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Impaginato Atti.pub - Archivio Nucleare

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<strong>Nucleare</strong>: la ripartenza dopo il referendum ATTI pagina 99<br />

rie di terza categoria - molto radioattive e<br />

che hanno tempi di decadimento di molte<br />

migliaia di anni - in quelle di seconda categoria<br />

che hanno invece tempi di decadimento<br />

al massimo di solo qualche centinaio di anni<br />

e volendo si può pure ottenere energia da<br />

tutte queste scorie.<br />

4) Energie rinnovabili - Le energie rinnovabili<br />

(sovvenzionate dagli utenti elettrici in<br />

modo regressivo, con il “famoso” conto energia<br />

e/o che godono di altre “provvidenze”)<br />

sono un disastro economico ed energetico<br />

dato che:<br />

Posti di lavoro e green economy - Un posto<br />

di lavoro creato nella green economy ne impedisce<br />

la nascita da 5 a 7 in altri settori,<br />

perché questi sono posti ad alto impiego di<br />

capitale e non di mano d’opera (fonte IBL).<br />

Inoltre i vantati 150.000 posti di lavoro che si<br />

hanno in Italia legati al fotovoltaico (Fv) sono<br />

in realtà 18.000 diretti che arrivano a 55.000<br />

con l’indotto (fonte Energy-report 2010), e<br />

sono posti di lavoro soprattutto di bassa specializzazione,<br />

quali: assemblatori, montatori,<br />

semplici elettricisti e manutentori, dato che<br />

buona parte della produzione di pannelli Fv e<br />

inverter viene dall’estero, soprattutto Cina, o<br />

è comunque fatto su licenza. E poi i posti di<br />

lavoro veri e produttivi si hanno non producendo<br />

energia - che comunque deve essere<br />

abbondante, non costosa e poco inquinante<br />

come appunto quella nucleare - ma consumandola<br />

per produrre beni e servizi che devono<br />

servire per far crescere l’economia e per<br />

aumentare e migliorare la durata e la qualità<br />

della vita dei cittadini. Ad avvalorare quest’ultimo<br />

punto sono indicativi i seguenti dati<br />

relativi all’anno 2008: per la Germania la<br />

produzione elettricità è stata di 640.000 GWh<br />

(circa 45% da carbone, 23% nuke, 10%<br />

gas…. e solo 0,6% Fv), per l’Italia di 340.000<br />

GWh (circa 48% gas, 9% carbone, 0,0%<br />

nucleare, Fv = 0,08% e 0,2% nel 2009), con<br />

40.000 GWh (12% circa del totale) importati,<br />

la più parte dei quali da nucleare dalla Francia,<br />

mentre il consumo<br />

per abitante è<br />

stato per la Germania<br />

di 7,8 MWh, per<br />

l’Italia di 5,6 MWh,<br />

con in più il costo del<br />

kWh italiano, come<br />

già detto, superiore<br />

anche del 60% rispetto<br />

a molti paesi Ue e<br />

quasi il doppio rispetto<br />

alla Francia, a cui<br />

in 25 anni abbiamo<br />

pagato circa 20 centrali<br />

nucleari su 58 (!). Nessuna meraviglia<br />

quindi se la nostra economia arranca e la sua<br />

crescita è di diversi punti % inferiore a quella<br />

tedesca e se inoltre il potere d’acquisto degli<br />

italiani è dal 20% al 30% inferiore a quello di<br />

altri cittadini europei, nei cui paesi a noi comparabili<br />

– guarda caso –<br />

c’è il nucleare (28% nell’UE<br />

nel 2009).<br />

Costi benefici nuclearefotovoltaico<br />

- Una centrale<br />

nucleare EPR da<br />

1.600 MW = 1,6 GW che<br />

produrrebbe con continuità<br />

il 3,5% dei nostri<br />

kWh - al netto di costru-

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