VeneziaMusicaedintorni 48 - RIVISTA COMPLETA - Euterpe Venezia
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Nina Zilli, l’anima soul<br />
della musica italiana<br />
In un mercato discografico dominato da una<br />
parte da dinosauri che continuano imperterriti a vendere<br />
sempre gli stessi dischi ormai da tempi immemori<br />
e dall’altra da artisti usciti e costruiti dai talent show,<br />
che di solito durano una stagione o poco più, la presenza di<br />
Nina Zilli è la conferma che ancora si può riuscire a conquistare<br />
un proprio pubblico facendo un percorso<br />
artistico canonico, fatto di studi, esperienze la-<br />
vorative diverse e tanta gavetta. Sacrifici che ha<br />
imparato a fare sin da piccola, spedita a dieci anni<br />
da una mamma coraggiosa e lungimirante a<br />
studiare l’inglese in Irlanda. Lasciata la provincia<br />
piacentina dove era nata, si ritrova a vivere<br />
con una coppia di arzilli signori a Killala, piccola città del<br />
freddo nord ovest. Sarà un caso ma lì il primo film che vede<br />
è The Commitments!, la geniale pellicola di Alan Parker che<br />
narra le vicende della nascita di un gruppo soul in una Dublino<br />
divisa tra il profondo legame con la tradizione musicale<br />
dei Chieftains o dei Dubliners e il rock dei Thin Lizzy o<br />
degli U2. Tornata in Italia giusto il tempo di finire le scuole<br />
superiori, comincia un viaggio di due anni tra le capitali<br />
della musica americana, Chicago e New York, dove prende<br />
contatto con la cultura jazz e soul, che forma in maniera<br />
forte i suoi gusti musicali. La parte tecnica la apprende attraverso<br />
studi di pianoforte, che abbandona poco prima del<br />
diploma, e di canto lirico, che lascia per un’evidente maggior<br />
attrazione per altri generi. Inizia così la sua attività nel<br />
mondo dello spettacolo, non direttamente come cantante<br />
ma bensì come vee-jay per mtv. Il debutto discografico avviene<br />
nel 2001 con il gruppo Chiara e Gli Scuri, con il quale<br />
abbraccia uno dei generi che maggiormente ama, il rockste-<br />
Nina Zilli.<br />
di Tommaso Gastaldi<br />
Verona<br />
Teatro Romano<br />
7 settembre, ore 20.30<br />
ady: si tratta di un genere musicale di provenienza giamaicana,<br />
nato ancor prima del reggae come versione rallentata dello<br />
Ska. Collabora con artisti legati alla scena filo-giamaicana<br />
come Africa Unite e Franziska, con i quali intraprende un<br />
tour europeo. Se però finora è per tutti ancora Maria Chiara<br />
Fraschetta, diventerà ben presto Nina Zilli, concentrando<br />
in questo nome d’arte una delle sue cantanti preferite, Nina<br />
Simone, e il cognome da nubile di sua madre. L’omonimo<br />
ep di sei brani, fra i quali una cover in italiano di un successo<br />
delle Supremes («You Can’t Hurry Love», che nella versione<br />
italiana diventa «L’amore verrà»), definisce il suono e<br />
l’immagine della cantautrice piacentina, che mescola il soul<br />
degli anni cinquanta e sessanta a un’eleganza melodica italiana<br />
che guarda molto a Mina (tanto da venire<br />
soprannominata Mina Zilli) e si esprime visi-<br />
vamente con una profonda sensualità e un gusto<br />
per l’immagine immerso nel vintage. La canzone<br />
che la fa notare è «50mila», brano nostalgicamente<br />
sixties, registrato con Giuliano Palma:<br />
il regista Fernan Ozpetek, sempre molto attento<br />
nella scelta delle colonne sonore dei suoi lavori, si innamora<br />
del brano e lo sceglie per il film Mine Vaganti del 2010. Il primo<br />
disco, Sempre Lontano, porta Nina al suo primo Festival<br />
di Sanremo con «L’uomo che amava le donne», che le vale<br />
il Premio della Critica e della Sala stampa. Da qui in poi sarà<br />
un lungo susseguirsi di concerti in tutta Italia, premi e partecipazioni<br />
a manifestazioni nazionali di rilievo, come il concerto<br />
del primo maggio del 2010. Nel 2012 è pronta a pubblicare<br />
un nuovo disco dal titolo L’amore è Femmina, non<br />
prima però di partecipare nuovamente a Sanremo con «Per<br />
sempre», un lento che prende spunto dalla tradizione musicale<br />
italiana degli anni sessanta, soprattutto per le atmosfere<br />
sonore che richiamano ancora una volta Mina. «L’amore<br />
è femmina tour» è partito lo scorso aprile e continua ormai<br />
da mesi a girare per tutta Italia: passerà al Teatro Romano di<br />
Verona il 7 settembre nell’ambito di «Venerazioni», festival<br />
musicale tutto al femminile, che ospiterà anche Sarah Jane<br />
Morris, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, e Giorgia, che si<br />
esibirà all’Arena. E chissà che un giorno in Arena non ci sia<br />
spazio anche per Nina Zilli. ◼<br />
l’altra musica 45