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2 - Parliamo di Videogiochi

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:TESORI SEPOLTI: Ring#2<br />

Vertigo, ovvero l’elogio della verticalità______<br />

[Jumping Flash]<br />

<strong>di</strong> Marco Barbero<br />

Più che un tesoro<br />

sepolto, uno<br />

<strong>di</strong>menticato. Molto<br />

si potrebbe<br />

scrivere a riguardo<br />

<strong>di</strong> Jumping<br />

Flash!, ma non<br />

che abbia dato il<br />

La ad una rivoluzione. Jumping<br />

Flash! è un sovversivo in<br />

un mondo conformista, è un<br />

profeta nel deserto. E’ pure un<br />

po’ sfigato, perché è davvero<br />

iettatura fantozziana essere il<br />

pioniere storico dei terreni tri<strong>di</strong>mensionali,<br />

colui che ha conquistato<br />

e colonizzato le piattaforme<br />

sull’asse Z, e non vedersi<br />

riconosciuto alcun merito e/o<br />

primato. E’ avversione cosmica<br />

sfidare le regole del game design<br />

e non figliare alcun filone.<br />

Un precedente isolato, ecco cos’è<br />

Jumping Flash!. Alla faccia<br />

<strong>di</strong> chi “Oh, Super Mario 64 è il<br />

primo platform 3D della storia”.<br />

_______L’ignoranza detersa<br />

Terra, 1995. Il poligono fagocitava<br />

pixel su pixel <strong>di</strong> mon<strong>di</strong> in<br />

bitmap. Era il nuovo che avanzava,<br />

era la seconda repubblica<br />

e come tale era identica alla<br />

prima. Cambiavano le facce,<br />

quasi per nulla le abitu<strong>di</strong>ni. Picchiaduro,<br />

sparatutto, giochi<br />

d’azione… erano poligonali, non<br />

tri<strong>di</strong>mensionali. Tra i pochi a<br />

convogliare la potenza (da non<br />

sottovalutare) <strong>di</strong> PlayStation in<br />

approcci genuinamente nuovi<br />

alla res lu<strong>di</strong>ca, Exact si ritagliò<br />

un posto d’onore: un futuro loculo.<br />

Quello che sarebbe venuto,<br />

tuttavia, non è oggi pane da<br />

addentare. Oggi è il giorno<br />

dell’elogio della verticalità, della<br />

vertigine, del cunnilinguus del<br />

<strong>di</strong>to saettante come un’appen<strong>di</strong>ce<br />

rettiliana che, accarezzando<br />

in triplice manovra un umi<strong>di</strong>ccio<br />

tasto X, proiettava un<br />

coniglio robotico nomato Robbit<br />

nella stratosfera <strong>di</strong>gitale, tra le<br />

inebrianti sferzate del vento<br />

d’altura.<br />

Un’idea semplice bastò a<br />

spiazzare tutti. Guardando le<br />

immagini <strong>di</strong> Jumping Flash!,<br />

inchiodati come si era a una<br />

mentalità a due <strong>di</strong>mensioni, si<br />

faticava a coglierne il concept.<br />

Asserragliando le proprie <strong>di</strong>ta al<br />

pad, <strong>di</strong> converso, non si poteva<br />

fare a meno <strong>di</strong> picchiarsi in testa,<br />

accendendo la metaforica<br />

lampa<strong>di</strong>na in un implicito “come<br />

hanno fatto a non pensarci<br />

prima?!”. Jumping Flash! era<br />

il platform visto da Doom. Incastrare<br />

la telecamera virtuale nel<br />

capoccione <strong>di</strong> Robbit fu sufficiente<br />

a dare, letteralmente, un<br />

nuovo punto <strong>di</strong> vista al genere.<br />

Jumping Flash! lo giocavi in<br />

prima persona, vivendone ogni<br />

balzo, propendendo all’infinito<br />

in slanci potenzialmente illimitati.<br />

Come se fosse naturale, ci<br />

si muoveva rapi<strong>di</strong> in una sinfonia<br />

<strong>di</strong> piattaforme, isole fluttuanti<br />

in un mare <strong>di</strong> giocabilità,<br />

sospese. Vedere il mondo dagli<br />

occhi del protagonista rimescolava<br />

non solo i meccanismi lu<strong>di</strong>ci,<br />

srotolava metri su metri <strong>di</strong><br />

intestino per poi rimescolarli ad<br />

ogni caduta. In un mondo videolu<strong>di</strong>co<br />

che viveva le sue prime<br />

esperienze tri<strong>di</strong>mensionali,<br />

le cadute verticali messe in<br />

scena da Exact smuovevano<br />

qualcosa dentro: dall’eccitazione<br />

al tacchino <strong>di</strong> Natale. La perfi<strong>di</strong>a,<br />

e l’attenzione alla fruibilità,<br />

posta nella gestione del sal -<br />

to prevedeva infatti che il balzo<br />

successivo al primo inclinasse<br />

automaticamente all’ingiù la te-<br />

39<br />

Genere:<br />

(Oryctolagus cuniculus)<br />

Coniglio<br />

Domestico<br />

Etichetta: SCEI<br />

Sviluppatore: Exact<br />

Sistema: Playstation<br />

Giocatori: 1<br />

Versione: NTSC-JAP<br />

Anno: 1995<br />

stina metallica <strong>di</strong> Robbit inquadrandone<br />

i pie<strong>di</strong>. E’ facile immaginare<br />

quanto questo piccolo<br />

espe<strong>di</strong>ente, oltre a permettere<br />

<strong>di</strong> gestire al meglio gli atterraggi,<br />

amplificasse enormemente<br />

la portata ansiolitica del terreno<br />

che si allontanava o si avvicinava<br />

a velocità da sfracellamento.<br />

La meccanica sottesa al folle<br />

saltellare non era geniale. Sospese<br />

nell’aria, camionate <strong>di</strong><br />

piattaforme: grosse, piccole,<br />

piatte, voluminose, quadrate,<br />

triangolari, presi<strong>di</strong>ate da nemici<br />

incazzosi o abitate da utili power<br />

up (tempo aggiuntivo o armi<br />

più potenti dello sparo standard).<br />

Tra <strong>di</strong> loro Robbit, in<br />

voli pindarici proteso verso la<br />

raccolta <strong>di</strong> quattro carote quattro.<br />

E poi via verso l’uscita. Il<br />

conto alla rovescia scan<strong>di</strong>va il<br />

ritmo da imporre al proprio<br />

deambulare: tranquillo nei primi<br />

livelli, quasi forsennato nelle<br />

fasi finali. A spezzare la routine<br />

il trittico composto da quadri<br />

bonus, scontri con mastodontici<br />

boss e sezioni (invero un po’<br />

povere) da sparatutto in prima<br />

persona. Tutto qua, effettivamente<br />

sul lungo periodo un po’<br />

poco. Jumping Flash! avrebbe<br />

<strong>di</strong> certo beneficiato <strong>di</strong> qualche<br />

colpo <strong>di</strong> genio in più, <strong>di</strong> un design<br />

più ambizioso, eppure era<br />

ed è pieno <strong>di</strong> magia. L’esplosione<br />

del triplo salto <strong>di</strong> Robbit<br />

donava libertà. Vagando so -<br />

gnanti tra le masse poligonali si<br />

perdeva poco a poco peso. Ci si<br />

sintonizzava interiormente sulla<br />

leggerezza esteriore dei luoghi,<br />

sul coro <strong>di</strong> spazi aperti, sugli

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