Vite contadine - Inea
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Chi pianta la vite non scappa più<br />
«Questa settimana compio sessant’anni!», inizia così il dialogo con Giuseppe<br />
Rinaldi, per gli amici Beppe, che ha l’espressione di chi è approdato,<br />
senza essersene reso ben conto, a una tappa importante della propria vita.<br />
Vignaiolo, con le radici salde nella tradizione delle Langhe autentiche,<br />
Beppe è il titolare di uno dei marchi di riferimento del Barolo classico. E<br />
indubbiamente si è di fronte a un classico: la casa, la cantina, il paesaggio e<br />
il personaggio. Si respira aria d’altri tempi. Tutto parla di tradizione, quella<br />
di un vino nobile e osannato nel gota dell’enogastronomia mondiale. Il classicismo<br />
di Beppe è però tradizione autentica e autenticamente sobria, come<br />
si addice a chi costruisce la propria fama con le radici faticosamente piantate<br />
nella terra. Siamo ben lontani dal clima patinato, da copertina, e dalla retorica<br />
in cui si corre facilmente il rischio di scivolare quando si parla del Barolo.<br />
Beppe è un affabulatore con il gusto della parola, il suo è un narrare lento,<br />
con vocaboli scanditi e sospesi che, in breve, mi offre uno spaccato della<br />
storia del territorio di cui è profondo conoscitore: le Langhe delle suggestioni<br />
letterarie di Fenoglio, Pavese e Revelli e dei gran tour dei più moderni turisti<br />
enogastronomici. Una terra che è intimamente legata alla storia personale<br />
e aziendale di Beppe: «Piuttosto che di me o dell’azienda, mi piacerebbe<br />
parlare della storia della zona del Barolo. Io sono alla quinta generazione a<br />
fare questo lavoro, il che già è incredibile! Quest’attività da parte della mia<br />
famiglia è iniziata nella seconda metà dell’Ottocento. I miei antenati facevano<br />
parte del feudo dei Falletti, perché qua apparteneva tutto a una sola<br />
famiglia, i marchesi Falletti di Barolo che erano proprietari di tutta la zona di<br />
Barolo e non solo, avevano anche altre proprietà in Piemonte. I miei antenati<br />
erano massari, servi della gleba del marchesato. Allora questa zona aveva