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Vite contadine - Inea

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Strani questi giovani d’oggi!<br />

Arrivare all’agririfugio “Molini”, cuore dell’attività della cooperativa “Il<br />

giardino del borgo di San Fruttuoso”, può risultare un’esperienza impegnativa<br />

per chi non è abituato a camminare lungo i sentieri in acciottolato e terra<br />

battuta. La splendida vista del golfo di Portofino che si gode dal tragitto, la<br />

bellezza dei boschi attraversati dalla mulattiera e l’accoglienza dei gestori<br />

ripagano però di ogni sforzo. L’impegno e la fatica richiesti al visitatore<br />

svolgono una funzione importante per entrare in empatia con l’agricoltura<br />

“eroica” praticata dai membri della cooperativa nel cuore del Parco naturale<br />

di Portofino. I sette soci, infatti, attraverso un lavoro senza risparmio sono riusciti<br />

nell’impresa di ripristinare circa 120 ettari di fasce (come sono chiamati<br />

nella zona i terrazzamenti), abbandonate da decenni, per realizzare un progetto<br />

di recupero agricolo e conservazione del paesaggio rurale tradizionale.<br />

San Fruttuoso è un piccolo borgo di pescatori raggiungibile solo via mare,<br />

o a piedi attraverso mulattiere e stradine litoranee; da qui può prendersi uno<br />

dei sentieri che sale fino a Molini, ma bisogna esser fortunati; nel nostro caso<br />

il tempo non è clemente e, come accade in queste occasioni, i collegamenti<br />

marittimi sono stati sospesi: all’agririfugio si può arrivare solo attraverso il<br />

più lungo sentiero che parte da Portofino Vetta.<br />

Dopo circa un’ora di cammino nella più assoluta quiete, arrivati all’agririfigio,<br />

stupisce trovare all’improvviso tra i cespugli dei vestitini di neonato ad<br />

asciugare ed essere accolti da teneri lamenti di bimba, proprio lì dove non ti<br />

aspetteresti di trovare anima viva. Appartengono a Luce, figlia di Andrea ed<br />

Emanuela, nata nel maggio del 2008, a pochi giorni dall’inaugurazione del<br />

rifugio, che rappresenta un po’ per tutti il simbolo della rinascita del luogo.<br />

Andrea Leverone, classe ’72, è il presidente della cooperativa. Mi saluta

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