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I riflessi letterari dell'Unità d'Italia nella narrativa siciliana

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gregge umano, numeroso ma per natura servile... E poi, e poi il mutamento è più apparente che<br />

reale. Anche i Viceré d'un tempo dovevano propiziarsi la folla<br />

Ora le regole del gioco sono cambiate, ma non la sua essenza, il potere, come la ricchezza, è<br />

nelle mani di chi l’ha sempre avuto, l’aristocrazia batte la democrazia nelle prime elezioni a<br />

suffragio allargato visto che il primo eletto con il suffragio allargato non è un popolano o un<br />

borghese ma è lui ,il principe di Francalanza. La democrazia accresce quindi, anziché diminuire il<br />

prestigio della nobiltà.<br />

«La storia è una monotona ripetizione; gli uomini sono stati, sono e saranno sempre gli stessi.»<br />

[...]In politica, Vostra Eccellenza ha serbato fede ai Borboni, e questo suo sentimento è certo<br />

rispettabilissimo,considerandoli come i sovrani legittimi... Ma la legittimità loro da che dipende?<br />

Dal fatto che sono stati sul trono per più di cento anni... Di qui a ottant'anni Vostra Eccellenza<br />

riconoscerebbe dunque come legittimi anche i Savoia... Certo, la monarchia assoluta tutelava<br />

meglio gl'interessi della nostra casta; ma una forza superiore, una corrente irresistibile l'ha<br />

travolta... Dobbiamo farci mettere il piede sul collo anche noi? il nostro dovere, invece di<br />

sprezzare le nuove leggi, mi pare quello di servircene!...»<br />

Il suo pensiero è più tirannico di quello di suo zio, di quel dobbiamo fare gli affari nostri.<br />

La decisione del principe Consalvo di dedicarsi alla carriera politica è solo in apparenza<br />

rivoluzionaria e sovvertitrice nell’ambito della dinastia, in realtà l’ultimo degli Uzeda è il più<br />

legittimo discendente dei suoi ferini antenati. De Roberto è convinto che gli impulsi atavici abbiano<br />

sull’uomo una profonda influenza, gli eventi storici si configurano come il prodotto di cause<br />

esterne, che i forti sfruttano a loro vantaggio, per dominare l’infinito numero di deboli e sciocchi.<br />

De Roberto a Consalvo Uzeda dedicherà un intero romanzo L’Impero, che lasciò<br />

incompiuto (venne pubblicato postumo nel 1929). Il romanzo poneva al centro la vita a Roma e il<br />

parlamento, che dopo l'Unità sarebbe dovuto diventare il consesso degli uomini migliori di tutta la<br />

penisola, il simbolo della raggiunta Unità. La realtà politica del nuovo stato è diversa e De Roberto<br />

la segue attraverso le imprese spregiudicate del principe Consalvo, deputato, e le disillusioni del<br />

giovane Federico Ranaldi, ancora pieno di ideali risorgimentali.<br />

La vita parlamentare e pubblica è rappresentata nei termini di una negatività senza<br />

scampo, e di fronte a tale degradazione si affaccia la fantasia di una distruzione del mondo, con il<br />

trionfo del terrorismo anarchico. E' il romanzo parlamentare 101 e politico più esplicito ed impegnato,<br />

condotto con i criteri delle veridicità e delle documentazione propri del naturalismo fino alla<br />

pubblicazione de I vecchi e i giovani di Pirandello.<br />

De Roberto, stanco e deluso dallo scarso successo de I Vicerè, intensificò la sua produzione<br />

saggistica e la collaborazione ai giornali, visse poi quasi sempre a Catania, consolato dall’amicizia<br />

101 Romanzi “parlamentari” sono quelli di Matilde Serao,La conquista di Roma, e quello di A.Fogazzaro,Daniele Cortis.<br />

Verga aveva pensato di scrivere L'onorevole Scipioni<br />

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