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I riflessi letterari dell'Unità d'Italia nella narrativa siciliana

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uta e impietosa,disumana. Poi il tumulto si spegne, i carnefici cominciarono a sbandarsi e a<br />

tornare a casa.<br />

Nello smarrimento incombe l’avvento di altre lotte e di nuovi contrasti. La natura umana è<br />

sempre la stessa, ci sarà sempre chi cercherà di sopraffare l’altro<br />

- Senza messa non potevano starci, un giorno di domenica, come i cani! - Il casino dei<br />

galantuomini era sbarrato, e non si sapeva dove andare a prendere gli ordini dei padroni per la<br />

settimana. Dal campanile penzolava sempre il fazzoletto tricolore, floscio, <strong>nella</strong> caldura gialla di<br />

luglio.…. Ora dovevano spartirsi quei boschi e quei campi. Ciascuno fra sé calcolava colle dita<br />

quello che gli sarebbe toccato di sua parte, e guardava in cagnesco il vicino. - Libertà voleva dire<br />

che doveva essercene per tutti! […] Se non c'era più il perito per misurare la terra, e il notaio per<br />

metterla sulla carta, ognuno avrebbe fatto a riffa e a raffa! - E se tu ti mangi la tua parte all'osteria,<br />

dopo bisogna tornare a spartire da capo? - Ladro tu e ladro io 44 –<br />

L’arrivo dei soldati e poi dei giudici viene reso con ritmo lento quasi fermo, a sottolineare<br />

l’inesorabilità della repressione e del ritorno alla normalità, il tricolore penzola “floscio”. Poi arrivò<br />

Nino Bixio e la brutale repressione di“quel generale piccino sopra il suo gran cavallo nero …<br />

innanzi a tutti, solo”, appare un atto di giustizia elementare, accettato come una fatalità inesorabile.<br />

Il generale viene rappresentato, come avveniva nell’immaginario garibaldino, paterno nei confronti<br />

dei soldati, infatti “mise a dormire i suoi ragazzi come un padre”in chiesa, ma poi con spietatezza<br />

inizia la repressione:<br />

E subito ordinò che glie ne fucilassero cinque o sei 45 , Pippo, il nano, Pizzanello, i primi che<br />

capitarono[….] Da lontano, nelle viuzze più remote del paesetto, dietro gli usci, si udivano quelle<br />

schioppettate in fila come i mortaletti della festa 46 .<br />

La strage viene definita un carnevale e gli spari delle fucilazioni vengono paragonati ai<br />

mortaretti, l’essenza della vita e della storia è grottesca. Verga, omertoso, tra i fucilati della prima<br />

ora colloca un “nano”mentre sapeva bene che si trattava dell’innocuo pazzo del paese, Nunzio<br />

Ciraldo Fraiunco, colpevole di aver vagato nel paese con la testa cinta da un tricolore 47 . Cambiò una<br />

minorazione fisica con una mentale, per di più scegliendo la figura del nano sapeva che si sarebbe<br />

avvicinato al sentire popolare, che considera il nano pieno di malizia e cattiveria.<br />

N.Bixio giunse quando la rivolta era in fase declinante, il 6 agosto,con 300 uomini, e fece<br />

imprigionare l’avvocato Lombardo, che si era presentato spontaneamente, e altri sei capi della<br />

44 Ibidem,p.323<br />

45 Nella seconda edizione del 1920 è presente una variante ideologica,”cinque o sei di quei manigoldi”<br />

46 Verga ,G., Tutte le novelle,Milano:Mondadori Oscar,1993,p.323<br />

47 Sciascia, L.,La corda pazza. Scrittori e cose della Sicilia.,Milano:Adelphi,1991, p.100<br />

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