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WOLF FERRARI, TINO PERFUMO di Roccagrimalda, PAOLINO<br />
PESCE della villa Zoraide, PINULEIN SCARSI delle Cappellette e<br />
LORENZO BARBORO, il futuro “mago”.<br />
Subito appresso c’era la bottega di ciclista di GATTI, originario di<br />
Tortona, che era il fratello del capofficina dello Stampaggio.<br />
Nel laboratorio che era stato di AMLETO ULZI c'era adesso GIRO-<br />
MEIN RAVERA, detto il MORETU. GIROMEIN costruiva con perizia<br />
cancellate, portoni in ferro e tutti i lavori in ferro battuto che gli<br />
venivano commissionati. Ad aiutarlo c'erano il figlio VINCENZO (il<br />
futuro primo Sindaco della Liberazione), il figlio ARISTIDE e, finchè<br />
non andò a lavorare allo Stampaggio, il nipote PAOLOTTO.<br />
Veniva subito dopo lo sgabuzzino di AMEDEO BEVI<strong>LA</strong>CQUA, che<br />
faceva l'orefice e il riparatore di orologi e sveglie. Il suo laboratorio era<br />
tanto minuscolo che era necessario mettere fuori dalla porta una panchetta<br />
con sopra gli “svegliarini” in bella mostra. Con lui vivevano la<br />
moglie ELENA BAROZZI e i figli LEA e ACHILLE.<br />
Proseguendo il nostro percorso troviamo il magazzino di formaggi di<br />
GRILLO, aiutato nella sua attività dai figli SERAFINO ed ELIDE.<br />
SERAFINO, a quei tempi già sposato con NICOLINA MARENCO,<br />
era militare in Africa orientale. Alla moglie sgomenta, quel giorno,<br />
rimase in mano un mazzo di chiavi ormai inutili..<br />
Precedentemente questo locale era stato utilizzato da EMILIO U<br />
ZENEISE, detto il PIGNATE', che aveva un commercio di terraglie.<br />
Da un grosso porticato entriamo nel regno di FRANCESCO BAR-<br />
BORO ( CASTAGNOUN). Qui c'era un vasto cortile che serviva da<br />
SFERISTERIO PER IL GIOCO DEL TAMBURELLO e come<br />
CAMPO DI <strong>LA</strong>NCIO PER IL TIRO AL PICCIONE E AL PIATTEL-<br />
LO. CASTAGNOUN era un grande appassionato del gioco del tamburello<br />
e anche un discreto giocatore. Per il tiro al piattello e al piccione<br />
era predisposta nel cortile una grande piazzola in cemento, da dove si<br />
sparava in direzione del greto del fiume Orba.<br />
Venivano appassionati da tutto il circondario: il campo era frequentato<br />
da nobili e titolati. Gli ovadesi più assidui erano GIULIO MAR-<br />
CHELLI, il figlio COLOMBO, MINO PASTORINO, il GHINOTTO.<br />
Il grande COSTANTE GIRARDENGO, anche lui appassionato tiratore,<br />
era stato Campione d'Italia di tiro al piattello.<br />
Il divertimento (se così si può dire) dei ragazzi era quello di andare a<br />
raccogliere i poveri piccioni feriti e i piattelli che non erano stati colpiti.<br />
C'era anche qualcuno che i piccioni feriti li voleva cucinare per cena.<br />
Il cortile serviva anche come CAMPO D'ISTRUZIONE PER I MILI-<br />
TARI DELL'ESERCITO. Veniva utilizzato dall' 11° ARTIGLIERIA<br />
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