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I riflessi letterari dell'Unità d'Italia nella narrativa siciliana

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finire, con questi italiani !” 22 Trovano spazio anche i riferimenti alla condizione dei giovani reduci<br />

dal servizio militare, al lavoro di costruzione della ferrovia a sud di Catania, dove trova lavoro<br />

Alessi, ai nuovi vapori che battono le acque davanti a Catania, ai grandi pescherecci che fanno<br />

concorrenza ai piccoli pescatori, ai pali del telegrafo.<br />

Luchino Visconti, il grande regista neorealista, girò tra il 1947-'48 La terra trema, una<br />

versione in dialetto catanese 23 de I Malavoglia, il romanzo di Verga, che avrebbe dovuto essere il<br />

primo episodio di una trilogia <strong>siciliana</strong> 24 , che comprendeva, dopo i marinai di Aci Trezza, i minatori<br />

delle zolfare e poi i contadini e la lotta per la terra. Visconti però interruppe il progetto iniziale e<br />

decise di girare invece, a ridosso delle prime elezioni del dopoguerra, quelle del 18 aprile del 1948,<br />

un documentario sulla strage mafiosa del bandito Giuliano a Portella della Ginestra,del 1 maggio<br />

del 1947 25 , ma anche questo progetto non andò a buon fine. Dopo qualche anno Visconti tornò in<br />

Sicilia ma per filmare il suo capolavoro “ Il Gattopardo”.<br />

Nel 1893 G.Verga pubblicò su un quindicinale palermitano una novella, La chiave d'oro 26 ,<br />

sul tema della giustizia negata, sulla giustizia esercitata da “galantuomini”, sulla collusione tra<br />

amministratori della giustizia e possidenti, in un contesto che potremmo definire mafioso. Una<br />

situazione che Verga, in quanto proprietario terriero e conoscitore della realtà <strong>siciliana</strong>, doveva ben<br />

conoscere. Leonardo Sciascia, che analizzò la novella, così ne riassume la trama<br />

Un povero ladro di olive viene ammazzato da un campiere, <strong>nella</strong> proprietà di un canonico; il<br />

campiere, una specie di mafioso, scappa: e il canonico resta a far fronte alla "giustizia", cioè a un<br />

giudice che arriva minaccioso accompagnato da medico, cancelliere e sbirri. Fatto il sopralluogo, il<br />

Giudice accetta "un boccone": vale a dire un pranzo abbondante e accurato, che finisce col<br />

caffè"fatto con la macchina" e un moscadello vecchio " che avrebbe resuscitato un morto" (ma non<br />

quel povero morto rimasto sotto l'olivo). Il giorno dopo, un messo viene a dire al canonico che il<br />

signor giudice aveva perso nel frutteto la chiave dell'orologio: " e che la cercassero bene che<br />

doveva esserci di certo". Il canonico capisce, compra una bella chiave d'oro da due onze, la manda<br />

al Giudice: "e il processo andò liscio per la sua strada", il canonico indenne, il campiere indultato<br />

poi da Garibaldi. E il canonico usava poi dire al Giudice: "Fu un galantuomo!Perché invece di<br />

perdere la sola chiave, avrebbe potuto farmi cercare anche l'orologio e la catena".[...]La parabola si<br />

compie spietatamente, tremendamente, con questa frase: "nel frutteto sotto l'albero vecchio dove è<br />

sepolto il ladro delle ulive, vengono cavoli grossi come teste di bambini" 27 .<br />

Verga aveva mantenuto un “eloquente silenzio”sul tema della mafia e di fatto poi abbandonò<br />

22Ibidem,p.43 23L'epigrafe,suggerita da A.Trombadori, diceva “In Sicilia l'italiano non è la lingua dei poveri”.<br />

24Ricostruisce la vicenda F.Ceccarelli,«”La terra trema”,il giallo del film dalla doppia vita»,La<br />

Repubblica,quotidiano,29-6-2008<br />

2512 morti tra cui donne e bambini.<br />

26Di Gesù M,Verga,”La chiave d'oro” e la mafia:riscritture,traduzioni,interpretazioni,<br />

http://www.arcojournal.unipa.it/pdf/di_gesu_23_4_08.pdf<br />

27Sciascia, L.,Verga e la memoria,in Cruciverba,Torino:Einaudi, 1983<br />

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