1. La tradizione - Centro di studi Filologici Sardi
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tercorsi tra le lingue interessate: per esempio, tra i più antichi prestiti dal<br />
greco il latino annovera oleum = olio; il termine passò dal latino a tutte le<br />
lingue romanze ed è un prestito più antico <strong>di</strong> philosophia, che penetra invece<br />
verso II secolo a. C., quando la cultura greca <strong>di</strong>viene il riferimento formativo<br />
dei ricchi e dei potenti romani e che svela, appunto, un mutamento<br />
nella qualità degli scambi. Come pure si spiegano come dovuti a una sorta<br />
<strong>di</strong> supremazia professionale e culturale in settori tecnici specifici alcuni prestiti<br />
dall’arabo (cifra, algebra) penetrati in tutte le lingue romanze, rispetto<br />
ad altri presenti esclusivamente in spagnolo, che è parlato in un territorio in<br />
cui gli arabi furono a lungo dominatori e dove la loro lingua poté incidere su<br />
settori più ampi della vita pubblica e privata: per cui troviamo alcalde (sindaco),<br />
ma anche tarea (lavoro).<br />
Un’altra forma <strong>di</strong> contatto, più traumatica e con costi culturali e umani<br />
elevati, si ha quando una lingua, in genere grazie all’invasione militare <strong>di</strong><br />
una determinata area, si sovrappone a un’altra fino a determinarne l’estinzione.<br />
Le lingue così “estinte” si chiamano lingue <strong>di</strong> sostrato.<br />
In realtà una sostituzione linguistica ra<strong>di</strong>cale non si realizza neanche in<br />
caso <strong>di</strong> genoci<strong>di</strong> o deportazioni, sebbene questi eventi, <strong>di</strong> cui la storia è ricca,<br />
concorrono in forma notevole alla fine <strong>di</strong> una lingua.<br />
Il termine sostrato rende però bene il fatto che il territorio (con i toponimi)<br />
e in forma inconscia, i suoi parlanti conservano sempre le tracce delle<br />
lingue che vi sono state parlate, nel senso che, al <strong>di</strong> là della consapevolezza<br />
che ne hanno i parlanti, la storia vissuta, e quin<strong>di</strong> anche la lingua che è stata<br />
parlata, si deposita sempre come uno strato culturale e linguistico che sopravvive<br />
al presente, per quanto tragico esso sia.<br />
Le tracce più evidenti si registrano nel lessico: sono i cosiddetti relitti.<br />
Per esempio, in spagnolo si in<strong>di</strong>ca la sinistra con il termine izquierda, che è<br />
un termine basco e il basco è il principale sostrato della Spagna. Il termine<br />
francese charrue = aratro, deriva dal celtico carruca. Il termine sardo littu =<br />
bosco, <strong>di</strong>ffuso nei <strong>di</strong>aletti centro-orientali, è un relitto preromano, ossia un<br />
lascito <strong>di</strong> quel mondo stratificato e complesso che fu la Sardegna prelatina,<br />
prima <strong>di</strong> tutto in termini etnici, e ovviamente in termini linguistici.<br />
Può infine accadere che una lingua si sovrapponga ad un’altra senza sostituirsi<br />
ad essa; si ha a che fare, in questo caso, con una lingua <strong>di</strong> superstrato.