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1. La tradizione - Centro di studi Filologici Sardi

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ITALIANO<br />

Com’è noto, l’unificazione linguistica dell’Italia avviene prima per via<br />

letteraria e poi, dopo il 1861, per via politica. Questo ha due conseguenze: la<br />

prima è che per un lungo periodo, e in alcune aree, tra cui la Sardegna, fino<br />

ad oggi, l’attività letteraria è stata plurilingue, per cui si parla più appropriatamente<br />

<strong>di</strong> letteratura degli italiani, piuttosto che <strong>di</strong> letteratura italiana;<br />

la seconda è che si registra nella <strong>tra<strong>di</strong>zione</strong> letteraria italiana un elevato numero<br />

<strong>di</strong> varianti morfologiche, lessicali e ortografiche. Tra le prime si possono<br />

ricordare: 1) l’oscillazione nei plurali e nei derivati dei nomi in -co e -<br />

go, per es. traffico - traffichi) (Manzoni); poetico - poetichissimo (Leopar<strong>di</strong>);<br />

reciproco - reciprochi (Foscolo); 2) l’alternanza delle forme del pronome<br />

<strong>di</strong> 3 a persona singolare, egli ed ei; 3) l’uso toscano <strong>di</strong> gli, la, le come<br />

soggetti: la è una bella carriera; 4) l’uso <strong>di</strong> gli (dat. sing.) per le (lo si trova<br />

anche in Leopar<strong>di</strong>); 5) l’uso <strong>di</strong> era per ero, <strong>di</strong> ebbimo per avemmo, <strong>di</strong> <strong>di</strong>cea<br />

per <strong>di</strong>ceva; tra le seconde: l’alternanza tra balocco e giocattolo, tra santarello<br />

e santerello; tra fratricida e fraticida, tra ufficio, officio e uffizio; tra le<br />

terze l’alternanza tra obiettivo e obbiettivo, tra maraviglia e meraviglia ecc.<br />

I <strong>di</strong>aletti italiani si <strong>di</strong>vidono in tre gran<strong>di</strong> gruppi: <strong>di</strong>aletti settentrionali<br />

(ligure, piemontese, lombardo, emiliano-romagnolo; <strong>di</strong>aletti veneti); <strong>di</strong>aletti<br />

toscani; <strong>di</strong>aletti centro-meri<strong>di</strong>onali. All’interno dei <strong>di</strong>aletti settentrionali si<br />

<strong>di</strong>stinguono i <strong>di</strong>aletti gallo-italici (ligure, piemontese, lombardo ed emiliano<br />

romagnolo) e i <strong>di</strong>aletti veneti, che hanno in comune lo scempiamento delle<br />

consonanti geminate (it. cavallo, lomb. caval, ven. cavalo), la palatalizzazione<br />

del nesso /ct/ (lat. OCTO, it. otto, lomb. vot), la lenizione delle sorde<br />

intervocaliche (lat. CAPILLUM, it. capello, lomb. cavel, ven. kaveyo).<br />

All’interno dei toscani si <strong>di</strong>stinguono i centrali o fiorentini; gli occidentali<br />

(pisani, lucchesi, pistoiesi); i senesi; gli aretini. I centro-meri<strong>di</strong>onali si <strong>di</strong>vidono<br />

in marchigiani-umbro-romaneschi; in abruzzesi, pugliesi settentrionali,<br />

molisani, campani e lucani; e infine in salentini e calabro-siculi.<br />

Come è noto, il fiorentino sta alla base della lingua letteraria italiana e<br />

dello standard italiano. Ve<strong>di</strong>amone le caratteristiche principali.<br />

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