Curiosità popolari tradizionali - Centrostudirpinia.it

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Arìccch. Scusi, signor padron ! son vuoto drento.
Di questo pan ne mangerìa uno staro.
Al capo questa alzar lasciami adesso :
Un trinke svàin farò, se mi è permesso. 1
A dirle il ver, di palle d' accipresso
Parmi che sia composto questo vino.
Roìidoìic. Asino ben che sei ! posa lì adesso
La zucca; che vo' bever io un tantino.
Arlecch. Rotta ancora non è, ma suona a fesso,
E per bontà supera 1' artimino.
Rondone. Animai da carrozza, impertinente !
Mangiar potresti un poco più prudente. 14
Pescat. Sulla sponda del mare, oggi, sovente,
Andai colla mìa canna e la mia rete.
Ma tutt' a un tratto un gran triste accidente:
M' è sopraggiunto come udir potrete :
Mentre del mar levato si è repente
Gran mormorio di venti; se credete,
M 1
è convenuto T onde abbandonare,
Con pcricol di vita in mezzo al mare. 15
Giann. Oh quanto stanco io son dal camminare
Dietro uno stuol di lodole e fanelli,
Per a Rosalba bella regalare,
Che son per verità sì tanti e belli !
Or che vedo per aria, ora, passare
Calandri, rusignuoli e lìnmguelli,
E con beli' arte e con gentil maniera,
Spero col mio fucil gettarli in tera. 16
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