I riflessi letterari dell'Unità d'Italia nella narrativa siciliana
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sempre nel cuore lo porto 269 [...]Non si posso lasciare le sorti della città in mano a quattro<br />
scalazacani 270<br />
Il ragazzo nel frattempo inizia ad andare a lezione da un prete, don Paolo Vitale, che era in<br />
contatto con gli esuli e per questo era considerato un liberale, ma il ragazzo su di lui commenta<br />
Civico,<br />
Ma liberale veramente non era: l’amore alla libertà nasceva dalla sofferenza del popolo,la libertà<br />
del popolo era il pane 271<br />
Era un uomo che gli parlava della “ rivoluzione vera”non quella dei liberali e del Comitato<br />
Chi ti pare migliore,tra questi galantuomini,tiene in casa due qualità di pane: di semola per la<br />
famiglia e di crusca per i garzoni. Trattano i cani come cristiani,ma i cristiani che lavorano li<br />
trattano peggio che s fossero cani. Ed hanno il coraggio di parlare come parlano: la tirannide da<br />
abbattere, la libertà… 272<br />
Il Comitato preparò le elezioni, poteva votare chi sapeva leggere e scrivere, in trecento si<br />
iscrissero alle liste per eleggere 60 consiglieri. Vennero eletti trenta galantuomini, cinque prete e<br />
dieci popolani, il barone Garziano fu eletto presidente. Il 15 aprile del 1849 l’ordine tornò e il<br />
barone comunicò la cosa al Consiglio in questo modo<br />
“se Dio vuole,la pagliacciata è finita” 273<br />
tornarono”come per tocco di magia” il giudice regio, il sottintendente e i gendarmi, i gigli dei<br />
Borboni rifiorirono sulle porte dei pubblici edifici.<br />
Nel 1850 vi fu una nuova ondata di repressione e di arresti, 11 tra i liberali che avevano<br />
gioito pensando che la marina da guerra inglese, in transito dalla marina di Castro, fosse impegnata<br />
in un atto di forza contro i Borboni, vennero portati via dal reggimento guidato dal tenente<br />
Desimone, che venne ospitato nel palazzo del barone Garziano, mentre i patrimoni degli arrestati<br />
confluirono tra le mani di giudici, avvocati, sbirri e capomafia.<br />
Il ragazzo cominciò a lavorare nello stabilimento vinicolo inglese dei Wodehouse a Marsala,<br />
a leggere libri e a crearsi legami con ambienti liberali,mentre continuava a finire “ la meglio<br />
gioventù a Vicaria” 274 . Le cose cominciano lentamente a cambiare a Castro, viene trasferito il<br />
Vescovo, arriva un nuovo sottindente e un nuovo giudice regio, anche al barone le cose sembrano<br />
andare male, l’unica soddisfazione la ebbe nel 1857, con l’annientamento della spedizione di<br />
Pisacane, che “come un cane è morto” 275<br />
A Castelvetrano il 4 aprile del 1860 scoppiarono dei moti liberali che videro il<br />
269 Ibidem,p.131<br />
270 ibidem,p.133<br />
271 Ibidem,p. 140<br />
272 Ibidem, p.141<br />
273 Sciascia, L., « Il quarantotto»in Gli zii di Sicilia, Adelphi, Milano,1992,p.150<br />
274 Ibidem,p.159. Il carcere centrale,a Palermo,a Trapani,ecc. veniva chiamato così per i vicari regi.<br />
275 Ibidem,p.161<br />
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