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VeneziaMusicaedintorni 48 - RIVISTA COMPLETA - Euterpe Venezia

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40<br />

concerti<br />

«L’ape musicale»<br />

degli Amici<br />

della Musica di <strong>Venezia</strong><br />

di Paolo Cattelan*<br />

Su invito della azienda Rigoni di Asiago abbiamo<br />

progettato un percorso musicale sul tema delle<br />

api e del miele che sarà eseguito alle Sale Apollinee<br />

della Fenice il prossimo 29 settembre. In un primo<br />

momento avevamo pensato di riprendere puntualmente Lorenzo<br />

Da Ponte cui spetta il merito di aver inventato questo<br />

titolo, L’ape musicale, alludendo al poeta impresario che crea<br />

un’opera dal «nettare» di altre opere. Tuttavia proprio andando<br />

qua e là, di musica in musica come di fiore in fiore secondo<br />

il metodo di Da Ponte, abbiamo scoperto che non solo<br />

c’era la possibilità di mettere insieme delle belle partiture, ma<br />

anche di affrontare il tema con una diversa profondità d’approccio<br />

guidati nella ricerca proprio dall’ape e dal suo rapporto<br />

ancestrale con l’uomo. Vorremmo citare quanto scherzosamente<br />

Andrea Rigoni ci ha detto in un incontro preliminare:<br />

«Con l’ape vogliamo entrare nel mito». E così è stato davvero<br />

nel momento in cui ci siamo messi a seguire le situazioni<br />

operistiche più forti, dove l’ape entra in campo come fattore<br />

simbolico decisivo della dinamica storica.<br />

Una di queste opere è senz’altro l’atto di Aristeo che Cristoph<br />

Willibald Gluck mette in musica su libretto di Giuseppe<br />

Pezzana per lo sposalizio di Ferdinando di Borbone e di Maria<br />

Amalia d’Asburgo a Parma nel 1769. Aristeo è, per il mondo<br />

greco, il semidio dell’apicultura e il suo mito ci è stato tramandato,<br />

insieme a quello di Orfeo, nel Quarto libro delle<br />

Georgiche di Virgilio cui s’ispira molto fedelmente il libretto<br />

di Pezzana per Gluck. Nell’Aristeo del compositore vi sono<br />

alcune gemme come l’Aria virtuosistica «Nocchier che in<br />

mezzo all’onde» oppure l’Aria «Cessate fuggite» con violino<br />

e violoncello concertanti. Ma vi è persino il racconto, sviluppato<br />

in forme recitative, del rituale della Bugonia (letteralmente<br />

«genesi dal bue») che si credeva portasse le api a nascere<br />

spontaneamente dalle carcasse di animali sacrificati, secondo<br />

un processo in cui gli antichi vedevano riflessa l’immagine<br />

dell’anima che si distacca dal corpo materiale.<br />

Ancora più sorprendente è il rilievo che si ottiene da una rapida<br />

ricognizione su un altro titolo di grande importanza per<br />

la mitica presenza delle api. Cominciamo dal dire che molti<br />

sono i compositori che hanno messo in musica la storia di<br />

Sansone e Dalila, ma che uno solo è quello che lavora anche<br />

ad un altro episodio della vicenda biblica dell’eroe ebreo che<br />

bisogna rapidamente ricordare ancor prima di nominare il<br />

compositore. L’episodio è dunque quello del leone che Sansone<br />

avrebbe squarciato a mani nude mentre andava in Timnata<br />

a prendere per moglie una donna filistea. Al suo ritorno<br />

a casa Sansone vide che nella carcassa del leone<br />

le api avevano fatto un favo ch’egli<br />

prese cibandosi del miele. Quindi rielaborò<br />

tutto quanto gli era accaduto<br />

in forma di enigma e lo pose<br />

ai Filistei durante il banchetto di<br />

nozze. Esiste un chiaro legame tra il leone<br />

di Sansone e i tori di Aristeo, un legame<br />

adombrato nella storia stessa dei Filistei,<br />

il popolo di origine egea che diede nome alla<br />

Palestina e che fu alleato degli ebrei prima di<br />

diventarne mortale nemico. Occorre a questo<br />

