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Ring 013 - Parliamo di Videogiochi

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:RECENSIONI: <strong>Ring</strong>#13<br />

<strong>di</strong> Gunny<br />

In principio era il Duca. Lo<br />

sceriffo/cowboy/pony express<br />

dalla forte presenza, brusco e<br />

schietto, sguardo intenso e<br />

chiappe strette. Giunto a cavallo<br />

(Ombre rosse), andatosene<br />

col tram: chi, chi mai, avendo visto Il<br />

Pistolero <strong>di</strong> Don Siegel, potrà <strong>di</strong>menticare<br />

l’ad<strong>di</strong>o alla prateria <strong>di</strong>… John Wayne!<br />

‘Feo, fuerte y moral’ troverete scritto sulla<br />

sua tomba: ‘brutto, forte e <strong>di</strong>gnitoso’,<br />

epitaffio quasi collettivo ad abbracciare anche<br />

i John Ford, gli Howard Hawks. E oggi<br />

John Wayne lo o<strong>di</strong>ano tutti, anche se Kenshiro<br />

fa esattamente le stesse cose ma lui è<br />

jappo quin<strong>di</strong> è figo, uffa.<br />

Prima che il Duca urlasse il suo ultimo<br />

“Hiiii-ha” (1976), già era consolidata la stella<br />

del suo erede morale: Clint Eastwood.<br />

Stesso silenzio, stessa <strong>di</strong>ffidenza, buone<br />

intenzioni in quantità assai più esigua.<br />

Dove il Duca, pur nell’affanno della vita <strong>di</strong><br />

frontiera, trovava il tempo e il modo per<br />

affermare i suoi valori <strong>di</strong> correttezza e semplicità,<br />

il Clint varato da Leone è una mici<strong>di</strong>ale<br />

macchina da sopravvivenza armata <strong>di</strong><br />

Colt Single Action Army, sigaro <strong>di</strong> quarta<br />

classe e piastra corazzata ventrale montabile<br />

a richiesta; ed è totalmente <strong>di</strong>sinteressato<br />

alla serenità del prossimo.<br />

.:scheda:.<br />

Genere Action<br />

Etichetta Rockstar games<br />

Sviluppatore Rockstar San Diego<br />

Sistema PS2<br />

Anno 2004<br />

Giocatori 1-4<br />

Versione Europea<br />

In principio era il Duca; subentrò il Biondo.<br />

Curiosamente, l’evoluzione dell’eroe western<br />

finisce qui: perché si, la svolta eco/me<strong>di</strong>tabonda<br />

<strong>di</strong> Balla coi Lupi ha fatto un bel rumore.<br />

Perché si, lo stesso Biondo si è ritrovato<br />

ad interpretare ruoli <strong>di</strong> bastardaggine meno<br />

integrale (Il Cavaliere Pallido). Ma <strong>di</strong>ciamocelo,<br />

senza per forza passare per snob o<br />

nostalgici: l’ultimo grande western è stato<br />

Dopo una fase introduttiva, Red accede alla tipica mining<br />

town, nella quale reperisce informazioni sugli ultimi avvenimenti<br />

e accetta le missioni successive.<br />

[Red Dead Revolver]<br />

Gli Spietati. L’inari<strong>di</strong>mento del genere, tuttavia,<br />

non implica certo la ri<strong>di</strong>scussione dei<br />

risultati ottenuti, o il venir meno <strong>di</strong> certe<br />

icone incrollabili. Chiunque pretenda <strong>di</strong> ficcare<br />

il naso all’interno <strong>di</strong> questo campo da<br />

gioco (il western) e pretenda <strong>di</strong> rispolverarne<br />

i miti, deve sapersi giocare dannatamente<br />

bene le sue carte, e deve averne davvero<br />

<strong>di</strong> buone. “Non sono le parole che fanno gli<br />

uomini”, borbottava il Duca ai suoi figliuoli<br />

in I Cowboys.<br />

Le carte, nel caso in questione, le scopre<br />

Rockstar Games, forte della sua reputazione<br />

in fatto <strong>di</strong> crime simulators e squartatutto in<br />

terza persona. La prima carta a finire sul<br />

bancone è Red, il protagonista: occhi <strong>di</strong><br />

ghiaccio (come il texano), pallido (come il<br />

cavaliere) e senza nome (come lo straniero).<br />

La citazione è talmente manifesta che<br />

uno quasi si figura l’ufficio dei modellatori<br />

3d <strong>di</strong> Rockstar San Diego tappezzato <strong>di</strong> posters<br />

della ‘trilogia del dollaro’. Non è questa,<br />

però, una carta che sorprende o spiazza,<br />

casomai è un motivo <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione<br />

per chi con<strong>di</strong>rà ogni fase <strong>di</strong> gioco con adeguate<br />

