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capitolo 5 LA - Archiviostorico.Net

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WOLF FERRARI, TINO PERFUMO di Roccagrimalda, PAOLINO<br />

PESCE della villa Zoraide, PINULEIN SCARSI delle Cappellette e<br />

LORENZO BARBORO, il futuro “mago”.<br />

Subito appresso c’era la bottega di ciclista di GATTI, originario di<br />

Tortona, che era il fratello del capofficina dello Stampaggio.<br />

Nel laboratorio che era stato di AMLETO ULZI c'era adesso GIRO-<br />

MEIN RAVERA, detto il MORETU. GIROMEIN costruiva con perizia<br />

cancellate, portoni in ferro e tutti i lavori in ferro battuto che gli<br />

venivano commissionati. Ad aiutarlo c'erano il figlio VINCENZO (il<br />

futuro primo Sindaco della Liberazione), il figlio ARISTIDE e, finchè<br />

non andò a lavorare allo Stampaggio, il nipote PAOLOTTO.<br />

Veniva subito dopo lo sgabuzzino di AMEDEO BEVI<strong>LA</strong>CQUA, che<br />

faceva l'orefice e il riparatore di orologi e sveglie. Il suo laboratorio era<br />

tanto minuscolo che era necessario mettere fuori dalla porta una panchetta<br />

con sopra gli “svegliarini” in bella mostra. Con lui vivevano la<br />

moglie ELENA BAROZZI e i figli LEA e ACHILLE.<br />

Proseguendo il nostro percorso troviamo il magazzino di formaggi di<br />

GRILLO, aiutato nella sua attività dai figli SERAFINO ed ELIDE.<br />

SERAFINO, a quei tempi già sposato con NICOLINA MARENCO,<br />

era militare in Africa orientale. Alla moglie sgomenta, quel giorno,<br />

rimase in mano un mazzo di chiavi ormai inutili..<br />

Precedentemente questo locale era stato utilizzato da EMILIO U<br />

ZENEISE, detto il PIGNATE', che aveva un commercio di terraglie.<br />

Da un grosso porticato entriamo nel regno di FRANCESCO BAR-<br />

BORO ( CASTAGNOUN). Qui c'era un vasto cortile che serviva da<br />

SFERISTERIO PER IL GIOCO DEL TAMBURELLO e come<br />

CAMPO DI <strong>LA</strong>NCIO PER IL TIRO AL PICCIONE E AL PIATTEL-<br />

LO. CASTAGNOUN era un grande appassionato del gioco del tamburello<br />

e anche un discreto giocatore. Per il tiro al piattello e al piccione<br />

era predisposta nel cortile una grande piazzola in cemento, da dove si<br />

sparava in direzione del greto del fiume Orba.<br />

Venivano appassionati da tutto il circondario: il campo era frequentato<br />

da nobili e titolati. Gli ovadesi più assidui erano GIULIO MAR-<br />

CHELLI, il figlio COLOMBO, MINO PASTORINO, il GHINOTTO.<br />

Il grande COSTANTE GIRARDENGO, anche lui appassionato tiratore,<br />

era stato Campione d'Italia di tiro al piattello.<br />

Il divertimento (se così si può dire) dei ragazzi era quello di andare a<br />

raccogliere i poveri piccioni feriti e i piattelli che non erano stati colpiti.<br />

C'era anche qualcuno che i piccioni feriti li voleva cucinare per cena.<br />

Il cortile serviva anche come CAMPO D'ISTRUZIONE PER I MILI-<br />

TARI DELL'ESERCITO. Veniva utilizzato dall' 11° ARTIGLIERIA<br />

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