Impaginato Atti.pub - Archivio Nucleare
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pagina 62<br />
coinvolgimento più ampio possibile di tutti i<br />
portatori di interesse (http://it.wikipedia.org/<br />
wiki/Stakeholders) che operano su un determinato<br />
territorio.<br />
Con riferimento al sistema energetico in<br />
Italia, FareAmbiente ha rilevato alcune anomalie<br />
e forti squilibri in confronto anche alle<br />
situazioni energetiche di altri Paesi industrializzati<br />
e si è convinta che le opposizioni a<br />
volte nascono solo da dogmi ideologici e/o<br />
ignoranza. Si è capito che: l’energia è vita;<br />
che tutte le fonti di energia meritano rispetto<br />
e considerazione; che il ricorso ad una fonte<br />
deve tener conto di valutazioni scientifiche,<br />
economiche, non ideologiche. Ciò premesso<br />
si ritiene opportuno sostenere non solo lo<br />
sviluppo delle fonti rinnovabili, economia<br />
permettendo, ma anche dell’unica forma di<br />
energia sicura, pulita, economica e massiva<br />
oggi presente sul mercato e cioè: l’energia<br />
nucleare.<br />
Per ogni nazione industrializzata le priorità<br />
rimangono sempre la riduzione della dipendenza<br />
da fonti fossili attraverso lo sviluppo di<br />
fonti di energia alternativa. L’Italia dipende<br />
da fonti energetiche estere per l’85%. L’abbandono<br />
della fonte energetica nucleare da<br />
parte dell’Italia non ha influito sullo sviluppo<br />
delle centrali nucleari nel mondo che hanno<br />
aumentato(in 20 anni) la loro potenza da 250<br />
GW a 372 GW(+ 49%), ma ha fatto solo aumentare<br />
la bolletta elettrica italiana che è il<br />
45% superiore rispetto alla media europea ed<br />
il doppio di quella della Francia.<br />
Attualmente nel Mondo abbiamo 440 reattori<br />
in funzione(197 in Europa), 59 in costru-<br />
ATTI<br />
<strong>Nucleare</strong>: la ripartenza dopo il referendum<br />
zione e 149 impianti pianificati (dati WNA<br />
2010). È ovvio che nell’ambito di una economia<br />
verde (green economy) rientra ampiamente<br />
anche l’energia derivante dalla fissione<br />
dell’uranio. Sostituire le centrali a petrolio<br />
con le centrali a uranio significa meno dipendenza<br />
energetica dai Paesi petroliferi, meno<br />
emissioni di gas inquinanti e clima alteranti:<br />
una riduzione delle emissioni intorno a<br />
5 milioni di tonnellate all’anno di CO2 per<br />
ogni 1000 MW sostituiti senza dimenticare le<br />
migliaia di tonnellate all’anno in meno in<br />
atmosfera di ossidi di zolfo, ossidi di azoto,<br />
monossido di carbonio e particolato. La riduzione<br />
di CO2 sarà in linea con gli obiettivi<br />
strategici assegnati all’Italia nell’ambito dell’Unione<br />
Europea. Più verde di così! Con la<br />
“green economy” salveremo Gaia: il nostro<br />
fantastico pianeta vivente di cui noi siamo<br />
parte integrante. Occorre però ricordare che