citazioni spaghetti western.<br />

Questo effetto (la rivisitazione affettuosa)<br />

è l’obiettivo della totalità degli elementi <strong>di</strong><br />

contorno della produzione Rockstar: interfaccia<br />

grafica, menù d’avanzamento, schermate<br />

<strong>di</strong> caricamento, e ovviamente la colonna<br />

sonora. I risultati sono senz’altro pregevoli:<br />

non ricorderemo a vita il motivetto<br />

principale <strong>di</strong> Red Dead Revolver, ma la<br />

‘sensazione <strong>di</strong> esserci’ non manca, e incoraggerà<br />

i veri patiti del genere, tra un livello<br />

e l’altro, a fumarsi un sigaro e colmare la<br />

sputacchiera.<br />

Non si può <strong>di</strong>re lo stesso a proposito della<br />

trama (sempliciotta e noiosa), né del resto<br />

dei personaggi e degli avversari, piuttosto<br />

poveri <strong>di</strong> carisma e talvolta prossimi a punti<br />

<strong>di</strong> demenzialità/irrealismo lontani dai sacri<br />

canoni del West. Nel giro <strong>di</strong> un paio d’ore ci<br />

si imbatte in vampiri dotati <strong>di</strong> teletrasporto,<br />

ciccioni ricoperti <strong>di</strong> <strong>di</strong>namite e pagliacci da<br />

concerto dei Kiss; il buon vecchio Tex Willer<br />

ha retto per un centinaio <strong>di</strong> numeri prima <strong>di</strong><br />

essere costretto a raschiare in tal modo il<br />

fondo del barile.<br />

Il comparto grafico è complessivamente<br />

me<strong>di</strong>ocre e risente<br />

<strong>di</strong> una sorta <strong>di</strong> blurring/effetto<br />

sporco, plausibilmente<br />

concepito per l’ottenimento<br />

<strong>di</strong> un feeling retrò<br />

ma <strong>di</strong> fatto piuttosto sgradevole.<br />

Per altre ragioni, l’effetto<br />

retrò è invece pienamente<br />

centrato dal reparto gameplay.<br />

Nel senso che il gioco<br />

sa <strong>di</strong> vecchio, <strong>di</strong> stagionato:<br />

struttura a missioni, lungo<br />

una serie <strong>di</strong> livelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />

me<strong>di</strong>o/piccole, da ripulire<br />

a suon <strong>di</strong> revolver e winchester<br />

per sbloccare l’avanzamento<br />

o affrontare il miniboss<br />

del caso.<br />

Red Dead Revolver non<br />

sorprende, non morde. Si<br />

lascia giocare solo in virtù<br />

dell’affluire costante dei nemici,<br />

sistematicamente im-<br />

36<br />

pallinati in sequenze sparacchine con<strong>di</strong>te da<br />

<strong>di</strong>scutibili ed esagerati effetti <strong>di</strong> gore (un<br />

colpo ben centrato alla testa, oltre allo<br />

schizzo rosso, provoca la fuoriuscita <strong>di</strong> oggetti<br />

marroncino-dorati apparentemente<br />

simili a croissant. Se ne ignora la natura e<br />

l’utilità). Red Dead Revolver, nella sua<br />

monotonia, finisce per rinnegare anche lo<br />

stesso DNA della produzione Rockstar, che<br />

avrà portato qualcuno a immaginare il <strong>di</strong>vertimento<br />

<strong>di</strong> scorrazzare liberamente in una El<br />

Paso modello GTA. Ciò che a Rockstar riesce<br />

meglio, in sostanza.<br />

Al termine <strong>di</strong> ogni missione il giocatore riceve<br />

un resoconto della propria performance e<br />

<strong>di</strong> eventuali bonus sbloccati; può inoltre rinforzare<br />

il proprio arsenale con le taglie riscosse.<br />

Invece si ha a che fare con un fratello povero<br />

<strong>di</strong> Max Payne 2, che all’illustre parente<br />

della famiglia Rockstar invi<strong>di</strong>a la pulizia grafica,<br />

la spettacolarità dell’azione, la soli<strong>di</strong>tà<br />

narrativa; Red Dead Revolver al gioco <strong>di</strong><br />

Remedy scippa il celebre Bullet Time (riciclato<br />

come ‘Dead Eye’), in<strong>di</strong>viduandovi il<br />

sistema ideale per gestire gli immancabili<br />

duelli con la pistola. Su questi confronti il<br />

gioco investe molto, proponendone anche<br />

una variante per quattro giocatori ai controlli<br />

<strong>di</strong> personaggi sbloccabili nel corso dell’avventura<br />

principale. Il risultato è accettabile,<br />

ma l’eccessivo rallentamento conduce alla<br />

negazione della caratteristica primaria del<br />

duello tra pistoleros: il fulmineo epilogo <strong>di</strong><br />

un lungo e attento stu<strong>di</strong>o.<br />

Il Buono. Il Brutto. L’headshot. Il Dead Eye<br />

da duello, che consente <strong>di</strong> piazzare il proprio<br />

colpo prima del rilascio del grilletto.<br />

In definitiva, Rockstar tenta <strong>di</strong> salvare il salvabile,<br />

e punta sull’affetto dei patiti della<br />

trilogia del dollaro, che spareranno a tutto<br />

volume la musica del Cimitero <strong>di</strong> Morricone,<br />

porranno una pietra con il nome della lapide<br />

al centro del salotto e scaveranno tre fosse<br />

nel giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> casa. Chiunque altro vedrà<br />

probabilmente in Red Dead Revolver nulla<br />

<strong>di</strong> più <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>ocre action game, sfortunatamente<br />

venuto alla luce nell’era <strong>di</strong> Max<br />

Payne 2, Ninja Gaiden e Zoe2.

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