Impaginato Atti.pub - Archivio Nucleare
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<strong>Nucleare</strong>: la ripartenza dopo il referendum ATTI pagina 151<br />
Alcune amare e sarcastiche considerazioni<br />
sul referendum in tema di nucleare<br />
Ingegnere Giusto Buroni<br />
Comitato Italiano per il Rilancio del <strong>Nucleare</strong> - Cirn Lombardia<br />
È con evidente irritazione che<br />
gli intellettualoidi italiani (del<br />
genere di Dacia Maraini, per<br />
fare un nome illustre), i loro<br />
discepoli o adepti, che dir si<br />
voglia, in una parola: i Verdi,<br />
gli ambientalisti, i pacifisti e<br />
generi ipocriti affini, adoratori<br />
del sole e del vento (e del proprio<br />
benessere a scapito di quello<br />
degli altri, che chiamano<br />
“sovrappopolazione”), hanno<br />
espresso il proprio giudizio su<br />
ciò che credevano di avere già<br />
condannato nell’’87 e che ora esigono si tratti<br />
della condanna definitiva (per l’eternità) del<br />
nucleare italiano, mostrando già con questo<br />
di ignorare che di “<strong>Nucleare</strong>” ne esistono<br />
diversi tipi e che, volenti o nolenti, se pure<br />
hanno ucciso il nucleare a fissione<br />
(momentaneamente simbolo di un aborrito<br />
governo di centro-destra), saranno sorpresi di<br />
sentire parlare quanto prima di quello a fissione<br />
del governo di centro-sinistra (nuova<br />
generazione, ovviamente!) o quanto meno del<br />
nucleare a fusione, fredda o calda che sia.<br />
Certamente i giornali<br />
e soprattutto la<br />
TV non hanno reso<br />
al mio amico “uomo<br />
della strada” un<br />
buon servizio, nominando<br />
ogni giorno,<br />
in notiziari che sarebbero<br />
dovuti essere<br />
seri, le terribili<br />
conseguenze della<br />
“fusione del nucleo<br />
del reattore” negli<br />
impianti di Fukushima<br />
(“ma non erano<br />
reattori a fissione”,<br />
si chiedeva il mio<br />
amico?): dopo alcuni giorni<br />
dal terremoto giapponese il<br />
mostro da combattere era per<br />
tutti “la fusione nucleare” e ce<br />
ne sono volute di interviste<br />
televisive a “primi ricercatori<br />
del CNR”, esimi “professori”<br />
o portavoce di ministeri per<br />
rimettere un po’ d’ordine nella<br />
questione, anche se alla fine la<br />
maggioranza decise di condannare<br />
IL NUCLEARE tout<br />
court, da fissione o da fusione<br />
che fosse. Ciò ha contribuito,<br />
con un’inattesa affluenza alle urne e maggiore<br />
determinazione, a rafforzare la convinzione<br />
che l’operazione referendum fosse un’inutile<br />
replica della consultazione del 1987: questa<br />
volta il SI’, che si spera tutti intendano<br />
come negazione nella bislacca regola dei<br />
referendum abrogativi, è stato votato da più<br />
della metà degli aventi diritto, cioè la maggioranza<br />
dei SI’ è stata assoluta rispetto agli<br />
aventi diritto e non solo ai votanti; neanche fu<br />
necessario conteggiare i voti, certamente non<br />
validi perché scritti su schede dal testo ancora<br />
diverso, degli Italiani<br />
residenti all’estero.<br />
Pochissimi hanno<br />
letto il testo dei quesiti<br />
e ancor meno si<br />
sono accorti di avere<br />
votato un testo diverso<br />
da quello per il<br />
quale erano state<br />
raccolte un milione e<br />
mezzo di firme e che,<br />
se analizzato seriamente,<br />
porterebbe a<br />
riaprire legalmente la<br />
“questione nucleare”,<br />
anziché chiuderla.<br />
Invece di lasciarli