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Ugo. Gisella. Ueo. à m»- Perchè tanto indugiato Quest'oggi abbia il dispaccio? Temo 1" ultimo schiaccio Abbiamo .-.vino ! O del, donami ajuto ! E tu, gran Maometto, A listi il mio diletto Gen<strong>it</strong>ore ! Porgi ai nostri valore E fai dalle lor mani Sian tutti gli Affocarli Stesi a terra ! Gisella, della guerra Non giunse ancor notizia ? Ahimè, quanta mestizia Glie ho nel seno ! Quasi ne vengo meno, Pensando al gen<strong>it</strong>ore. Tu, vice-re d' onore, Immaginarti Non puoi ne figurarti La doglia che mi affligge: Crede che mi trafigge In seno L' alma. Idolo w\go, calma Del tuo cuore ogni ambascia: Compiere ai guerrier lascia La faccenda. — 91 — \fa [28 I \2 I 3 6 I |o 1 II l.S I 12
w GiseiIn. Ugo. Gisella. Mentilo. Ma tranquilla ti renda Di tanti eroi il valore, Pugnando in tuo favore, O volto bello. 156 Molto è già che Menello Spedii per questo eccesso, (sic) Appunto eccolo adesso, (accennando fuori) Frettoloso. 160 Maometto pietoso, Mi abbandono in tue braccia ! Mio cuor, prego tu faccia Consolato ! Sovrana, 1' ordin dato 164 (Menello entrando s' inchina ad ambedue) Ad eseguir ne andai. Il corriere incontrai, Lungi sei miglia. 168 Egli, con meste ciglia, Questa bolgia mi diede, Per Babilonia il piede (mostrando la taschetta) Poi drizzando. 172 Ed io allor gli dimando Per cosa era sì mesto. l'i non rispose, e lesto Caminava. 176 Correndo, mi pregava Il dispaccio apportare. - 95
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