VeneziaMusicaedintorni 48 - RIVISTA COMPLETA - Euterpe Venezia
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24<br />
focus on<br />
le biennali 2012 — musica<br />
Boulez si arricchì di opere di grande rilievo, da Figures-Doubles-Prismes<br />
(1963) a Éclat-Multiples (1965-1970) a Rituel in<br />
memoriam Bruno Maderna (1974-1975). Il piacere del suono,<br />
l’invenzione timbrica fascinosa, e lo straordinario magistero<br />
della scrittura strumentale si affermano sempre all’interno<br />
di una grande complessità e di un nitido rigore strutturale.<br />
Il compositore si vale anche delle nuove esperienze da lui<br />
compiute intensificando l’attività direttoriale, iniziata nel<br />
1954 al tempo della fondazione del Domaine Musical a Parigi,<br />
e proseguita con impegno crescente dal 1958 (data del-<br />
la prima esperienza con una grande orchestra e dell’incarico<br />
di direttore dell’Orchestra della Radio di Baden-Baden).<br />
Boulez aveva cominciato a dirigere quasi per necessità, quando<br />
ben pochi (Bruno Maderna, Hans Rosbaud, Hermann<br />
Scherchen) sapevano e volevano eseguire la nuova musica;<br />
scoperse così straordinarie doti di interprete, arricchite dalla<br />
intelligenza e dalla acuminata penetrazione analitica del<br />
compositore con esiti rivelatori, mentre la esperienza direttoriale<br />
a sua volta fu posta al servizio della attività creativa.<br />
Nel 1969 Boulez assunse a Londra la direzione dell’Orche-<br />
stra della bbc, e nel 1971 succedette a Bernstein a capo della<br />
New York Philharmonic. Nel 1966 aveva diretto a Bayreuth<br />
il Parsifal e nel 1976 fu l’interprete del famoso Anello del Nibelungo<br />
del centenario, con la regia di Chéreau (ripreso poi<br />
per cinque anni). Nel 1979 rivelò a Parigi la Lulu di Berg per<br />
la prima volta con il terzo atto (completato da Cerha). Questi<br />
sono soltanto alcuni momenti fondamentali di una attività<br />
direttoriale che è continuata nelle sedi e con le orchestre<br />
più prestigiose, ma la cui fase più intensa ebbe a coincidere<br />
con un periodo di riflessione del compositore, e si legò ad<br />
una rimeditazione sul passato, sui maggiori<br />
protagonisti del Novecento storico<br />
e su autori come Wagner, Mahler,<br />
Berlioz, Schumann, fino a comprendere<br />
una parte molto ampia del repertorio.<br />
Soprattutto il rapporto con Wagner<br />
e Berg segna una svolta, anche per<br />
l’interprete: oggi Boulez ha registrato<br />
di nuovo il suo repertorio, in una prospettiva<br />
interpretativa più libera e flessibile,<br />
meno «oggettiva» rispetto al rigore<br />
degli esordi; ma sempre con straordinaria,<br />
rivelatrice acutezza analitica.<br />
Sulla propria attività direttoriale ebbe<br />
a dichiarare Boulez: «Ho cominciato<br />
per necessità, poi l’ho fatto per piacere...<br />
Le attività di compositore e direttore<br />
richiedono qualità completamente<br />
diverse. All’inizio ero molto a disagio,<br />
poi ho capito di averne bisogno, per<br />
molti motivi, in primo luogo apprendere,<br />
perché non si impara mai una partitura<br />
meglio che dirigendola. C’è la stessa<br />
differenza che passa fra guardare una<br />
carta geografica e fare un percorso a piedi.<br />
Si conosce un’opera fisicamente, e<br />
per me è molto importante. Inoltre ho<br />
potuto compensare le lacune dell’insegnamento<br />
che avevo ricevuto. Non c’era<br />
legame tra l’apprendimento teorico della<br />
scrittura musicale e la trascrizione reale.<br />
Per me era indispensabile ascoltare<br />
analiticamente una partitura e non l’avevo<br />
mai veramente fatto. Naturalmente<br />
si compensa con l’intuizione; ma c’è<br />
il rischio che una parte dell’utopia che<br />
è in un’idea non giunga a realizzazione.<br />
Dalla direzione ho imparato molto<br />
su come far passare l’utopia nella realizzazione,<br />
e ho smesso di dirigere regolarmente<br />
quando ho capito che non avevo<br />
più da imparare».<br />
Una nuova fase di riflessione iniziò<br />
con la nomina (nel 1975) a direttore<br />
dell’ircam (Institut de Recherche et<br />
de Coordination Acoustique/Musique)<br />
a Parigi. Circa sei anni di silenzio<br />
furono necessari a dominare le possibilità offerte dalle nuove<br />
tecnologie: a Donaueschingen il 18 ottobre 1981 Boulez<br />
presentò circa metà di Répons, e nel 1984 la partitura raggiunse<br />
la durata e la calibratissima forma attuale (poco più<br />
di quaranta minuti, ma non è esclusa una prosecuzione). L’esecuzione,<br />
oltre all’elettronica dal vivo, ha impegnato molte<br />
Sopra, a sinistra: Olivier Messiaen;<br />
a destra: Alban Berg e Arnold Schönberg.<br />
Sotto: l’ircam a Parigi.