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capitolo 5 LA - Archiviostorico.Net

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en altri uccelli!".<br />

Quando il Re Vittorio Emanuele III giunse in visita nel Borgo si<br />

fermò a parlare con Lorenzo Marchellli, chiedendo notizie del disastro.<br />

A chi si meravigliava che il Re si fosse fermato a parlare proprio con<br />

lui, Lorenzo rispose imperturbabile: "Ma perché? Mi conosceva da<br />

tanto tempo! Quando ci fu la ritirata di Caporetto lo portai in spalla per<br />

diversi chilometri...".<br />

Lorenzo ed Andrea Olivieri erano due fratelli gemelli che esercitavano<br />

il mestiere del mediatore di pecore e capre. Li chiamavano i Dria.<br />

La loro rassomiglianza era talmente impressionante che Rita, la figlia<br />

di Lorenzo, molte volte chiedeva i soldi dei quaderni al padre, senza<br />

accorgersi che li aveva chiesti allo zio!!<br />

Nel Borgo viveva un personaggio che non era proprio amante del<br />

lavoro. Era però un tipo buono e sopravviveva grazie alla benevolenza<br />

di tutti. Un giorno, preso da sconforto, confidò ad un amico che aveva<br />

deciso di finire quella vita grama, andando a gettarsi dalla Rocca di<br />

Tagliolo. “Sei matto! – gli disse l’amico -. Dovrai lavorare un giorno<br />

intero per disboscare le piante prima di gettarti!”. “Allora non ci<br />

vado!” fu la risposta.<br />

A quei tempi le strade comunali e provinciali erano in terra battuta e<br />

sollevavano un polverone ad ogni passaggio dei carri e delle poche<br />

auto. Per questo motivo il Comune di Ovada aveva istituito un servizio<br />

di annaffiamento, che veniva effettuato con una autocisterna appositamente<br />

attrezzata. Il servizio era stato affidato all’officina di mio zio<br />

Natale Secondino e l’autista della cisterna era solitamente mio padre<br />

Giuseppe. Io ero invidiato da tutti i ragazzi del Borgo perché, seduto al<br />

fianco di mio padre, regolavo gli spruzzi d’acqua per terra e qualche<br />

volta anche… nelle gambe della gente!<br />

Giancarlo Marenco, il futuro bidello, Oreste Rosso e Renato Alloisio,<br />

il Campoun, erano i ragazzi terribili del Borgo. Ne combinavano di<br />

tutti i colori e tenevano sempre tutti in apprensione per i loro tiri mancini.<br />

Quando nel Borgo venivano per il campo estivo i soldati dell' 11°<br />

Someggiata, i nostri eroi marinavano la scuola, nascondevano le “sacchette”<br />

dei libri nei cespugli e si intrufolavano nel campo a fare vita<br />

comune con i soldati. Ormai erano conosciuti e all'ora del rancio una<br />

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