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Impaginato Atti.pub - Archivio Nucleare

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<strong>Nucleare</strong>: la ripartenza dopo il referendum ATTI pagina 174<br />

della Merkel (promesse di chiusura graduale<br />

delle centrali nucleari e passaggio totale alle<br />

“alternative”, che saranno alternative sì, ma a<br />

gas e a carbone), e non ha negato le facoltà<br />

taumaturgiche delle imprevedibili e improgrammabili<br />

“alternative”, ma dichiarandole<br />

anzi indispensabili per raggiungere in tempo<br />

utile i superstiziosi obbiettivi europei<br />

(l’impossibile numero magico 20-20-20!),<br />

ritenuti corrispondenti agli impegni presi con<br />

il Protocollo di Kyoto; e molti altri meno valenti<br />

scienziati la pensano così e si dissociano<br />

dal motto del C.I.R.N. che fin dall’inizio aveva<br />

definito gli incentivi alle “rinnovabili” in<br />

Italia il “cancro dell’economia italiana”, così<br />

da permettere che siano in corso<br />

pratiche di approvazione di<br />

impianti fotovoltaici incentivati<br />

in Italia per una potenza di<br />

picco installata di oltre 130<br />

GW, quando per i prossimi<br />

anni la richiesta energetica italiana<br />

sarà soddisfatta tranquillamente<br />

dalla potenza installata<br />

esistente di circa 55 GW.<br />

E si potrebbero elencare altre<br />

decine di scandalose incongruenze,<br />

accettate tuttavia da<br />

eminenti personaggi politici<br />

(anche da quei pochi con un<br />

minimo di cognizioni scientifiche)<br />

e purtroppo anche da cer-<br />

tificati scienziati aderenti<br />

però a ideologie che mettono<br />

la scienza e la tecnica<br />

all’ultimo posto nella<br />

scala dei valori.<br />

Il discorso fatto sopra<br />

ignora volutamente alcuni<br />

eventi che, per quanto<br />

gravi, non avrebbero potuto<br />

peggiorare ulteriormente<br />

le tendenze della<br />

politica energetica italiana<br />

e l’atteggiamento dell’opinione<br />

<strong>pub</strong>blica che<br />

ha portato al disastroso e<br />

ridicolo referendum cosiddetto<br />

“bulgaro”, senza<br />

offesa per i simpatici vicini<br />

est-europei, ossia:<br />

il siluramento di Scajola avvenuto prima<br />

che incominciasse ad abbozzare il piano commissionatogli<br />

dal governo; il lungo interim (o<br />

meglio la vacanza di autorità) che seguì il<br />

siluramento, la nomina del nuovo ministro<br />

Romani, nel bel mezzo della bufera di Fukushima,<br />

che gli permise di evitare la figuraccia<br />

di non sapere realizzare altro che una stazione<br />

di TV locale (altro che grandi opere!); la<br />

creazione dell’Agenzia per la Sicurezza <strong>Nucleare</strong>,<br />

affidata al “dilettante” quasi novantenne<br />

Veronesi e a un’équipe di “esperti”, che<br />

mai hanno mostrato una sincera e esclusiva<br />

fiducia nella tecnologia della fissione nuclea-

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