I riflessi letterari dell'Unità d'Italia nella narrativa siciliana
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I contadini si erano fatti un’idea distorta della libertà, le parole finali di uno di loro, uno dei<br />
condannati, sono l’attonita denuncia della contraddizione tra la libertà promessa e la libertà negata,<br />
che è rappresentata dalla condanna alla galera, Libertà per i contadini vuol dire terra per tutti, per i<br />
padroni vuol dire esercizio del potere.<br />
Leonardo Sciascia tornò più volte sui fatti di Bronte e curò la pubblicazione del libro di<br />
Benedetto Radice 51 un professore, figlio di un possidente di Bronte sfuggito al massacro, che aveva<br />
voluto raccontare in modo obiettivo e magistrale la storia di quei giorni e la figura dell'avvocato<br />
Lombardo.<br />
Sciascia inserì nei suoi saggi e negli articoli le notizie tratte dal testo di Radice ma volle<br />
aggiungere ancora qualcosa, perché aveva scoperto che l’avvocato degli imputati, Michele Tenerelli<br />
Contessa, nell’arringa finale di quell’ultimo e lunghissimo processo, aveva tradotto, in termini<br />
giuridici “le più profonde istanze della vera, effettiva, concreta rivoluzione liberale”.<br />
Garibaldi aveva chiamato il popolo siciliano ad insorgere con le armi contro il nemico<br />
comune, i Borboni, e aveva ordinato la divisione delle terre comunali,quindi<br />
Tutti coloro che ostacolavano l’attuazione di questi principii,tutti erano intrinsecamente dichiarati<br />
rei di lesa nazionalità: poiché che altro faceva la rivoluzione se non tradurre in atto quelle giuste<br />
idee,quei giusti desideri che non avevano voluto concretare regolarmente i governi abbattuti ? 52<br />
Gli imputati avevano solo tentato “un brutale convalida della rivoluzione” e andavano<br />
assolti, la borghesia brontese (molti di loro avevano servito i Borboni)era in fondo colpevole perché<br />
continuava a contrastare l’esecuzione delle leggi rivoluzionarie e a servirsi del potere, magari<br />
utilizzando il vessillo del tricolore. L’arringa non convinse i giudici e i giurati:venticinque imputati<br />
ebbero l’ergastolo, uno ebbe vent’anni di lavori forzati e sette tra i cinque e i dieci anni di<br />
reclusione.<br />
Nel 1972 fu girata, nei luoghi dei fatti, un film diretto da Florestano Vancini dal titolo<br />
Bronte cronaca di un massacro( che i libri di storia non hanno mai raccontato)con la<br />
sceneggiatura, tra gli altri, di Leonardo Sciascia che, a proposito dei fatti di Bronte, aveva scritto<br />
che poteva essere utilizzato quanto aveva detto A. Manzoni e che era<br />
Un’ingiustizia che poteva essere veduta da quelli stessi che la commettevano 53<br />
G.Verga era poco più che quarantenne quando scrisse I Malavoglia, il successo fu modesto,<br />
fu “quasi un fiasco”, disse lo scrittore, e questo rese la stesura del secondo libro del ciclo, Mastro<br />
don Gesualdo, più tormentata, comunque il romanzo fu pubblicato solo nel 1888 a puntate su una<br />
51Radice B.,Nino Bixio a Bronte,intr. di Leonardo Sciascia,Caltanissetta-Roma,Edizioni Salvatore Sciascia,1963 (e<br />
ristampa anastatica, Palermo, 1984)<br />
52Sciascia, L.,La corda pazza,op.cit.,p.105<br />
53Sciascia,L,Pirandello e la Sicilia,op.cit.,p.221<br />
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