punto fare un po’ di chiarezza sul nome del<br />

compositore italiano che sente talmente il fascino di Sansone<br />

dal derivarne una specie di trilogia tragica (Sansone in Tamnata,<br />

Sansone in Gaza, La caduta del tempio di Dagone): si<br />

tratta di Francesco Basily (o Basili, anche Basilj nelle fonti coeve)<br />

e la sua opera andò in scena al teatro San Carlo di Napoli<br />

nel 1824 con un grande cantante nel ruolo di cartello: Luigi<br />

Lablache. Vale sottolineare la qualità della musica di Basily,<br />

scolpita in modo che non poco richiama alla mente Verdi da<br />

una posizione storica però nettamente anticipe. Basily era nato<br />

nel 1767 a Loreto, solo undici anni dopo Mozart, da una famiglia<br />

di musicisti originaria dell’Umbria e prevalentemente<br />

attiva a Loreto. Francesco aveva appreso lo stile osservato<br />

da Giovanni Battista Borghi e Giuseppe Jannacconi a Roma<br />

e nel corso della sua carriera fu maestro di cappella a Foligno,<br />

Macerata, Loreto e quindi alla Cappella Giulia in Roma.<br />

Compose moltissima musica sacra, strumentale e da camera<br />

ed ebbe importanti incarichi al Conservatorio di Milano,<br />

ma anche all’Accademia di Berlino. Non disdegnò l’opera<br />

e, a giudicare dal Sansone, la sua produzione non mancherà<br />

di essere riscoperta in un prossimo futuro. Per la cronaca la<br />

sua conoscenza di Verdi si lega ad un fatto preciso: mentre<br />

quest’ultimo si presentava per essere ammesso al Conservatorio<br />

di Milano, Basily presiedeva la commissione che<br />

lo bocciò: colpito sul vivo, molti anni dopo<br />

Verdi rifiuterà di dare il proprio nome<br />

al conservatorio di Milano, come lui<br />

stesso ebbe a dire «Non mi hanno voluto<br />

da giovane, non mi avranno da vecchio».<br />

Francesco Basily muore a Roma<br />

nel 1850, chissà se il prossimo anno<br />

verdiano porterà qualcosa anche<br />

per lui…<br />

L’ultima stazione è Debora, che<br />

in ebraico significa proprio<br />

«ape». A Debora che nel<br />

mondo Egeo era Melissa, si<br />

ricollegano tutte le altre storie:<br />

Aristeo, la Bugonia, Sansone…<br />

Debora ha avuto alcune ricorrenze importanti nella Storia<br />

della musica, prima fra tutte Händel (1733). L’azione sacra<br />

per musica di Pietro Alessandro Guglielmi su libretto di Carlo<br />

Sernicola intitolata Debora e Sisara andò invece in scena al<br />

Teatro San Carlo di Napoli nel 1788. Fu un successo memorabile.<br />

Una grande virtuosa, Brigida Banti Giorgi, gareggiò<br />

con gli strumenti nel ruolo dell’unica donna che la Bibbia ricordi<br />

tra i Giudici d’Israele, la donna che portò il suo popolo<br />

(e gli alleati Filistei) a sconfiggere il re di Canaan.<br />

Protagonisti del volo dell’ape musicale al Teatro La Fenice<br />

saranno il soprano Susanna Armani, il mezzosoprano Silvia<br />

Regazzo, il basso-baritono Devis Fugolo, il violoncellista Simone<br />

Tieppo, il pianista Bruno Volpato: un gruppo di solisti<br />

di raffinati interessi culturali vicino alle attività di ricerca degli<br />

Amici della Musica di <strong>Venezia</strong>. ◼<br />

*Presidente degli Amici della Musica di <strong>Venezia</strong><br />

Debito a Gioachino Rossini<br />

L’attività degli Amici della Musica<br />

di <strong>Venezia</strong> in provincia<br />

Un’intensa attività si preannuncia per la stagione<br />

d’autunno degli Amici della Musica di <strong>Venezia</strong>. Tra<br />

settembre e ottobre si inaugura il ciclo di concerti dedicato a<br />

Rossini nel cxx anniversario della nascita.<br />

Il progetto, che rientra nella programmazione Reteventi<br />

2012 della Provincia di <strong>Venezia</strong>, si avvale anche della colla-

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