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Valutazione di efficacia di un antiangiogenetico (Bevacizumab)

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della malattia. Questa variabilità, tuttavia, non sembra associata a <strong>di</strong>fferenze<br />

nell‟<strong>efficacia</strong> del trattamento.<br />

L‟ emivita iniziale è <strong>di</strong> 1,4 giorni e l‟emivita terminale (<strong>di</strong> eliminazione) è <strong>di</strong> circa 20<br />

giorni. Questo valore è in linea con quello delle IgG umane endogene e non sembra<br />

mo<strong>di</strong>ficarsi in associazione con la chemioterapia. Dopo somministrazioni settimanali la<br />

concentrazione del farmaco aumenta, ma il profilo cinetico non si mo<strong>di</strong>fica. La<br />

<strong>di</strong>stribuzione del farmaco al <strong>di</strong> fuori del circolo ematico è molto bassa.<br />

Già nel 1992 In <strong>un</strong>o stu<strong>di</strong>o Kim et al.aveva <strong>di</strong>mostrato che <strong>Bevacizumab</strong> (BEVA) aveva<br />

la capacità <strong>di</strong> neutralizzare l‟attività biologica del VEGF, limitando in tal modo il potere<br />

mitogeno delle cellule endoteliali vascolari e con<strong>di</strong>zionando la permeabilità vasale. Lo<br />

stesso stu<strong>di</strong>o, inoltre, aveva <strong>di</strong>mostrato che BEVA non interagiva con gli altri fattori <strong>di</strong><br />

crescita testati (bFGF, EGF, PDGF). [71]<br />

Recenti stu<strong>di</strong> in<strong>di</strong>cano come alc<strong>un</strong>e terapie angiogenetiche siano in grado <strong>di</strong> produrre<br />

<strong>un</strong>a sorta <strong>di</strong> normalizzazione vascolare tumorale: nel nostro caso in esame, in<br />

particolare, il blocco del VEGF o del suo recettore (VEGFR) conduce all‟apoptosi delle<br />

cellule endoteliali ed ad <strong>un</strong>a riduzione del <strong>di</strong>ametro vascolare, della densità e della<br />

permeabilità, che si traduce in <strong>un</strong>a conseguente riduzione della pressione del fluido<br />

interstiziale e, in alc<strong>un</strong>i tumori, nell‟aumento della tensione <strong>di</strong> ossigeno. [72-73]<br />

Tuttavia l‟attività antiangiogenetica <strong>di</strong> tali terapie biologiche, capaci <strong>di</strong> bloccare la<br />

crescita tumorale, può essere incrementata dall‟associazione con la chemioterapia.<br />

A l<strong>un</strong>go andare, infatti, le cellule tumorali acquisiscono resistenza al trattamento<br />

antiblastico o per fenomeni <strong>di</strong> mutazioni cellulari o a causa <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni epigenetiche<br />

a carico delle cellule dell‟endotelio: la terapia antiangiogenetica, potrebbe, d<strong>un</strong>que,<br />

rendere le cellule endoteliali più sensibili alla chemioterapia.<br />

Maria Pittalis<br />

<strong>Valutazione</strong> <strong>di</strong> <strong>efficacia</strong> <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>antiangiogenetico</strong> (<strong>Bevacizumab</strong>) associata a chemioterapia in pazienti con carcinoma<br />

della mammella metastatico<br />

Tesi <strong>di</strong> dottorato in scienze Biome<strong>di</strong>che-Epidemiologia molecolare dei tumori<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Sassari<br />

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