La sua sensibilità per<br />
il gentil sesso era risaputa e le sue avventure galanti, vere o false che<br />
fossero, erano argomento di spasso. Bastava stuzzicarne la vanità per<br />
stimolare il racconto che, intercalato dalle contestazioni dei presenti,<br />
finiva sempre in grasse risate.<br />
Come amici aveva una schiera di allegri buontemponi: Pinan u trifulau,<br />
Virgilio e Dante gli spazzini, Nani, Tancredi, Carloun u cantatore<br />
e altri, sempre pronti a giocargli tiri mancini e scherzi divertenti.<br />
Una sera, un maresciallo dei carabinieri, d’accordo con il proprietario<br />
e i soliti burloni, senza farsi riconoscere sorresse sulle proprie spalle<br />
Nappe per aiutarlo a rubare la lugliatica sopra il muro di una villa. La<br />
burla finì in caserma, e davanti al proprietario infuriato (per finta),<br />
Niappe dimostrò doti inaspettate di dialettica.<br />
Era usanza a quei tempi che nel periodo di Pasqua squadre di cantori<br />
andassero in giro per le cascine a “cantare le uova”. Erano sempre<br />
ben accolti dai contadini, che davano loro da mangiare e bere e donavano<br />
le uova. Niappe, anche se stonato, era sempre ben accetto fra i<br />
cantori perché rallegrava la compagnia.<br />
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