I riflessi letterari dell'Unità d'Italia nella narrativa siciliana
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facendosi complice del governo. La rivoluzione garibaldina avrebbe dovuto segnare la fine di ogni<br />
privilegio e di sopruso e instaurare una nuova era di libertà e di giustizia, lo Stato che ne è invece<br />
nato produce i prefetti oppressori e le truppe che sparano, ma lei è convinta che lo spirito originario<br />
sia presente <strong>nella</strong> rivolta degli sfruttati e degli oppressi e, a Guido Veronica, il mafioso che il<br />
ministro ha inviato per sostenere la candidatura di Auriti, che dice che i contadini si sollevano<br />
perché sobillati da quattro sediziosi, risponde appassionatamente:<br />
Ah sì? – proruppe donna Caterina, che s’era tenuta a stento. – Lei si conforta così? Sono tutte<br />
calunnie, le solite, quelle che ripetono i ministri, facendo eco ai prefetti e ai tirannelli locali capi-<br />
elettori; per mascherare trenta e più anni di malgoverno! Qua c’è la fame, caro signore, nelle<br />
campagne e nelle zolfare; i latifondi, la tirannia feudale dei cosiddetti cappelli, le tasse comunali<br />
che succhiano l’ultimo sangue a gente che non ha neanche da comperarsi il pane! si stia zitto! si<br />
stia zitto! 125<br />
Per questo vorrebbe che suo figlio accettasse di compromettersi non in nome del governo<br />
ma in nome dell'isola oppressa.<br />
« Non avrebbe vinto, certamente; ma la sconfitta almeno non sarebbe stata disonorevole». 126<br />
Donna Caterina morirà prima di vedere la rivolta dei Fasci e la sua repressione, uccisa dagli<br />
scandali bancari, dalla sconfitta del figlio, dall'ignominia che cade sugli ideali a cui aveva votato<br />
tutta la sua vita.<br />
Pirandello, da isolano che identifica il Risorgimento con il moto garibaldino dei Mille, è<br />
consapevole dell’apporto che la sua terra ha dato all’Unità e lo sfruttamento che ne ha ricevuto in<br />
cambio e affida al deputato Corrado Selmi 127 , garibaldino ed amico fraterno di Roberto Auriti,<br />
venuto in città per sostenerne la candidatura, la segnalazione della colpa dei siciliani:il sole che<br />
addormenta.<br />
ci ostiniamo purtroppo a volere esser ombre noi, qua, in Sicilia. O inetti o sfiduciati o servili. La<br />
colpa è un po’ del sole. Il sole ci addormenta finanche le parole in bocca! 128<br />
poi però è sempre Selmi che analizza in termini storici ed economici la situazione, e sembra<br />
far riferimento all'inchiesta di F.S.Nitti e all’apporto della Sicilia all’Unità d’Italia<br />
La Sicilia è entrata <strong>nella</strong> grande famiglia italiana con un debito pubblico di appena ottantacinque<br />
milioni di capitale e con un lieve bilancio di circa ventidue milioni. Vi recò inoltre tutto il tesoro<br />
dei suoi beni ecclesiastici e demaniali, accumulato da tanti secoli. Ma poi, povera d’opere<br />
pubbliche, senza vie, senza porti, senza bonifiche, di nessun genere. Sa come fu fatta la vendita dei<br />
beni demaniali e la censuazione di quelli ecclesiastici? Doveva esser fatta a scopo sociale, a<br />
sollievo delle classi agricole. Ma sì! Fu fatta a scopo di lucro e di finanza. E abbiamo dovuto<br />
125 Ibidem ,p. 81<br />
126 Ibidem ,p.80<br />
127 in cui si rispecchia il vero deputato Rocco De Zerbi.<br />
128 Pirandello, L.,I vecchi e i giovani,Milano:A.Mondadori,1989,p.173<br />
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