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Vite contadine - Inea

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202 MONICA CAGGIANO<br />

NON RIMARRà CHE LA CAMPAGNA<br />

203<br />

fronteggiare la pressione delle banche ho dovuto chiedere dei prestiti ai miei<br />

zii e l’anticipo della liquidazione del finanziamento.<br />

Un ettaro del terreno aziendale è destinato all’uliveto e poi c’è il frutteto.<br />

Già in questo momento siamo andati oltre la nostra disponibilità lavorativa,<br />

ma stiamo facendo i nostri progetti nella prospettiva di nuove collaborazioni.<br />

C’è un amico che dovrebbe venire a lavorare con noi stabilmente, poi ci sono<br />

altri amici o parenti che vengono ogni tanto a darci una mano. Abbiamo<br />

provato anche ad accogliere i volontari del circuito del WWOOF 2 : in tre anni<br />

abbiamo avuto una ventina di persone provenienti da tutto il mondo, ma<br />

nel complesso non è stata un’esperienza positiva, il ritmo di lavoro risulta<br />

rallentato. Forse anche perché non siamo dei buoni “caporali” e un WWOO-<br />

Fer, sebbene appassionato della campagna, se vuoi che ti dia una mano devi<br />

seguirlo e indirizzarlo. Magari hai deciso di partire con il lavoro alle cinque,<br />

ma ti dispiace svegliarlo e alla fine fai tardi anche tu, quindi la sua presenza<br />

finisce con il rompere anche il tuo ritmo di lavoro.<br />

Anche se sono scettico rispetto al sistema delle certificazioni, sono quattro<br />

anni che produco biologico certificato. Al momento conservo la certificazione<br />

principalmente per le possibilità che offre sul mercato (di cui in verità non ho<br />

ancora colto i frutti) e perché prendo un premio per il biologico che va a sommarsi<br />

a quello per il grano, anche se ha un peso piccolo nel budget aziendale.<br />

Aderisco anche al Con.Pro.Bio (Consorzio Produttori Biologici) Lucano che<br />

conta una trentina di soci. È il primo consorzio nato dagli storici del biologico<br />

di quest’area, ha sede a Matera, ma i produttori aderenti arrivano fino alle<br />

campagne di Potenza. Il mio scetticismo rispetto alle certificazioni deriva<br />

dall’esperienza. Nelle produzioni biologiche certificate spesso si utilizzano<br />

prodotti chimici, poi si fanno le carte false, in questa zona c’è stato anche un<br />

giro d’inchieste. Nell’area non è facile trovare dei veri produttori di verdura<br />

biologica. È un mercato strano, l’anno scorso ho prodotto 150 quintali di grano<br />

biologico che ho venduto a un commerciante come grano convenzionale,<br />

non ha voluto neppure il certificato di grano bio, non sapeva che farsene.<br />

Nell’area la produzione di pasta e pane bio è molto piccola rispetto al totale,<br />

pertanto risulta difficile vendere il grano come biologico. Poi c’è un sistema<br />

semi-mafioso per cui il commerciante di grano se ha bisogno di vendere<br />

delle grosse partite di prodotto biologico per destinarlo ai mercati del Nord<br />

o all’estero, soprattutto in Germania, chiede agli agricoltori solo il certificato<br />

senza acquistare il grano a cui è riferito. Per fronteggiare questa situazione,<br />

stiamo lavorando per trasformare il più possibile le nostre produzioni, abbiamo<br />

realizzato anche un forno. L’altra direzione su cui stiamo operando<br />

è quella di costruire una rete di piccoli compratori, per cui quest’anno non<br />

venderò più 150 quintali di grano al commerciante, ma magari solo 100 e gli<br />

altri li vendo un po’ a Urupia 3 , un po’ a un contadino leccese che fa il pane o a<br />

realtà simili, che trasformano piccole quantità di prodotto biologico. Nell’ottica<br />

di accrescere la filiera corta è sorta anche l’idea del Gruppo d’Acquisto<br />

Solidale.<br />

Il GAS “La Pastinaca” 4 è nato nel 2006, da un’idea che ho condiviso con<br />

un amico, io venivo da un’esperienza di produzione e vendita con mio cugino,<br />

piuttosto negativa, anche perché avendo quantità un po’ più grosse ci<br />

rapportavamo ai venditori di frutta e verdura o piccoli gruppi di amici che<br />

in maniera saltuaria si rifornivano da noi. Nel frattempo, ho incontrato altri<br />

agricoltori, principalmente del Nord Italia, che lavoravano con i GAS e abbiamo<br />

deciso di partire. Non è stato facile, anche se all’inizio è andata abbastanza<br />

bene. È stato un periodo in cui abbiamo avuto difficoltà di fornitura, siamo<br />

partiti da amici e persone vicine, poi la cosa si è diffusa con il passaparola,<br />

avevamo una ventina di ordini settimanali piuttosto consistenti. Poi nel tempo<br />

abbiamo avuto alti e bassi. Ora abbiamo adottato la formula del mercatino<br />

settimanale, con una situazione un po’ differenziata: c’è chi continua a fare<br />

gli ordini d’acquisto, c’è chi lascia un bigliettino di settimana in settimana, chi<br />

fa l’ordine fisso, chi lo fa tramite Internet, chi tramite bottega, ma la maggior<br />

parte viene al mercato e compra. Così la gestione è più complicata, ma per ora<br />

non abbiamo mai avuto grandi giacenze, anche perché sono molto prudente<br />

negli ordini, non mi piace buttare la roba. Abbiamo un fatturato di circa 500<br />

euro alla settimana, non è molto se si considera che viene distribuito tra vari<br />

produttori.<br />

Allo stato, il nucleo forte del Gruppo d’acquisto è rappresentato da una<br />

ventina di nuclei singoli o famiglie, in più abbiamo almeno 60-70 tessere<br />

associative annuali, ma per fare la spesa al mercatino non è necessaria la<br />

tessera, al suo posto si può dare un contributo a spesa di 50 centesimi. Le<br />

quote associative servono per la copertura delle spese, soprattutto per l’affitto,<br />

ma di solito non bastano, a volte organizziamo delle iniziative per raccogliere<br />

dei contributi. Si è conclusa la fase iniziale in cui facevo tutto io, attualmente<br />

c’è una maggiore condivisione anche nel lavoro, anche per i turni di distribuzione<br />

e la preparazione della merce. Come GAS poi, organizziamo anche<br />

diverse attività di sensibilizzazione al consumo critico e all’ecologia, come la<br />

presentazione di libri, o giornate di formazione su temi specifici, come quella<br />

sull’agricoltura sinergica. Abbiamo lavorato anche sulle produzioni collettive,<br />

preparando assieme il vino o le salcicce».<br />

La forza delle scelte di Francesco deriva da profonde e chiare convinzioni,<br />

emerse nell’interessante discussione: «Mio padre e mio nonno mi hanno fatto<br />

conoscere la campagna, però quasi tutto quello che faccio in azienda l’ho<br />

imparato dall’esperienza, dalle letture, dalla sperimentazione e dal confronto<br />

con altri agricoltori. L’esperienza con il Foro contadino 5 , ad esempio, benché<br />

ora si sia conclusa, per me è stata importante per conoscere un certo modo

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