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I riflessi letterari dell'Unità d'Italia nella narrativa siciliana

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giudicarle, attraverso la parola scritta, perché si può, ha spesso affermato Sciascia, scrivere per<br />

capire e far capire, il passato poi aiuta a spiegare il presente. La Storia quindi e la Sicilia sono i temi<br />

delle opere di Sciascia, che ha affermato<br />

Tutti i miei libri in effetti ne fanno uno. Un libro sulla Sicilia […]la storia di una continua sconfitta<br />

della ragione e di coloro che <strong>nella</strong> sconfitta furono personalmente travolti e annientati 264<br />

Il maestro dichiarato sarà sempre Pirandello<br />

Tutto quello che ho tentato di dire,tutto quello che ho detto,è stato sempre, per me, anche un<br />

discorso su Pirandello […]il mio rapporto ha una qualche somiglianza col rapporto col padre 265<br />

Sciascia rileggerà Verga e Pirandello e pubblicherà i suoi studi, raccolti in volume, nel 1953,<br />

dal titolo Pirandello e il pirandellismo, mentre nel 1961 uscirà la raccolta, Pirandello e la Sicilia,<br />

che comprende anche gli studi su Verga e sulla novella Libertà, già usciti su una rivista in occasione<br />

delle celebrazioni del Centenario dell’Unità d’Italia.<br />

Nel 1958 Leonardo Sciascia pubblicherà,per”I Gettoni“Einaudi del siciliano Vittorini, Gli zii<br />

di Sicilia( una raccolta inizialmente di tre racconti, che diverranno, nel 1960, quattro):«La zia<br />

d’America»,«Il Quarantotto»,«La morte di Stalin»e «L’antimonio», sui disoccupati siciliani mandati<br />

da Mussolini a morire <strong>nella</strong> guerra di Spagna. Il titolo trova una sua spiegazione nel racconto «La<br />

morte di Stalin» perché Giuseppe Stalin viene chiamato dai braccianti affettuosamente zi’Peppi e<br />

nello stesso modo veniva chiamato Giuseppe Garibaldi perché<br />

In Sicilia tutti i braccianti e gli zolfatari,tutti i poveri che aprivano speranza,dicevano “lu<br />

zi’Peppi”e una volta l’avevano detto per Garibaldi,chiamavano zii tutti gli uomini che portavano<br />

giustizia o vendetta, l’eroe e il capomafia,l’idea di giustizia sempre splende <strong>nella</strong> decantazione di<br />

vendicativi pensieri. 266<br />

Il racconto «Il Quarantotto»nascerà dalla memoria autobiografica e dalle ricerche d’archivio<br />

e verrà definito un “antigattopardo”, frutto della battaglia culturale di Sciascia contro la<br />

rassegnazione e l’immobilismo siciliano. Per Sciascia, Tomasi di Lampedusa si era comportato<br />

come un “raffinato qualunquista”, anni dopo però riconoscerà che Lampedusa aveva in fin dei conti<br />

avuto ragione e che nel suo libro aveva solo dato spazio a delle costanti della nostra storia.<br />

264 Barberi Squarotti,Balbis,Boggione,Genghini,Il Novecento,Atlas, Bergamo,2002,p.329<br />

265 Sciascia, L., Pirandello,mio padre, in Borsellino p.257<br />

266 Sciascia, L,« La morte di Stalin» in Gli zii di Sicilia,Adelphi, Milano,1992,p.84<br />

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