I riflessi letterari dell'Unità d'Italia nella narrativa siciliana
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elle monete d'oro e d'argento che almeno ricreavano la vista e l'udito, sotto l'altro governo? O per<br />
pagar la ricchezza mobile e la tassa di successione, inaudite invenzioni diaboliche dei nuovi ladri<br />
del Parlamento? Senza contare la leva, la più bella gioventù strappata alle famiglie, perita <strong>nella</strong><br />
guerra, quando la Sicilia era stata sempre esente, per antico privilegio, dal tributo militare? Eran<br />
questi tutti i vantaggi dell'Italia una?... 88<br />
Ma si avvicinano le nuove elezioni e il Duca, che fa diventare sindaco Benedetto Giulente e<br />
lo considera solo la sua longa manus, non torna nemmeno da Firenze, nuova capitale del regno.<br />
Grazie a Giulente il duca ottenne una vittoria strepitosa “quasi trecento voti”e fa cadere sul suo<br />
collegio “una nuova strabocchevole pioggia di croci di San Maurizio e Lazzaro”ed una tocca anche<br />
a Benedetto Giulente, che ne è ben felice perché può finalmente vantare un titolo.<br />
Infine nel 1882, dopo vent’anni, quando il Duca accetta il seggio al Senato e non si<br />
ripresenta per il parlamento, Benedetto spera che sia venuto il momento di succedergli<br />
Il duca, infatti, gli aveva detto: «Quando sarò stanco, lascerò a te il collegio»; e questa era la<br />
secreta brama di Benedetto: esser deputato, mettersi <strong>nella</strong> grande politica. 89<br />
Benedetto pensava di avere i titoli giusti, per aver combattuto e per essere stato ferito <strong>nella</strong><br />
lotta per l’Unità d’Italia. Invece il Duca, sorprendentemente, gli chiede di far posto al Principe<br />
Consalvo, che non ha alcuna esperienza della vita pubblica, non aveva certo combattuto con<br />
Garibaldi, perché allora era troppo piccolo, e poi non aveva mai nascosto di rimpiangere il vecchio<br />
regime borbonico. Benedetto non vuole credere che sia venuta l’ora del principe Consalvo ma<br />
Consalvo fu eletto il secondo, subito dopo lo zio duca, sempre primo; Giulente ebbe il decimo<br />
posto… 90<br />
Dell’ultima parte del romanzo sono protagonisti i più giovani, la terza generazione degli<br />
Uzeda, cioè il giovane principe Consalvo, sua sorella Teresa e il loro giovane cugino Giovannino<br />
Radalì .<br />
Giovannino Radalì come altri figli cadetti è liberale, studia con Consalvo nel convento di<br />
San Nicola dei benedettini, ed è nel convento quando arriva a Catania la colonna di Nino Bixio e di<br />
Menotti Garibaldi, che vengono ospitati proprio nel convento di San Nicola. Tutto il giorno i soldati<br />
fanno le loro esercitazioni, mentre Nino Bixio vigila con un frustino in mano, “accarezzando tratto a<br />
tratto le spalle dei più restii 91<br />
Giovannino Radalì e gli altri ragazzi liberali sono lì eccitati che seguono tutte le mosse dei<br />
loro miti, e un giorno Giovannino ha la possibilità di avvicinarsi a Menotti.<br />
Bixio e Menotti erano alloggiati alla foresteria; l'Abate li evitava, ma il Priore, per prudenza -<br />
diceva - usava agli ospiti tutti i riguardi, s'informava premurosamente se avevano bisogno di nulla,<br />
88 De Roberto ,F., I Vicerè ,Torino:Einaudi Tascabili,1990,p.408<br />
89 Ibidem,p.393<br />
90 Ibidem,p.556<br />
91 Ibidem,p.257<br />
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