Impaginato Atti.pub - Archivio Nucleare
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<strong>Nucleare</strong>: la ripartenza dopo il referendum ATTI pagina 103<br />
sembra schiudere orizzonti di sviluppo e<br />
prosperità». (omissis) «Tutti sono coinvolti in<br />
questo progetto ambizioso e indispensabile,<br />
sia all’interno sia all’esterno del settore nucleare<br />
ed energetico, sia nel settore <strong>pub</strong>blico sia<br />
in quello privato, a livello sia governativo sia<br />
non governativo». Da questo intervento ufficiale<br />
si desume chiaramente che la Chiesa<br />
non è antinuclearista, come veniva con enfasi<br />
riportato da quasi tutti i mass-media pochi<br />
giorni prima del referendum del 12 e 13 giugno.<br />
Posizione antinucleare erroneamente<br />
desunta interpretando un discorso fatto dal<br />
Papa Benedetto XVI il 09 giugno 2011 ad<br />
ambasciatori di paesi (Moldavia, Guinea,<br />
Belize, Siria, Ghana e Nuova Zelanda) non<br />
interessati dal disastro di Fukushima e dai<br />
referendum italiani, ed in cui il termine<br />
“nucleare” non era mai citato ma più in generale,<br />
tra l’altro, si parlava di energia sicura e<br />
rispettosa dell’ambiente (come in effetti quella<br />
ottenuta dal nucleare è). Il fatto poi che la<br />
posizione, in definitiva pro nucleare della<br />
Chiesa, non sia stata portata a conoscenza<br />
della <strong>pub</strong>blica opinione, a differenza di quella<br />
falsamente antinucleare, è la chiara dimostrazione<br />
sia dell’inquinamento di buona parte<br />
dell’informazione sia della disonesta strumentalizzazione<br />
che viene fatta riguardo alle<br />
prese di posizione della Chiesa stessa: da<br />
ascoltare e seguire quando queste sono funzionali<br />
a ciò che gli “ottimati” hanno deciso<br />
essere valido e buono e da demonizzare o<br />
ignorare quando non rispondono ai loro<br />
“illuminati” disegni.<br />
Conclusioni - Per questi motivi e considerato<br />
che ciò che non è economicamente sostenibile<br />
non è ecologicamente compatibile,<br />
va detto che il sequestro della CO2 e la green-economy<br />
(comunque energeticamente<br />
ininfluente) sovvenzionata, sono un lusso/<br />
spreco che non ci possiamo più permettere e<br />
quindi dovremo puntare – senza se e senza<br />
ma – sul nucleare, se l’Italia non vorrà cadere<br />
ancora di più nell’abisso del sottosviluppo,<br />
per carenza di elettricità e/o per il prezzo<br />
sempre più esorbitante della stessa (il danno<br />
della fuga dal nucleare dal 1986 ci è già<br />
costato, solo di spese vive, circa 180 miliardi,<br />
ovvero oltre 7 miliardi annui). In conseguenza<br />
di ciò occorre ripartire quanto prima<br />
e alla grande per informare i cittadini in<br />
modo scientificamente, economicamente ed<br />
ecologicamente corretto, per farli guarire<br />
dalle superstizioni catastroambientaliste e<br />
convincerli che nucleare non solo è indispensabile<br />
e realizzabile ma è pure bello e questo<br />
è soprattutto un compito della politica che -<br />
come affermava Richelieu - deve rendere<br />
possibile ciò che è necessario, perché se<br />
continuano a farla da padrone i signor no e si<br />
continua a demolire e non a costruire, specie<br />
quello che cerca di fare l’altro, come risultato<br />
si ha Paese prigioniero della sindrome<br />
Nimby, incapace di volare alto e di impegnarsi<br />
per un futuro migliore.<br />
Professor Carlo Cerofolini<br />
Cultore di Chimica Analitica<br />
Università di Firenze<br />
Esperto di Energia ed Ambiente