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Ring 013 - Parliamo di Videogiochi

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:FRAMES: <strong>Ring</strong>#13<br />

una ostentazione <strong>di</strong> immunità dal timore della Morte. Anche<br />

nel vergognoso momento della sconfitta, il Samurai non<br />

rinuncia alla propria purezza.<br />

I Ninja devono le loro origini alla filosofia dei monaci erranti,<br />

fuggiti dai monasteri cinesi dopo il crollo della <strong>di</strong>nastia<br />

T'ang nel 900 DC. Tralasciando la genesi storica, potremmo<br />

riassumere la filosofia <strong>di</strong> vita del Ninja con una frase<br />

<strong>di</strong> Yasuyoshi Fujibayashi, autore del Basenshukai<br />

(10.000 fiumi si riuniscono nel mare), vera enciclope<strong>di</strong>a del<br />

ninjutsu, il quale afferma: "Per arrivare alla vera essenza<br />

dell'arte del Ninja bisogna cominciare ad eliminare l'inessenziale<br />

per raggiungere una con<strong>di</strong>zione base <strong>di</strong> purezza<br />

spirituale, e arrivare a muoversi liberamente senza esserne<br />

intaccati, tra i regni polari della luce e dell'oscurità, come è<br />

richiesto dallo schema della totalità".<br />

Il Ninjutsu non risiede quin<strong>di</strong> nel semplice perfezionamento<br />

<strong>di</strong> meto<strong>di</strong> violenti e <strong>di</strong>struttivi, ma impone <strong>di</strong> coltivare<br />

l'armonia personale con l'ambiente circostante, in unione<br />

ad una sensibilità intuitiva che permetta all’uomo <strong>di</strong> leggere<br />

e capire, concordando con lo schema della totalità permeante<br />

l'Universo. In realtà, nonostante le travisazioni storico/popolari,<br />

nessuno come il Ninja era attaccato e fedele<br />

agli ideali della propria famiglia e comunità.<br />

Qualora un sovrano misericor<strong>di</strong>oso si trasformasse in un<br />

tiranno, non perderebbe mai i servigi dei suoi Samurai.<br />

Questi continuerebbero a servirlo fedelmente, con dolore. Il<br />

Ninja non farebbe altrettanto, perché, al contrario del Samurai,<br />

non concepisce il bene del proprio Signore come<br />

mortificazione del proprio io, ma opera per compiere un<br />

Bene assoluto. Per questo il Ninja non aveva regole d'onore<br />

da seguire o rispettare, egli doveva solo fare in modo che il<br />

Destino si compisse o venisse in<strong>di</strong>rizzato verso la realizzazione<br />

del Bene, usando tutti i mezzi a <strong>di</strong>sposizione.<br />

Nonostante la profonda base filosofico/culturale, la tra<strong>di</strong>zione<br />

Ninja non venne mai accettata dal mondo giapponese,<br />

fondato sul concetto <strong>di</strong> "do", quelle pratiche <strong>di</strong> tipo Zen<br />

considerate un mezzo per raggiungere l'illuminazione. Tuttavia<br />

suddette pratiche, soprattutto con l'avvento <strong>di</strong> perio<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> pace, assunsero connotazioni <strong>di</strong> formalità e ritualizzazio-<br />

Le tecniche, l'interfaccia, le conseguenze lu<strong>di</strong>che<br />

Way of the Samurai<br />

Molti, avvicinandosi per la prima volta a Onimusha, avranno<br />

storto il naso <strong>di</strong> fronte al sistema <strong>di</strong> controllo character<br />

relative mutuato da Resident Evil. Tutta colpa della croce<br />

<strong>di</strong>gitale si <strong>di</strong>rà, assolutamente anacronistica nell'era dei pad<br />

analogici. Ma fermi: cerchiamo <strong>di</strong> ricordare quanto detto<br />

circa il Bushido, e cerchiamo <strong>di</strong> esaminare il<br />

sistema <strong>di</strong> controllo <strong>di</strong> Onimusha alla luce <strong>di</strong><br />

quanto esposto. La croce consente una libertà<br />

<strong>di</strong> movimento limitata alle <strong>di</strong>rettrici car<strong>di</strong>nali<br />

(così come, in fondo, il Samurai <strong>di</strong>rige le sue<br />

azioni lungo le virtù car<strong>di</strong>nali della Via: Coraggio,<br />

Lealtà, Pietà Filiale, Misericor<strong>di</strong>a). Un simile<br />

schema con<strong>di</strong>ziona l’agire del Samurai<br />

anche nelle situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa: niente piroette,<br />

salti acrobatici, corse sui muri o piani rialzati<br />

raggiunti in un solo balzo. Il nostro fiero<br />

Samurai resta con i pie<strong>di</strong> ben piantati per terra,<br />

fronteggiando l’avversario senza alcuna<br />

volontà o possibilità <strong>di</strong> alterare subitaneamente<br />

il fronte <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a o <strong>di</strong> attacco. Consentire<br />

flui<strong>di</strong> movimenti <strong>di</strong>agonali significherebbe allargare<br />

quella rosa a possibilità <strong>di</strong> azione infinite,<br />

evenienza del tutto aliena al modo <strong>di</strong> agire<br />

e pensare del Samurai. Il Bushido non ammette<br />

scappatoie, cosa che precluderebbe<br />

l’onorato confronto con la Morte. In questo senso, si inserisce<br />

anche il fulcro del sistema <strong>di</strong> attacco/<strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> Onimu-<br />

