Vite contadine - Inea
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O munn’ s’è cagnato tutto quanto!<br />
Giacomo Ravo, contadino da sempre, nasce nel 1923 e sposa una donna<br />
più vecchia di lui di cinque anni, anche lei di origini <strong>contadine</strong>. Da “coltivatore<br />
diretto”, come lui stesso si definisce, lavorava un fondo occupato da<br />
generazioni dalla famiglia della moglie, prima con un contratto colonico, poi<br />
di fitto. Per anni è stato uno degli ultimi contadini in un territorio della periferia<br />
napoletana, riuscendo a coltivare un pezzo di terra assediato da strade<br />
a scorrimento veloce e palazzi. A gennaio 2008, dopo una lunga resistenza, è<br />
stato costretto a lasciare il campo che per più di mezzo secolo ha coltivato. «E<br />
che vuo fa? Hann fa e’ palazz’», dice Giacomo, e probabilmente ha ragione;<br />
quasi sicuramente il terreno è destinato a quelle speculazioni edilizie per cui<br />
è famoso il suo comune, Casalnuovo di Napoli. L’episodio più eclatante risale<br />
al 2007, quando furono scoperti in un sol colpo circa settanta palazzi abusivi,<br />
per un totale di 450 appartamenti e un valore commerciale stimato intorno<br />
ai cinquanta milioni di euro. In seguito alle indagini, il consiglio comunale è<br />
stato sciolto per infiltrazioni camorristiche.<br />
Il terreno coltivato si trova nel comune di Volla, in provincia di Napoli, a<br />
pochi kilometri da Casalnuovo. Nel centro della cittadina i due coniugi vivono,<br />
a piano terra, in un cortile su cui affacciano un insieme di case abitate da<br />
nuclei familiari tra loro imparentati a maglie più o meno larghe. L’atmosfera<br />
che si respira è quella comunitaria, tipica delle abitazioni estese napoletane, o<br />
meglio mediterranee, che si sviluppano senza soluzione di continuità tra dentro<br />
e fuori, tra pubblico e privato. Entrando nel cortile è come se si valicasse<br />
un confine netto e, quando il tempo è bello, si è accolti da una calda e antica<br />
voce: «Iolanda canta, canta sempre quando c’è il sole», mi dice il nipote di<br />
Giacomo.