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en altri uccelli!".<br />
Quando il Re Vittorio Emanuele III giunse in visita nel Borgo si<br />
fermò a parlare con Lorenzo Marchellli, chiedendo notizie del disastro.<br />
A chi si meravigliava che il Re si fosse fermato a parlare proprio con<br />
lui, Lorenzo rispose imperturbabile: "Ma perché? Mi conosceva da<br />
tanto tempo! Quando ci fu la ritirata di Caporetto lo portai in spalla per<br />
diversi chilometri...".<br />
Lorenzo ed Andrea Olivieri erano due fratelli gemelli che esercitavano<br />
il mestiere del mediatore di pecore e capre. Li chiamavano i Dria.<br />
La loro rassomiglianza era talmente impressionante che Rita, la figlia<br />
di Lorenzo, molte volte chiedeva i soldi dei quaderni al padre, senza<br />
accorgersi che li aveva chiesti allo zio!!<br />
Nel Borgo viveva un personaggio che non era proprio amante del<br />
lavoro. Era però un tipo buono e sopravviveva grazie alla benevolenza<br />
di tutti. Un giorno, preso da sconforto, confidò ad un amico che aveva<br />
deciso di finire quella vita grama, andando a gettarsi dalla Rocca di<br />
Tagliolo. “Sei matto! – gli disse l’amico -. Dovrai lavorare un giorno<br />
intero per disboscare le piante prima di gettarti!”. “Allora non ci<br />
vado!” fu la risposta.<br />
A quei tempi le strade comunali e provinciali erano in terra battuta e<br />
sollevavano un polverone ad ogni passaggio dei carri e delle poche<br />
auto. Per questo motivo il Comune di Ovada aveva istituito un servizio<br />
di annaffiamento, che veniva effettuato con una autocisterna appositamente<br />
attrezzata. Il servizio era stato affidato all’officina di mio zio<br />
Natale Secondino e l’autista della cisterna era solitamente mio padre<br />
Giuseppe. Io ero invidiato da tutti i ragazzi del Borgo perché, seduto al<br />
fianco di mio padre, regolavo gli spruzzi d’acqua per terra e qualche<br />
volta anche… nelle gambe della gente!<br />
Giancarlo Marenco, il futuro bidello, Oreste Rosso e Renato Alloisio,<br />
il Campoun, erano i ragazzi terribili del Borgo. Ne combinavano di<br />
tutti i colori e tenevano sempre tutti in apprensione per i loro tiri mancini.<br />
Quando nel Borgo venivano per il campo estivo i soldati dell' 11°<br />
Someggiata, i nostri eroi marinavano la scuola, nascondevano le “sacchette”<br />
dei libri nei cespugli e si intrufolavano nel campo a fare vita<br />
comune con i soldati. Ormai erano conosciuti e all'ora del rancio una<br />
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