Valutazione di efficacia di un antiangiogenetico (Bevacizumab)
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stato recentemente messo in <strong>di</strong>scussione da dati epidemiologici e da risultati sul profilo<br />
genico dei tumori primitivi e delle loro metastasi. Per quanto riguarda i dati epidemiologici,<br />
stu<strong>di</strong> coinvolgenti più <strong>di</strong> 12000 pazienti affette da carcinoma mammario in<strong>di</strong>cano che la<br />
metastatizzazione inizia tra i 5 ed i 7 anni prima della <strong>di</strong>agnosi clinica [6]. Inoltre, benché<br />
la presenza <strong>di</strong> linfono<strong>di</strong> patologici sia considerato <strong>un</strong> fattore prognostico negativo, circa <strong>un</strong><br />
terzo delle pazienti senza invasione linfoghiandolare sviluppa, in seguito, metastasi a<br />
<strong>di</strong>stanza [7]. In questi casi il processo sembra <strong>di</strong>pendere da cellule neoplastiche<br />
<strong>di</strong>sseminate per via ematica e presenti nel midollo osseo già dalle prime fasi <strong>di</strong> sviluppo<br />
del carcinoma. Infatti, dopo <strong>un</strong> intervento chirurgico per ca mammario, circa il 30% delle<br />
pazienti mostra aspetti <strong>di</strong> minima malattia residua sotto forma <strong>di</strong> citocheratina positive<br />
<strong>di</strong>sseminate nel midollo osseo [7-10]. L‟eventuale iperespressione <strong>di</strong> Erb-B2/HER2 in tali<br />
cellule costituisce <strong>un</strong> aggi<strong>un</strong>tivo fattore negativo [11]. Oltre ai linfono<strong>di</strong>, il midollo osseo<br />
costituirebbe quin<strong>di</strong> <strong>un</strong>a sede privilegiata nella quale le cellule tumorali possono adattarsi<br />
a nuove con<strong>di</strong>zioni ambientali e da qui migrare in altri organi. Conferme alla nuova teoria<br />
della metastatizzazione come evento precoce vengono anche da recenti stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> profiling<br />
genico attraverso cDNA-microarray. Numerosi gruppi analizzando l‟espressione genica <strong>di</strong><br />
casistiche <strong>di</strong> tumori primari, hanno <strong>di</strong>mostrato che particolari profili genici sono in<strong>di</strong>cativi <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>fferenti prognosi [12-15]. L‟analisi dell‟espressione genica è in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere<br />
tumori che svilupperanno metastasi da quelli che non lo faranno [14-15]. Da ciò deriva che<br />
il “fenotipo metastatico” è già presente nella maggioranza delle cellule dei tumori primari<br />
fin dalle fasi iniziali [16] . Ulteriori stu<strong>di</strong> [17] hanno <strong>di</strong>mostrato che il profilo genico espresso<br />
dalle metastasi è in gran parte <strong>di</strong>fferente da quello dei tumori primitivi, suggerendo che le<br />
cellule metastatizzanti, lasciato il tumore nelle sue fasi precoci <strong>di</strong> crescita, accumulino<br />
ulteriori alterazioni nella sede metastatica. L‟evoluzione delle alterazioni geniche<br />
Maria Pittalis<br />
<strong>Valutazione</strong> <strong>di</strong> <strong>efficacia</strong> <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>antiangiogenetico</strong> (<strong>Bevacizumab</strong>) associata a chemioterapia in pazienti con carcinoma<br />
della mammella metastatico<br />
Tesi <strong>di</strong> dottorato in scienze Biome<strong>di</strong>che-Epidemiologia molecolare dei tumori<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Sassari<br />
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