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Vite contadine - Inea

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VI FRANCESCA GIARÈ INTRODUZIONE<br />

VII<br />

Le motivazioni sono, ovviamente, anche legate all’approccio alla ricerca:<br />

la storia di vita è quel processo conoscitivo nel quale narratore e narrante partecipano<br />

alla formazione della verità. E in quanto processo, esso non ha pretese<br />

di assolutezza, ma fa riferimento a un contesto preciso e limitato sia per<br />

quanto riguarda l’io narrante sia per quanto riguarda il narratore/ricercatore.<br />

Tale impostazione richiede un rapporto in base al quale viene riconosciuto<br />

all’oggetto uno status uguale a quello del ricercatore; di conseguenza, il criterio<br />

base della scientificità della ricerca consiste nella comunicazione e partecipazione<br />

al processo stesso di ricerca (Ferrarotti). Questa concezione della<br />

conoscenza sociologica implica necessariamente la scelta di metodi qualitativi,<br />

che permettono – nell’interazione tra due o più soggetti – di costruire<br />

una verità condivisa. E a quanti tra i metodologici della ricerca sociale affermano<br />

che occorre rispondere a criteri di rappresentatività e oggettività nel<br />

predisporre il disegno di una ricerca sociale e quindi individuare criteri univoci,<br />

ad esempio nella scelta dei soggetti da intervistare, possiamo rispondere<br />

con Ferrarotti che non si tratta di quantificare il qualitativo, «si tratta invece<br />

di fissare le condizioni, concettuali e tecniche, per una «teoria vera» della società<br />

umana, ossia per una teoria che, fedele al senso etimologico del termine,<br />

«guardi» sul mondo umano, lo veda per quello che è nelle cose stesse, senza<br />

per questo ridursi al rozzo cosismo delle meno provvedute formulazioni del<br />

positivismo storico e alla sua lamentevole confusione fra giudizi di esistenza<br />

e giudizi in senso proprio, cioè senza rinunciare a scorgervi un significato che<br />

ne ricomponga a diversi livelli di astrazione e senza presupporla a priori nella<br />

sua configurazione essenziale, l’unità» 1 .<br />

Ciò che risulta estremamente importante nella ricerca così intesa non è la<br />

trasformazione del dato soggettivo in dato oggettivo, che spesso anche il ricercatore<br />

qualitativo tenta di operare con l’ausilio di strumenti più o meno<br />

standardizzati, quanto proprio la caratteristica soggettiva di quanto raccolto<br />

attraverso un rapporto reciproco. L’oggettività del dato qualitativo non può<br />

essere data né dalla sua “lavorazione” né da criteri di campionamento che<br />

fanno riferimento alla rappresentatività della popolazione di riferimento o al<br />

numero delle interviste raccolte. Anzi, la quantificazione delle persone permette<br />

di analizzare il comportamento della media, ma lascia fuori dall’indagine<br />

sia i comportamenti più tradizionali sia quelli prospettici.<br />

Per tale motivo abbiamo scelto di presentare le storie di vita in maniera<br />

asciutta, senza commenti, e in forma narrativa, con il testo trascritto dei<br />

protagonisti intervallato solo brevemente dalla descrizione dell’incontro e da<br />

piccoli commenti, rimandano un’analisi delle storie ad un altro momento.<br />

Pensiamo, infatti, che le storie rappresentino uno strumento di comunicazione<br />

di eccellenza e non abbiano bisogno di ulteriori commenti per parlare<br />

delle diverse situazioni e dei differenti contesti in cui l’agricoltura trova oggi<br />

espressione.<br />

Il lavoro vuole anche in qualche modo rilanciare un approccio rimasto<br />

spesso ai margini dell’economica agraria e della sociologia rurale, più orientate<br />

all’uso di dati secondari o alla realizzazione di indagini questionarie. Rilanciare<br />

il dibattito su questi temi, mettendo in risalto la funzione conoscitiva<br />

di alcune scelte metodologiche - e tra queste l’uso consapevole del metodo<br />

biografico – potrebbe aiutare a costruire nuovi orizzonti di senso.<br />

È nata dunque così – tra percorsi personali e riflessioni sul metodo - l’idea<br />

di concretizzare quello che ognuno di noi aveva da tempo in mente: costruire<br />

un volume che comunicasse un’immagine del mondo agricolo e rurale attraverso<br />

le narrazioni e le immagini raccolte nel nostro percorso. L’occasione<br />

è stata offerta dal progetto Promozione della cultura contadina finanziato dal<br />

Mipaaf, nell’ambito del quale il gruppo di lavoro2 costituito presso l’INEA ha<br />

potuto sviluppare un’ampia riflessione sugli aspetti culturali e sociali che caratterizzano<br />

l’agricoltura e il rurale oggi.<br />

Il lavoro si inserisce in un filone di attività che l’INEA ha dalla sua nascita<br />

coltivato, anche se non sempre con continuità e con la giusta attenzione. Fin<br />

dalle origini, infatti, l’Istituto si è caratterizzato per un’attenzione alle inchieste<br />

e alle ricerche sul campo finalizzate all’analisi anche sociologica dell’agricoltura,<br />

con l’obiettivo di intrecciare il dato statistico con l’approccio qualitativo,<br />

i numeri delle aziende con la vita delle comunità locali, la produzione<br />

agricola con la realtà territoriale. Basti citare il primo grande lavoro realizzato<br />

sotto la direzione di Giovanni Lorenzoni e pubblicato nel 1938 in 14 monografie<br />

regionali e un volume di analisi – L’ascesa del contadino italiano nel<br />

dopo-guerra – che analizza la piccola proprietà coltivatrice italiana attraverso<br />

uno scrupoloso studio di dati raccolti sul campo, nelle piazze di paese, nelle<br />

osterie e nelle case dei contadini, come racconta Manlio Rossi-Doria ne La<br />

gioia tranquilla del ricordo – Memorie 1905-19343 .<br />

Tornando ai giorni nostri, mi preme ricordare come la raccolta di storie<br />

di vita che pubblichiamo in questo volume sia in parte il risultato del lavoro<br />

di tutto il gruppo, che si è impegnato nello studio e nella riflessione su questi<br />

temi, realizzando anche una serie di seminari e di incontri su aspetti specifici<br />

del cambiamento nel settore4 .<br />

Dal percorso fatto è emersa una grande varietà di esperienze e di realtà

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