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<strong>capitolo</strong> 17<br />
I CASEGGIATI POPO<strong>LA</strong>RI<br />
Nel 1934, chi, partendo da piazza Castello, voleva inoltrarsi nel<br />
Borgo, dopo aver attraversato il ponte sull’Orba, doveva percorrere lo<br />
stradone che conduceva in piazza Nervi. Guardandosi attorno poteva<br />
osservare il disarmonico sviluppo urbanistico avvenuto in tempi diversi,<br />
con differenti tecniche edilizie. Ai lati dello stradone due lunghi<br />
caseggiati colpivano l’attenzione per l’evidente aspetto di edilizia<br />
popolare, destinata ad abitanti di modeste possibilità.<br />
Sullo sinistra, il primo caseggiato era formato da sei plessi costruiti<br />
in fasi successive ed addossati l’uno all’altro. La prima costruzione,<br />
risalente a fine Ottocento, era ad un piano: le altre a tre piani, costruite<br />
quando vi fu un incremento della popolazione dovuto allo sviluppo<br />
di nuove attività. Il piano terra era riservato di fronte ad attività commerciali<br />
ed artigianali. Il retro portava a magazzini, aie, depositi, stalle,<br />
terreni coltivati ad ortaggi.<br />
Alle abitazioni dei piani superiori si accedeva mediante ripide e disagevoli<br />
scale. Questo fatto ebbe un peso notevole nelle vicende di quel<br />
13 agosto. Già nel primo mattino il Borgo venne inondato da una piena<br />
d’acqua alta circa un metro, che fece crollare le scale. Quando giunse<br />
la grande onda, gli abitanti dei piani superiori non poterono scendere e<br />
salvarsi.<br />
A destra dello stradone c’era il secondo caseggiato, anch’esso con<br />
una struttura tutta particolare. Il proprietario era Castagnoun<br />
(Francesco Barboro), che aveva fatto costruire la prima parte ad un<br />
piano e l’aveva adibita a sua abitazione e officina per la sua attività di<br />
meccanico. Successivamente aveva completato la costruzione con un<br />
caseggiato a tre piani, godendo dei proventi per gli affitti di negozi ed<br />
abitazioni. A differenza del caseggiato di fronte, che aveva l’accesso<br />
delle abitazioni sul davanti, questo caseggiato lo aveva sul retro, passando<br />
da un porticato che dava su di un cortile. Questo cortile era teatro<br />
dei giochi dei bambini, di partite di tamburello, delle gare di tiro al<br />
piccione e al piattello, dei campi estivi dei militari.<br />
Si salivano le scale e si arrivava ad un ballatoio che collegava longitudinalmente<br />
tutte le porte d’ingresso alle abitazioni. Queste non venivano<br />
chiuse a chiave, ma fermate da un battente di ferro azionato da<br />
una funicella. Questa sistemazione favoriva sicuramente i rapporti<br />
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