15<br />

ne (sado o rito del tè, kado o recitazione poetica, oltre ai<br />

vari judo, kendo...) che contrastavano culturalmente con il<br />

pragmatismo dell'espressione "fisica" del Ninja, manifestazione<br />

<strong>di</strong>retta della sua visione mistica del mondo. Al contrario,<br />

l'aspetto formale, composto e "rituale" delle arti Samurai<br />

rifletteva non l’aspirazione alla comprensione del mondo,<br />

quanto la volontà <strong>di</strong> stabilire un or<strong>di</strong>ne proprio, per poi<br />

seguirlo abbracciandolo anima e corpo.<br />

Precisiamo infine che il Ninja applicava le tecniche e le<br />

manifestazioni "fisiche" solo dopo aver raggiunto un certo<br />

grado <strong>di</strong> "illuminazione" tramite lo stu<strong>di</strong>o e la me<strong>di</strong>tazione,<br />

mentre il Samurai era proprio attraverso la pratica fisica,<br />

formale e rituale, che ambiva a raggiungere l'illuminazione.<br />

E giungiamo così al nostro demoniaco Dante, rappresentante<br />

principe <strong>di</strong> tutto ciò che si colloca al <strong>di</strong> fuori della Via,<br />

dell'insegnamento, della pratica formale e perfezionata, e<br />

che basa tutto il suo bagaglio <strong>di</strong> evoluzioni danzanti sull'istinto<br />

e sulla creatività del momento. Questo, se ci pensiamo,<br />

non è affatto poco: svariati stili dall’inflessibile co<strong>di</strong>fica<br />

non ambiscono a nient’altro che a una padronanza tale<br />

della tecnica, ma soprattutto a una consapevolezza tale <strong>di</strong><br />

sé, da giungere all’obliterazione del nozionismo che ha contrad<strong>di</strong>stinto<br />

il loro cammino <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, per consegnare<br />

il praticante alla sola esperienza maturata, che<br />

attraverso l'imprescin<strong>di</strong>bile rielaborazione personale è<br />

<strong>di</strong>ventata parte integrante del proprio sé.<br />

Tuttavia, noi non siamo certi che Dante abbia mai<br />

stu<strong>di</strong>ato qualcosa; egli somiglia piuttosto al saggio che più<br />

va lontano e meno impara, e dunque realizza che solo<br />

stando fermi, si guadagni davvero la meta. O forse niente<br />

<strong>di</strong> tutto questo: solo il gusto del gesto spettacolare, dell'azione<br />

sbruffona, della mossa utile ad innescare una battuta<br />

sagace e irriverente.<br />

Let's rock, e il resto sono solo parole...<br />

sha che, si ba<strong>di</strong> bene, non si compone della sola ordalia <strong>di</strong><br />

affon<strong>di</strong> concatenati con cui fiaccare i propri avversari. Il<br />

button mashing è un’opzione consentita ed efficace, ma solo<br />

in qualità <strong>di</strong> alternativa all’acquisizione della padronanza<br />

<strong>di</strong> ciò che, a conti fatti, è l'unica capacità combattiva <strong>di</strong><br />

Samanosuke/Jubei in grado <strong>di</strong> restituire loro<br />

la piena <strong>di</strong>gnità del Samurai: la contromossa.<br />

Solitamente nei videogiochi una controtecnica<br />

scaturisce da un attacco nemico andato a<br />

vuoto o parato, che condanna l’avversario ad<br />

un attimo <strong>di</strong> inerzia psicomotoria. Al contrario,<br />

in Onimusha, la contromossa si configura<br />

come l'attacco più vicino alla filosofia marziale<br />

del Kenjutsu, ovvero la manifestazione del<br />

Vuoto acquisito dal guerriero, nella sua ricerca<br />

<strong>di</strong> perfezione. Trattasi <strong>di</strong> un concetto complesso:<br />

sarebbe in realtà possibile riuscire ad evocarne<br />

la “visione”, facendo leva sulla sensibilità<br />

intuitiva <strong>di</strong> chi abbia già compreso che la<br />

padronanza <strong>di</strong> tale "illuminazione" passa attraverso<br />

la sua acquisizione percettiva, non<br />

logica.<br />

Il Vuoto si configura in un certo senso come<br />

l'autoconsapevolezza che ogni tecnica, ogni<br />

insegnamento o esperienza acquisita, si fon<strong>di</strong>no<br />

nella stessa persona del Samurai, andandone a costituire<br />

un bagaglio a cui attingere non tramite il meccanico

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