1. La tradizione - Centro di studi Filologici Sardi
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deve valutare. Un gran numero <strong>di</strong> queste sono erronee; un certo numero, invece,<br />
è dato da varianti corrette e dunque concorrenti tra loro per essere attribuite<br />
all’originale. Queste ultime si chiamano in<strong>di</strong>fferenti o ammissibili e<br />
costituiscono il vero problema, perché non forniscono autonomamente in<strong>di</strong>cazioni<br />
per capire quale tra loro è da ricondurre all’originale e quale, invece,<br />
è un’innovazione intervenuta successivamente nella <strong>tra<strong>di</strong>zione</strong>. Come decidere<br />
non arbitrariamente quale lezione in<strong>di</strong>care come più prossima all’originale?<br />
Occorre, evidentemente, capire i rapporti tra i testimoni per decidere<br />
quale sia più autorevole; giacché ogni manoscritto è copiato almeno da un<br />
altro manoscritto, occorre semplificare e schematizzare la <strong>tra<strong>di</strong>zione</strong> per capire<br />
i rapporti <strong>di</strong> derivazione e <strong>di</strong> autorevolezza, cioè <strong>di</strong> maggiore o minore<br />
prossimità all’originale, dei manoscritti pervenutici. Tali rapporti sono illuminati<br />
da un certo tipo <strong>di</strong> errori, detti significativi, i quali fungono da tracce<br />
<strong>di</strong> parentela, se così possiamo <strong>di</strong>re. Gli errori significativi si <strong>di</strong>vidono in<br />
congiuntivi e separativi.<br />
4.5.2 Gli errori congiuntivi<br />
Un errore congiuntivo tipico della <strong>tra<strong>di</strong>zione</strong> manoscritta della Divina<br />
Comme<strong>di</strong>a si registra in alcuni testimoni in Purg. II, 93. Ecco il passo corretto<br />
secondo l’e<strong>di</strong>zione Petrocchi:<br />
«Casella mio, per tornar altra volta<br />
là dov’io son, fo io questo viaggio»<br />
<strong>di</strong>ss’io; «ma a te com’è tant’ora tolta?»<br />
Molti manoscritti riportano, invece, al v. 93<br />
Ma a te com’era tanta terra tolta.<br />
In primo luogo occorre <strong>di</strong>mostrare che si tratta <strong>di</strong> un errore.<br />
Dante domanda a Casella il perché gli sia negato il passaggio al Purgatorio<br />
propriamente detto, cioè perché egli sia costretto a “sprecare tempo”<br />
nell’antipurgatorio, e quin<strong>di</strong> venga ritardato il cammino che lo porterà a vedere<br />
Dio. In sostanza gli chiede perché sia punito con l’attesa, quale sia stata<br />
la sua colpa. <strong>La</strong> lezione erronea sbaglia il tempo verbale (era) e fraintende il