I riflessi letterari dell'Unità d'Italia nella narrativa siciliana
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vecchio maestro Milone che riesce ad infiammare il cuore di Federico Ranaldi,(il protagonista de<br />
l’Imperio)forse pensa a Antonino Abate, un maestro capace di dare una lezione di storia patria<br />
contemporanea, in modo che possa restare <strong>nella</strong> mente di ogni giovane<br />
indelebilmente stampata <strong>nella</strong> memoria. Disegnata col gesso sulla lavagna la figura dello stivale,<br />
simile a quella della gran carta geografica pendente dalla parete, ne aveva narrato e descritto col<br />
gesso le secolari divisioni: il regno delle Due Sicilie, lo Stato romano, il Granducato di Toscana, i<br />
possedimenti austriaci, e via dicendo. Quelle linee erano catene, barriere, muri che impedivano<br />
l'andare e il venire, e strozzavano la vita nazionale.<br />
Il giovane Giovanni Verga, a sedici anni, è un democratico, come Abate, che crede <strong>nella</strong><br />
lotta per l’indipendenza e l’unità d’Italia e per sostenere questa battaglia, <strong>nella</strong> più pura tradizione<br />
risorgimentale, comincerà a scrivere romanzi storici e patriottici. Il suo primo romanzo Amore e<br />
Patria, lo scriverà nel 1856 e rimarrà inedito, vi narrava un episodio della guerra d’indipendenza<br />
americana contro gli inglesi,il protagonista è un giovane colonnello, che vive un amore contrastato,<br />
viene scelto da George Washington per un’impresa disperata ne esce vincitore. In un episodio il<br />
giovane viene salvato da un brigante buono, libertario e individualista, <strong>nella</strong> più pura tradizione<br />
<strong>siciliana</strong> e meridionale.<br />
Si tratta di un romanzo ingarbugliato, in cui la rivoluzione americana, che fa da sfondo<br />
alla vicenda, sembra prefigurare la condizione della vigilia risorgimentale in Sicilia, in modo<br />
allusivo, vista anche la censura borbonica, il giovane Verga, che conserva il ricordo di eventi che<br />
hanno coinvolto familiari e amici nel 1848-49, celebrava così la lotta per l’indipendenza italiana.<br />
Nel 1860, G. Verga decise di arruolarsi <strong>nella</strong> Guardia Nazionale, creata a tutela del nuovo<br />
regime garibaldino contro le reazioni borboniche e i tumulti popolari, continuando però a scrivere,vi<br />
presterà servizio per circa quattro anni, partecipando nel ’61 e nel ’62 a diverse operazioni militari,<br />
tra cui un intervento per placare una sommossa popolare. Nel 1864 deluso nelle speranze liberali,<br />
come molti Siciliani, e turbato dalla repressione garibaldina (il cui ricordo forse riaffiorerà in<br />
Libertà), si dimetterà, ottenendo l’esonero dal servizio militare, versando tremilacento lire alla<br />
tesoreria provinciale.<br />
“ Nuova Europa“, la rivista del garibaldino Alberto Mario, di acceso indirizzo<br />
mazziniano,(che si stampò a Firenze tra il ’61 e il ’62) accolse nel 1862, pubblicandone le prime<br />
due puntate, il suo secondo romanzo, scritto a poco più di vent’anni, I carbonari della montagna,<br />
che narra la lotta di chi, per liberarsi dai francesi di Gioacchino Murat, si fa carbonaro 8 e allo stesso<br />
tempo sostenitore del re Ferdinando, un sovrano non certo amico della libertà e che tradirà le sue<br />
promesse. E’ un romanzo che attacca veemente i Borboni, ambientato durante le guerre<br />
8 La Carboneria,ai primi dell'Ottocento,era una società segreta,nato nel periodo dell'occupazione francese, che<br />
lottava,attraverso anche azioni militari,per la libertà politica e per l'instaurazione di un governo costituzionale.<br />
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