31.05.2013 Views

Impaginato Atti.pub - Archivio Nucleare

Impaginato Atti.pub - Archivio Nucleare

Impaginato Atti.pub - Archivio Nucleare

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Nucleare</strong>: la ripartenza dopo il referendum ATTI pagina 93<br />

scorie dei reattori veloci, inoltre, si riportano<br />

ad un livello di radiotossicità comparabile a<br />

quella dell’uranio naturale in poche centinaia<br />

di anni anziché centinaia di migliaia di anni.<br />

Ai reattori veloci era già stata data tanta<br />

attenzione fin dall'inizio dell'era nucleare e<br />

Fermi ne aveva sostenuto la necessità proprio<br />

per supplire alla limitata disponibilità del<br />

minerale uranifero per i reattori termici. La<br />

prima energia elettrica da fonte nucleare fu<br />

prodotta il 20 dicembre 1951 proprio dal<br />

reattore veloce EBR-1 raffreddato da una<br />

miscela sodio potassio. Dopo 60 anni di sviluppo,<br />

la filiera veloce basata sul sodio è,<br />

però, ben lontana dall’aver raggiunto la competitività<br />

economica a confronto con i reattori<br />

raffreddati ad acqua e la piena accettabilità<br />

lato sicurezza non è ancora stata raggiunta a<br />

causa del fatto che il sodio brucia in presenza<br />

di aria ed esplode a contatto con l’acqua.<br />

Molte grandi organizzazioni nucleari internazionali,<br />

per valorizzare gli investimenti<br />

fatti, si focalizzano ancora sullo sviluppo dei<br />

Reattori Veloci a Sodio (SFR) nel tentativo<br />

di renderli competitivi e sicuri, mentre l’Italia<br />

nella ricerca di una tecnologia più promettente<br />

in termini di costo e sicurezza si è<br />

particolarmente dedicata allo sviluppo dei<br />

Reattori Veloci Raffreddati a Piombo “Lead<br />

Fast Reactor” (LFR).<br />

L’attività Italiana poggia su tre fattori:<br />

1) Il lavoro fatto dall’Italia in ambito Euratom<br />

che ha evidenziato le potenzialità del<br />

piombo ed ha permesso, con soluzioni innovative,<br />

di risolvere molte delle problematiche<br />

d’impianto quali quelle dell'eccessiva<br />

dimensione del sistema primario del reattore<br />

che in passato avevano scoraggiato l’industria<br />

a procedere nello sviluppo. Oggi, al<br />

contrario, si contano molte iniziative di ricerca<br />

sul piombo puro o sull’eutettico piombo-bismuto<br />

e la sola Europa dispone di oltre<br />

30 apparati sperimentali per il relativo sviluppo<br />

tecnologico.<br />

2) I laboratori ENEA del Brasimone che<br />

sono i più importanti a livello mondiale per la<br />

tecnologia del piombo liquido.<br />

3) Il bagaglio di esperienza sistemistica e di<br />

costruzione maturata dagli ingegneri italiani<br />

che negli anni 76-86 hanno partecipato alla<br />

progettazione e realizzazione di SPX1 (figura<br />

in alto nella pagina).<br />

L’applicazione della tecnologia piombo<br />

all’energia nucleare iniziò in Unione Sovietica<br />

nel 1950 dove reattori nucleari raffreddati<br />

a piombo-bismuto (Lead-Bismuth Eutectic,<br />

LBE) furono sviluppati ed impiegati per la<br />

propulsione di sottomarini. Questi reattori<br />

erano tuttavia destinati esclusivamente ad<br />

applicazioni militari e generalmente scono-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!