Impaginato Atti.pub - Archivio Nucleare
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<strong>Nucleare</strong>: la ripartenza dopo il referendum ATTI pagina 35<br />
L’opinione <strong>pub</strong>blica ed il consenso,<br />
l’espressione violenta del dissenso ed il rischio terrorismo<br />
Dottoressa Diana Fotia<br />
Ricercatrice AIASU nel settore della criminologia sociologica e dell’intelligence<br />
Ancor prima di Fukusjima,<br />
ancor prima che si parlasse di<br />
referendum, sembrava essere<br />
arrivato un momento apparentemente<br />
calmo, ma prolifico di<br />
nuove prospettive future per<br />
l’energia dell’atomo, in cui il<br />
problema principale era quello<br />
di difendere le centrali da<br />
probabili attacchi e ritorsioni<br />
terroristiche. Basandomi su<br />
alcuni studi precedenti sulla<br />
questione islamica e non solo<br />
e, approfondendo alcune linee<br />
guida dell’AIEA, EURATOM,<br />
WANO E NEA sulla messa in sicurezza dei<br />
siti di terza generazione ho articolato un progetto<br />
che non toccasse esclusivamente gli<br />
aspetti tecnici e politici della loro rimodernizzazione,<br />
ma quei fattori umani, sociali e psicologici,<br />
i quali per troppo tempo sono stati<br />
sottovalutati.<br />
Era stato partendo da questo progetto e non<br />
dai risultati del referendum, che ho compreso<br />
la fondamentale importanza dell’opinione<br />
<strong>pub</strong>blica e l’impostazione di un dialogo reale<br />
e proficuo tra i “pro”&”contro per un futuro<br />
di reale evoluzione energetica.<br />
I PRO NUC parlano di dissidenti come di<br />
barbari o rivoltosi per noia o per semplice<br />
gusto di farlo. Si<br />
tratta, in realtà, di<br />
persone comuni,<br />
più o meno edotte,<br />
che approfondiscono<br />
nelle loro possibilità<br />
e nel loro<br />
credo politicoculturale<br />
e sociale<br />
le tematiche che le<br />
circondano.<br />
Oggi siamo parte<br />
di popolazioni sull’-<br />
orlo di diverse crisi, ivi comprese<br />
quelle di “nervi”, le<br />
quali soffrono della poca<br />
inclinazione all’ascolto delle<br />
Istituzioni e di chi detiene il<br />
potere economico e tecnico,<br />
popolazioni che soffrono<br />
della mancanza di considerazione<br />
nelle loro volontà, nelle<br />
loro necessità, nel loro stile di<br />
vita e nelle loro ipotesi sul<br />
futuro che vorrebbero.<br />
La crisi economica e la caotica<br />
urbanizzazione hanno dato vita<br />
ad un folto sottoproletariato di<br />
disoccupati, non-scolarizzati, affamati ed<br />
emarginati che hanno trovato risposte e speranze<br />
solo in un modello fondato sul terrore.<br />
Il tentativo di un’eccessiva evoluzione<br />
tecnica ha scatenato il fondamentalismo di<br />
alcuni estremisti che hanno tentato di opporsi.<br />
Queste sono le condizioni principali, seppur<br />
banali, in cui si crea il dissenso ed è contro<br />
ciò che si deve combattere per creare armonia,<br />
sicurezza e consenso.<br />
Non bisogna creare oppositori, anche se<br />
ciò significa contrattare, comprendere, mediare,<br />
accettare idee e condizioni altrui<br />
diverse e scendere a compromessi. Rimanere<br />
chiusi nelle proprie ed esclusive modalità<br />
di approccio tecnico-politicoeconomico<br />
non ha<br />
aiutato fino adesso<br />
e non aiuterà in<br />
futuro.<br />
La sicurezza si conquista<br />
con la fiducia.<br />
La difesa di una<br />
comunità è possibile<br />
solo attraverso un<br />
progetto multidimensionale.<br />
Bisogna