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Impaginato Atti.pub - Archivio Nucleare

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<strong>Nucleare</strong>: la ripartenza dopo il referendum ATTI pagina 139<br />

Considerazioni sulla situazione del nucleare italiano oggi<br />

Bilancio di una falsa partenza<br />

Ingegneri Mauro Cappelli e Osvaldo Aronica<br />

Enea, Centro Ricerche della Casaccia - Roma<br />

Unità Tecnica Tecnologie ed impianti per la fissione nucleare e la gestione del materiale nucleare<br />

Finalmente sembrava<br />

possibile tornare<br />

ad associare<br />

l’aggettivo nucleare<br />

al termine energia.<br />

Dopo essere stati tra<br />

le nazioni che pioneristicamente<br />

avevano<br />

introdotto l’energia<br />

nucleare per scopi<br />

civili e aver mantenuto<br />

per anni un primato di eccellenza a livello<br />

internazionale in termini di risorse umane e<br />

strutture di ricerca, tanto da diventare il terzo<br />

produttore mondiale di elettricità nel 1966, le<br />

note vicende ci avevano relegato fuori da<br />

quello che diventava invece anno dopo anno<br />

un club sempre più affollato. Con conseguenze<br />

sia sulla bolletta energetica, che per il<br />

mondo industriale - e soprattutto per la piccola<br />

e media impresa - rappresenta una delle<br />

voci più pesanti sui costi fissi aziendali, sia<br />

sull’ambiente in termini di mancata riduzione<br />

delle emissioni di CO2.<br />

L’Italia non sarebbe dunque stata un paese<br />

new comer nel club nucleare, tutt’al più un<br />

new old comer, caso unico nel panorama<br />

mondiale che tipicamente si divide fra nazioni<br />

che hanno il nucleare e nazioni che per<br />

la prima volta entrano o sono prossime a<br />

fare il loro ingresso nel nucleare. È proprio<br />

la vivacità ritrovata<br />

di questo club, con<br />

nuove nazioni pronte<br />

a fare il loro primo<br />

ingresso, unito<br />

al rafforzamento<br />

delle attività di sviluppo<br />

nei paesi che<br />

storicamente avevano<br />

già adottato il<br />

nucleare, che aveva<br />

spinto a parlare, forse con un pizzico di<br />

retorica, di Renaissance nucleare. Sicuramente<br />

gli eventi di Fukushima hanno costretto<br />

a smorzare gli entusiasmi e ad avviare<br />

giustamente una seria pausa di riflessione.<br />

Ma siamo sicuri che tutto ciò si debba necessariamente<br />

tradurre con un improvviso,<br />

umorale e drastico abbandono normativo di<br />

ogni possibile strada che in qualche modo<br />

contempli l’uso di fonte nucleare?<br />

Forse non è detto, visto che dopotutto è solo<br />

il nostro paese ad aver compiuto un passo così<br />

deciso. Le altre nazioni, a parte qualche caso<br />

isolato di annunci di futuri abbandoni o di<br />

intenzioni di ripensare l’intera politica energetica,<br />

hanno affidato alle conclusioni della<br />

campagna di stress test il compito di fornire le<br />

dovute indicazioni per garantire quella maggiore<br />

sicurezza che l’opinione <strong>pub</strong>blica e i<br />

cittadini giustamente si attendono.

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