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1. La tradizione - Centro di studi Filologici Sardi

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non lo <strong>di</strong>mentichiamo, una piccola cavità – svolge un ruolo notevole, nella<br />

produzione dei suoni, la lingua. Anche anatomicamente si <strong>di</strong>stinguono due<br />

parti della lingua: l’apice e il dorso, a sua volta <strong>di</strong>viso in predorso, dorso e<br />

postdorso. Per esempio, nella produzione della /d/ entra in gioco l’apice che<br />

si appoggia alla parte posteriore degli incisivi superiori e chiude completamente,<br />

sebbene per un attimo, il flusso dell’aria. Quando invece pronunciamo<br />

il suono /λ/ <strong>di</strong> aglio entra in gioco il dorso della lingua, mentre il postdorso<br />

interviene nella consonante iniziale delle parole casa e gatto. Infine,<br />

in questo percorso <strong>di</strong> aria, onde e suoni intervengono le labbra, a seconda<br />

che siano spinte in avanti, a creare un’ulteriore piccola cassa <strong>di</strong> risonanza, o<br />

ritratte in<strong>di</strong>etro verso le gengive.<br />

A seconda <strong>di</strong> come e <strong>di</strong> quanto gli organi fonatori intervengono nella<br />

produzione <strong>di</strong> un fono, tale fono assume caratteristiche <strong>di</strong>fferenti.<br />

Un fono è detto sordo se per produrlo le corde vocali non vibrano, sonoro<br />

se vibrano.<br />

<strong>1.</strong>2.1 Le vocali<br />

Le vocali sono tutte sonore.<br />

Posto che tutte le vocali sono prodotte grazie alla vibrazione delle corde<br />

vocali e al passaggio non ostacolato dell’aria, occorre chiedersi attraverso<br />

quale meccanismo si <strong>di</strong>fferenzia la /a/ dalla /e/ o dalla /i/ ecc.<br />

Il luogo più importante per l’articolazione delle vocali è la bocca, e un<br />

ruolo decisivo ha ovviamente la lingua. Quando la lingua si solleva verso il<br />

palato anteriore si ha la produzione delle vocali /e/ e – ancora più in alto –<br />

/i/; quando si muove verso il palato posteriore si hanno invece la /o/ e la /u/.<br />

Per questo le prime sono dette vocali palatali, le seconde velari. Se la lingua<br />

nel suo elevarsi verso il palato superiore supera un certo limite, per cui l’aria<br />

costretta in uno spazio inferiore produce un fruscio, allora si passa da una<br />

vocale a un fono consonantico. È in genere intuitivamente <strong>di</strong>fficile cogliere<br />

il valore consonantico della semiconsonante /i/ (yod) <strong>di</strong> io<strong>di</strong>o, ieri, iena ecc.<br />

Che non si tratti <strong>di</strong> un suono vocalico è sperimentabile anche dalla impossibilità<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>re l’iena e non la iena; l’elisione non è naturale perché i due suoni<br />

non sono, appunto, entrambi vocalici. <strong>La</strong> semiconsonante /i/ è all’origine,<br />

come vedremo, <strong>di</strong> importanti mutamenti fonetici che <strong>di</strong>fferenziano le lingue<br />

romanze dal latino.<br />

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